Francesco Chiodo |
Articolo di Don Mario Squillace scritto Domenica 12 Giugno 1988 Francesco chiodo |
Siamo ala leggenda. Ma Pazzano - con le sue rocce ferrose ed il suo antico popolo di minatori e di contadini, col suo parlare greco e pregare cristiano - vive questa dimensione di sogno. C'e lo dice il pittore contadino Francesco Chiodo:<< nato da famiglia contadina - scrive - ed è lì, in campagna che sono cresciuto fino all'età di quindici anni. Mio padre mori quando avevo tre anni e mezzo e da allora ho dovuto occuparmi anche della famiglia, assieme a mio fratello e mia sorella. Per frequentare la scuola percorrevo10 km al giorno, lungo una mulattiera di campagna, senza scarpe sia d'estate che d'inverno. Chiodo crescendo si trastullava,interiormente stupito, con un universo di idee e di sogni che presero, via via, colore dimensione ed espressione artistica. Poi da se, da solo, senza maestri e senza insegnanti tecnici - su l'onda di una ispirazione che da fanciullo lo blandiva e lo illuminava- prese cavalletto, pennelli e cominciò a dipingere. Varcò le frontiere del natìo borgo, espose nel Febbraio 1986 al Centro Internazionale D'Arte "Sever" di Milano, guadagnandosi un premio speciale; nel Febbraio 1987 a l'Art Gallery International Art Center di Roma e nel Marzo 1988 alla Galleria D'Arte "Centro Storico" di Firenze. Un lunghissimo e meritato successo perchè la pittura di Chiodo - pur in una espressione artistica che sta tra il naif e il cubismo - è fatta di idee più che di miti e l'occhio coglie col fantascientifico il senso dell'infinito, vera dimensione dell' anima. Visitiamo, ora è qualche mese nella sua bottega d'arte a Monasterace Marina, buona parte della suo opera pittorica e ne siamo rimasti sinceramente ammirati. Merita d'essere conosciuta da un pubblico più vasto per percepire il messaggio che questo pittore contadino ha saputo trasformare sulla tela. |
Oggi la galleria del pittore Francesco Chiodo si trova a Pazzano in via Nazionale |