Percorsi di Fede

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La scoperta della storiografa archivista Barbara Frale

(cfr. Barbara Frale, La Sindone di Gesù Nazareno, Ed. Il Mulino Biblioteca storica

Capitolo terzo "Un documento di età romana"  pp. 137-204 - Novembre 2009)

Intervista di Raffaele Castagna a Barbara Frale: Lunedì 30 Novembre 2009 (Il Sussidiario. net) - Imago

 

1. Gesù (in greco "I esou s") 2. Nazareno (in greco "Nazarenos", quì "NNazarennos") 3. Deposto all'ora nona (in greco "o psékia tho")

4. A morte (in latino "in/nece m" - Pilato disse così...) 5. Io eseguo (in greco "pez o") 6. Tiberio (in greco "T iber iou") 7. Sedicesimo: in greco "L IS" (L=Anno; I=10; S=6) vedi monete sugli occhi 8. [Condannato] perché colpevole (in ebraico "mw ms" oppure "ky ms")

9. Adar (in rosso sotto "NNazarennos": in ebraico, è il mese primaverile del Calendario ebraico, periodo della Pasqua ebraica

(Cfr. Sindone La presenza misteriosa - in C'over Tutta un'altra storia - pubblicazione mensile diretta da Vincenzo Manes - N. 1 Aprile 2010 p. 23)

 

Prima di questa scoperta Mons. Giuseppe Ghiberti, appartenente alla Commissione diocesana di Torino per la Sindone, aveva affermato: L'uomo della Sindone è un crocifisso morto. Il nome sulla Sindone non è scritto. Non è scritto nemmeno "perché" è stato crocifisso; né "quando" è accaduto questo". Ma per me è abbastanza spontaneo dire: "Mio Signore Gesù! " (dal documentario TG 2 dossier di Laura Gialli "Sacra Sindone" del 27 Marzo 2010) - TG 2 Dossier

 

Con gli studi di Barbara Frale Si riescono a ricostruire le espressioni di Nnazarennos (parola in lingua greca che, secondo la storiografa, non sarebbe stata scritta dai primi cristiani, per i quali l'uso di quel nome era una eresia in quanto strettamente legata all'umanità di Gesù): lo scrivano non conoscerebbe bene il greco - rileva  - perché raddoppia la lettera "n". [Ma - mi chiedo - questa doppia "N" non sarà stata scelta per voler dire le due nature di Gesù, quella divina e quella umana, unite nell'unico Io del Verbo di Dio, seconda persona della SS. Trinità? ndr]; (T)iber[iou], in greco, l'imperatore romano Tiberio Cesare, del tempo di Gesù; in nece[m], latino="a morte"; mw ms, ebraico= "perché trovato [colpevole]"; ada(r), in lingua ebraica è il mese primaverile in cui, secondo l'usanza, dopo un anno di purificazione nella fossa comune dei condannati alla croce, il defunto crocifisso poteva essere riconsegnato ai parenti; chiude la serie di parole la firma, in greco, di un burocrate: pez(o)  "eseguo io".

 

(Cfr. Manuela Marostica, La Sacra Sindone - IL volto del Mistero, il Seminatore, Milano 2010)

 

Dal documentario

 Top Secret "Mistero della Sindone" - Rete 4 del 4-04-2010

Sulle parole scoperte nel lenzuolo funebre di Torino attorno al volto del condannato a morte, ci sono indizi che ci riportano al primo secolo dopo Cristo. Nel 1968 il latinista Aldo Marazzoni, individuò delle scritte non visibili ad occhio nudo. Nello Balossino, ricorda che il ricercatore più famoso che ha scoperto alcune parole scritte sulla Sindone è André Marion. Barbara Frale ha tentato di decifrarle con l’aiuto del professor Massimo Capazzo, autorità della papirologia italiana del primo secolo. Queste tracce di scrittura sulla Sindone – dice la Frale – hanno le caratteristiche di scritture degli inizi del primo secolo e sono confrontabili con papiri del tempo di Tiberio Cesare; hanno tutti i caratteri di un documento di sepoltura, che restituisce un’immagine laica, potremmo dire, di quest’uomo: non c’è nessun riconoscimento di santità o divinità; viene trattato – da chi scrisse questo documento – come un condannato a morte. Le scritte dicono: Gesù Nazareno, rimosso all’ora nona, condannato a morte; poi c’è una data che dovrebbe essere il 16° anno di Tiberio, che corrisponde all’anno 30, anno della crocifissione di Gesù nei Vangeli. Queste informazioni sono in tre lingue diverse (come sul titolo di condanna fatto affiggere alla croce da Ponzio Pilato, così come scrive Giovanni: 19,[20]Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove fu crocifisso Gesù era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco).

 

 

Sono leggibili anche un gruppo di lettere "SB", a destra della bocca, sulla E, alto circa 3 cm, con base rivolta all'esterno del lenzuolo. Per André Marion si può trattare di una sigla. Egli pensa a Baldovino II che sarebbe stato uno dei proprietari del lenzuolo (notizia peraltro priva di riscontro storico certo). Quindi, Signum Baldini (che la Frale corregge in Balduini; p. 112).

 

Cfr. Andrea Nicolotti, La leggenda delle scritte sulla Sindone, in MicroMedia Aprile 2010 pp. 67-79 ora sul web

 

 

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