Posta su di una delle tante colline che arricchiscono il panorama della provincia di Trapani, Salemi scruta l'orizzonte per trecentosessanta gradi, godendosi lo spettacolo di verde diffuso, solo a tratti interrotto da colture di grano ingiallito, che non deturpano, ma completano, il quadro campestre. Il verde sofferto degli ulivi si fonde con quello più intenso dei vigneti la cui abbondante e ricercata produzione costituisce la principale fonte di reddito. Sullo sfondo i riflessi dorati del sole che, all'orizzonte, si specchia nel mare. Il centro storico, nonostante gli insulti del sisma, mantiene la caratteristica medioevale con stradine strette e tortuose che formano, viste dall'alto, un irripetibile ricamo. Ricco di monumenti, è stato definito "paese aristocratico in senso culturale". Col nome di Alicia, fu fondata dagli Elimi. Sotto i Romani la città subì i soprusi di Verre e un suo cittadino, Sopatro, venne difeso da Cicerone. Gli Arabi, occupandola, gli cambiarono il nome in Salemi. La storia più recente ci ricorda la dittatura di Garibaldi, nel 1860. La città ebbe un ruolo determinante per il successo della spedizione. Salemi fu la prima capitale dell'Italia unita. Per il fiorire d’ingegni, venne definita "l'Atene del Vallo di Mazara". Città ricca di tradizioni folkloristiche di cui la Cena è una delle più conosciute manifestazioni è nota nel mondo della cultura per i monumenti. Le bellezze paesaggistiche meritano particolari attenzioni. L'insulto del sisma del 1968 è stato grave: ha compromesso seriamente ‑sfregiandolo ‑ il volto della città. Ma dove è stato possibile, è stato ricostruito, conservato, consolidato. Il centro storico, con le sue stradine, le sue palazzine, i suoi balconi caratteristici, testimonia la fiorente attività di un pregevole artigianato locale sul quale si è aperto l'interesse di molti studiosi. Si opera attraverso studi, progettazioni e interventi di vario tipo il recupero di tutto l'insieme per restituirlo alle generazioni a venire. Il tumulto delle forme, la singolarità delle situazioni ‑ quelle straordinarie soluzioni d'angolo dove un piccolo edificio assume, per forza di rapporti, le espressioni e gli eccessi di un grattacielo raccordando i livelli della casa al precipitare delle strade ‑ sono esaltati dalla ricorrenza delle forme dei magisteri murari…”, scrive Francesco Venezia. E, Clara Celeste Amato: " ... dopo il terremoto del 1968, la città ha una gran voglia di rinascere guardando al domani, senza perdere il collegamento con le radici. " Si recupera così il settecentesco Collegio dei Gesuiti, si progetta un poetico e rivoluzionario recupero della chiesa Madre, si restaurano e consolidano le chiese del centro storico. Il quartiere arabo del Rabato è divenuto un campo di sperimentazioni dell'Università di Palermo in cerca di costruire una banca dati per il recupero sia fisico che funzionale del quartiere. L'istituto internazionale di cultura ebraica "S. L. M." Ha in programma un concorso internazionale di progettazione che mira al recupero del vecchio insediamento della Misericordia ‑ la vecchia Giudecca ‑ anch'esso distrutto dal sisma del gennaio 1968. Il quartiere del Carmine è all'attenzione della cultura internazionale, mentre quello di S. Francesco di Paola è stato in buona parte ricostruito. La città riacquista il suo volto perché il suo passato "si arresti". Ma Salemi è anche la magnificenza dell'altipiano attiguo, fin dal 700 adibito a zona di residenza stagionale. La sua bellezza, nota prima ai Romani e poi agli Arabi, ha avuto in questi ultimi decenni un eccezionale sviluppo tanto da essere considerato il luogo preferito per un sereno soggiorno. Il verde diffuso nasconde antiche e moderne villette ombreggiate da alberi d'alto fusto, secolari, protetti dall'amore che il salemitano ha nutrito da sempre per le piante. Il clima costante, la ricchezza delle sorgenti fanno della campagna salemitana il luogo preferito per la villeggiatura. "Quando parlavo della dimensione nascosta della Sicilia che sarebbe interessante che fosse conosciuta all'esterno ‑ ci ha detto il prof. Edoardo Benvenuto, preside della facoltà di Architettura dell' Università di Genova pensavo in cuor mio a questa sorta di altipiano magnifico, ricco di verde straordinario, di una vegetazione anche inedita rispetto a quello che si trova altrove e con questa residenzialità ad altissimo livello". E il prof. Francesco Venezia sui sedili di pietra scolpita delle ville di Salemi: "Abitano i parchi, si accostano agli ingressi, si dispongono lungo le siepi, si riparano nelle nicchie. Con la loro presenza muta ricordano i modi di vivere in una dimora di campagna, la raffinatezza di chi li ha voluti. Con la loro bellezza testimoniano la perizia di chi li ha intagliati".
Salemi è anche questo.
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