Russell Crowe sulle riviste italiane... e non

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ADNKronos, 26 febbraio 2001

SANREMO: PER IL 'GLADIATORE' DUE CANZONI E 5 MUSICISTI

RUSSEL CROWE, SONO QUI COME MEMBRO DELLA BAND

Roma, 26 feb. (Adnkronos) -

Il "gladiatore" cantera' domani due canzoni sul palco dell'Ariston. Russell Crowe, l'attore australiano candidato all'Oscar, raggiungera' Sanremo nella tarda mattinata di domani con la sua band, i Thirty Odd Foot of Grunts, e cinque persone del suo staff.

''Non sono qui come Russell Crowe ma come componente della band'', ha precisato l'attore che provera' nel primo pomeriggio insieme ai cinque elementi della band (due chitarristi, batterista, bassista e trombettista) e poi andra' a Montecarlo dove riposera' in attesa della performance serale. Dopo l'esibizione all'Ariston, l'attore tornera' subito a Montecarlo da dove ripartira' alla volta dell'Australia. Crowe e' poi atteso sul set del suo nuovo film.

Questa sera, al Rolling Stone di Milano, la star si esibisce invece nella serata organizzata da Giorgio Armani. E' da molto tempo che l'attore non suona con la sua band. Si spiegherebbe cosi' anche l'intenzione di imporre il divieto d'accesso alle telecamere per il concerto di stasera che appare come una sorta di 'prova generale' dell'esibizione sanremese.

vedi la pagina dell'esibizione sanremese dei TOFOG

vedi l'articolo della rivista "Amica" relativo al concerto di beneficenza organizzato da Giorgio Armani

Dalla rivista "Ciak", aprile 2002. Grazie ad Artemisia per la scansione!

dal Messaggero online, 1 marzo 2001

Nuove star/Parla l’attore Luca Ward, che ha doppiato il protagonista del film candidato a 12 Oscar ed è richiestissimo


«Io, la voce del Gladiatore, sarò in tv: scatenate l’inferno»

di MICAELA URBANO

ROMA — «Al mio segnale, scatenate l’inferno». Lo dice Russell Crowe nel Gladiatore. Ma Russell Crowe in un italiano stentato sa dire solo, come ha fatto a Sanremo: «Ieri sera ho bevuto come una spugna». Eppure il Gladiatore è chiaro, tagliente, imponente: «Sono Massimo Decimo Meridio...». Il trucco c’è e si sente: si chiama Luca Ward. E’ lui che ha doppiato Crowe. Ha 40 anni, tre più di di Crowe, è alto un metro e 84 centimetri, nove più di Crowe, ha un fisico atletico e una faccia asciutta, al contrario del divo neozelandese. Ed è una voce superstar. Non appena la gente lo riconosce, lo prende d’assalto. In discoteca non ha requie finchè non snocciola le topiche battute del film di Ridley Scott, 12 nomination all’Oscar. Dalla primavera scorsa ha inciso più segreterie telefoniche della Telecom, e ha oramai paura di conoscere gli amici degli amici: «E se mi chiedono di incidere una cassetta da 90 secondi? Che faccio? Monto sulla biga e scappo?», dice divertito. Nemmeno doppiare James Bond lo aveva ridotto così, uno straccio nelle mani dei fans. «Quando sono 007, tutti si accontentano di sentirmi dire: Bond, sono James Bond. Io adoro la gente, ma ogni volta mi tocca rifare tutto il film! Gli italiani sono impazziti per quel personaggio...E per quella voce...», racconta Ward. E’ stato Scott a trovarla perfetta per il suo Gladiator: «Sosteneva che Crowe e io abbiamo lo stesso stile di recitazione: mi ha persino mandato l’elmo, perchè mi sentissi più in parte...Ma elmo a parte, non mi aspettavo che il pubblico avesse una febbre così alta. Come mi salvo? Non mi salvo...». Una settimana fa, c’è stato il grande incontro, Crowe-Ward, all’anteprima di Rapimento e Riscatto: «Io me lo aspettavo esattamente così», racconta Luca, «affabile, simpatico e donnaiolo, al contrario di me. E non lo dico perchè sono sposato da vent’anni...».

Quella voce tra poco avrà anche una faccia: sta per sbarcare, completa di gambe, braccia, busto, e capelli, in tv. Dopo 37 anni di doppiaggio (Luca ha iniziato a lavorare a tre, e da cinque è in pensione: «Molti mi chiedono a due, o a tre stelle?»), Ward diventa attore. E’ il pittore maledetto di Cuccioli, serie di Paolo Poeti di prossima programmazione su Raiuno, un delinquente nel nuovo Incantesimo, dal 6 marzo su Raiuno, e la prossima settimana sarà sul set della Squadra di Raitre per interpretare un tenente colonnello dei Nocs travolto da un incidente che lo rende zoppo e di conseguenza alcolista. Tre ruoli, tutti dannati. Come mai? «Primo: non li vuole fare nessuno. Secondo: evidentemente ho una faccia infernale...Infatti, quanto portavo i capelli lunghi, regolarmente venivo fermato alla dogana», ride Ward, e sembra il Gladiatore che sta al gioco dell’ex schiavo Oliver Reed. «Invece io credo che i personaggi più sulfurei siano più interessanti. E poi, basta uno sguardo per mostrare al pubblico che anche il più diabolico ha un’anima: quindi, per un attore il gioco raddoppia».

Perchè il set? Il doppiaggio non gratifica abbastanza? «Il doppiaggio è la colonna sonora del film, e l’Italia sa realizzarla meglio di tutti gli altri forse nel mondo. Altrochè, dà una soddisfazione immensa. Quando si fa un lavoro e si arriva al massimo (io doppio anche Samuel Jackson, Antonio Banderas, Keanu Reeves) si ha voglia di altre sfide. Per me ora è la macchina da presa». Quali sono la scena e le parole che che più l’hanno emozionato nel Gladiatore? «...Al mio segnale scatenate l’inferno». La sua più grande passione nella vita? «Il mare. L’ho ereditata da mio padre, Aleardo anche lui una voce, soprattutto della radio. Mi portava in barca a vela, con qualsiasi tempo. E la sua voce mi diceva: vedi il mare, Luca? Non ne avere mai paura. Perchè la vita è come il mare».

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