Percorsi di Fede |
"Il Codice da Vinci" di Dan Brown
Una risposta competente al romanzo
Intervista a Marco Fasol
Laureato in Filosofia all'Università cattolica di Milano e diplomato in Scienze religiose presso l'Istituto "San Pietro martire" di Verona, docente di Filosofia e storia nei Licei classico e scientifico di Verona. Tra le sue pubblicazioni “Il Codice svelato - Le fantasie del Codice da Vinci e la realtà storica" - Editrice Fede & Cultura
Il Codice da Vinci di Dan Brown è un thriller che può tuttavia suscitare domande importanti quanto la nostra stessa vita; diventa allora un'occasione per cercare una risposta documentata e non romanzata (dalla Introduzione al libro di Marco Fasol, "Il codice svelato").
1. I vangeli apocrifi sono gnostici, quali gli elementi che sono in antitesi al cristianesimo?
La maggior parte dei vangeli apocrifi sono gnostici. Questi vangeli sono esclusi dagli storici come fonti non attendibili per conoscere la vera vita di Gesù Cristo in base a questi criteri:
a) sono vangeli tardivi, del II, III e anche IV secolo; scritti dunque a cento, duecento ed anche trecento anni di distanza;
b) sono di un altro contesto culturale: usano parole greche, astratte, assolutamente estranee al contesto culturale giudaico del primo secolo. Parlano di "eoni, arconti, emanazioni, pleroma, sizigie..:" che sono tutti concetti astratti tipici del neoplatonismo. Interessanti per farci capire la filosofia neoplatonica, ma incompatibili con il lessico ebraico;
c) sono di uso isolato, circoscritto all'Egitto, mentre i quattro vangeli canonici sono usati in tutto il mondo antico, dalla Palestina, alla Siria, alla Grecia, all'Egitto, all'Asia minore, a Roma ecc. sono cioè "cattolici", cioè universali;
d) infine i vangeli apocrifi non hanno plausibilità esplicativa: non spiegano con una sequenza coerente gli eventi, ma sono trattati filosofici senza nessuna preoccupazione di raccontare e spiegare gli eventi. (P.S. nel mio libro "Il Codice svelato" spiego più diffusamente questi criteri).
2. L'opera di Dan Brown ci porta a riscoprire la storicità della nostra fede, con quali elementi basilari?
Abbiamo addirittura 5.300 codici del Nuovo Testamento, una cifra immensa, con una concordanza straordinaria del testo in tutti questi codici.
Abbiamo un sottofondo aramaico ed ebraico nel greco dei quattro vangeli, il che dimostra che sono stati scritti e pensati da autori ebrei, quindi da testimoni oculari dei fatti.
Hanno tutti i vangeli canonici una coerenza interna, spiegano gli eventi, secondo la sequenza : annuncio e predicazione, miracoli, fede dei discepoli e scontro con il ceto dirigente giudaico e romano, processo, crocifissione e risurrezione. Sono i pilastri che sorreggono l'impianto narrativo dei Vangeli. Nulla di tutto questo nei vangeli apocrifi.
3. Nel Vangelo di Filippo si parla di Maddalena come "compagna" che veniva "baciata sulla bocca" da Gesù, che significato ha?
Il Vangelo di Filippo è molto tardivo, scritto a 200 e più anni di distanza, in una località dell'Egitto, non ha nessun sottofondo semitico, non parla mai di personaggi dell'antico testamento e questo dimostra che non è di origine ebraica. Usa l'espressione "compagna" che è greca ("Koinonos") (non aramaica come scrive Dan Brown, e non significa moglie, ma amica) e che significa amica, discepola, non certo moglie, come pretende Brown. Parla di bacio, ma non tiene conto che nella letteratura gnostica il bacio non aveva significato passionale, bensì comunicazione di verità. Come viene detto nel Vangelo stesso di Filippo. Si noti che nessun testo, né canonico, né apocrifo, parla di un matrimonio tra Gesù e la Maddalena. E' una semplice fantasia di Dan Brown.
Fonte: Copia cache (Web Diocesi cattoliche)
Vedi anche: Massimo Introvigne del CESNUR. Il codice da Vinci: Ma la storia è un'altra cosa. (Sito ufficiale CESNUR)
Vedi anche intervista su Zenit, il mondo visto da Roma
Vedi: Alessandro Zaccuri "Il Codice da Vinci: Molti soldi poca qualità" su "Letture" Novembre 2004
Vedi Gianfranco Ravasi: Gesù era sposato oppure no?
Vedi la cappella di Maria Maddalena nel Duomo di Cremona con tre quadri: Lavanda dei piedi. Ultima cena. Noli me tangere!
Io aggiungo. Certe teorie in circolazione da diversi anni sugli ipotetici "Anni perduti della vita di Gesù" non reggono se si tiene presente tutto il Nuovo Testamento: Vangeli, Atti degli Apostoli, Lettere di San Paolo, Lettere cattoliche e Apocalisse, testi fondati sulla esperienza e predicazione della Risurrezione di Gesù Cristo (gli Apostoli sono i testimoni oculari garanti, e ripetono che il corpo di Gesù non ha conosciuto la corruzione (Atti 2,23.31; 13,34-37) a compimento del Salmo 16(15),9-10.
La stessa teoria di un matrimonio di Gesù con la Maddalena scricchiola, se pensiamo all'Alleanza tra Dio e il suo popolo espressa nel linguaggio sponsale, già nell'Antico Testamento (Isaia 54,5; 61,10; 62,4-5; Geremia 2,2; 3,20; Osea 2,4; Cantico dei Cantici). Anche Gesù combattendo le critiche sul digiuno dei suoi discepoli si esprime così: "Finché hanno lo sposo con loro non possono digiunare; ma quando sarà loro tolto, allora digiuneranno" (Marco 2,19-20; vedi anche: Parabola delle 10 Vergini con lo Sposo in Mt 25,1ss; e Cristo sposo della Chiesa in 2 Corinzi 11,2: vi ho promessi ad un unico Sposo per presentarvi a Cristo come vergine casta. Anche Ef 5,21-33 sulla morale domestica; Apocalisse 21,2 sulla Gerusalemme celeste che scende dal cielo come una sposa adorna per il suo sposo).
Anche il vedere la Maddalena nell'ultima cena di Leonardo da Vinci è una forzatura: quel personaggio è Giovanni che parla con Pietro e tra loro è Giuda Iscariota che regge la borsa del denaro; gli apostoli con Gesù, sono 12. L'immagine della Maddalena si presta poi ad essere assimilata al popolo d'Israele che ha tradito l'Alleanza del Sinai (nell'Antico Testamento è usata l'immagine dell'infedeltà sponsale d'Israele vedi Ez 16,1ss) o alla Chiesa peccatrice ma redenta, che si scopre legata alla Nuova ed eterna alleanza per l'amore fedele e totale dello Sposo, dall'incarnazione alla sua finale glorificazione. La figlia che Maddalena avrebbe avuto con Gesù, Sara, richiama il riferimento simbolico alla moglie di Abramo che generò Isacco, il figlio della donna libera (Gal 4,22-31), dal quale è venuto Gesù, il Messia: "Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno, lo vide e fu pieno di gioia!" (Gv 8,56)
Le immagini sponsali sono applicate a Gerusalemme anche con la vedovanza in Baruc 4,12 quando la città santa, dimora di Dio, si sente sola, priva dello Sposo, abbandonata da molti dei suoi figli, lei che li aveva nutriti con la Parola di Dio e li aveva più volte rinfrancati nel suo Tempio santo.