"TRISTEZZA
MI INVADE"
Memorie della vita militare
scritte da Celeste Casanova Fuga Bola
(dal 1913 al 1915)
XIV - NOVEMBRE 1914
Il cielo era tutto coperto da una
nebbia fitta e tirava un'aria fresca di tramontana. Il sole cominciò
a spuntare rischiarando languidamente la natura. Tutti cominciammo
ad alzarci, e contro il solito nella baracca regnava un grande
silenzio. Su ogni volto verso cui si volgeva lo sguardo, si poteva
leggere un po' più di serietà dei giorni precedenti,
sebbene fossero tutti giovani spensierati dai venti ai ventitré
anni: in quel giorno si commemorava con un sacro pensiero i trapassati.
Ognuno, volgendo il pensiero a quei lontani lidi, vedeva dormire
il sonno eterno di qualche caro, dentro a quei tristi avelli.
Vennero le otto, col segnale dell'adunata e tutti si radunarono
nel solito posto. Con i superiori ci dirigemmo poco lungi dal
fronte, dove era posta la tomba di un capitano caduto sul campo
di battaglia, vicino alle roventi mitragliatrici; lì ciascuna
compagnia depose una piccola corona. Il comandante del battaglione
ci fece una piccola morale ed in tanti volti si vedeva spuntare
qualche lacrima. Terminata che fu, il capitano più anziano
ci fece presentare le armi, quindi volgemmo i nostri passi verso
il fronte.
Una mestizia insolita cominciò ad invadermi. Lontano in
quel caro suolo natio vedevo le spoglie di quell'anima cara,
la falce inesorabile della morte che troncò innanzi tempo
una si immatura esistenza. Volsi lo sguardo al cielo mormorando
una preghiera e seguii i miei compagni.
Il giorno di San Martino si ebbe una gran festa, con tanti giochi
e ci si divertì molto.
Alla metà del mese ci venne dato il cambio e ritornammo
a Tobruck. Io ebbi per la seconda volta una piccola indisposizione,
che mi cessò dopo qualche paio di giorni. Il resto passò
tranquillamente. |