Immagini (di Michele Casanova Crepuz)
e poesie (di Silvio De Bernardin Stadoan)
inserite nel "Lunario 2006" edito da CostaltArte



A Vissada

Non Visdende feroce
di selve ombrose, cupa
risonante di muggiti
per l'ampia conca
e di richiami di pastor;
oggi la verde visione
dell'ascosa Vissada
io dirò, che l'anima
m'inonda con la nostalgia
d'un lontano passato
pieno di soavi cose.
Erofanciullo e il genitore
ivi m'accompagnò
in un mattino di maggio.
Salimmo, ed egli mi prendeva
per mano ove più aspro
si faceva il cammino.
Salimmo. Ed oltre agli anfratti
umidi che il sole
illumina di sbieco,
oltre le dolomitiche rupi
con le sonanti acque
sul fondo, d'improvviso
ecco schiudersi ai miei occhi
stupiti la silente valle.
Sale la breve con valle
per dolci poggi
fino sul Costone,
e tutt'intorno circonfusi
di luce ridono il mite
Schiaron il San Daniele
e il Longerin dalle marmoree
torri. Oh come brillavano
le sue erbe in quel mattino
tiepido di maggio,
come la terra verginale
al cielo insieme mandava
i suoi grati odori.
A quell'armonia di selvaggi
effluvi e di colori,
il genitore ed io muti
restammo, chè tutta
l'anima nostra era nei sensi.
Pieno il cor di quel grato
ricordo, vi ritornai giovanetto
quando alla fervida mente
nuovo e magico appariva
il bucolico canto virgiliano.
Il suono dei miei passi solitari
Eco ripeteva
di monte in monte:
e dai dritti tronchi d'abete,
dai ceppi di larice annosi
s'affacciavano furtivamente
le Driadi a rimirarmi;
sorgevano dai ruscelli
mormoranti tra l'erbe
e le genziane in fiore
le Naiadi occhi - di - mare;
e Febo dall'alto spandeva
sulla quieta vallata
una gran pioggia d'oro.

Silvio De Bernardin Stadoan

Precedente-Seguente
MENU' INIZIALE