"TRISTEZZA
MI INVADE"
Memorie della vita militare
scritte da Celeste Casanova Fuga Bola
(dal 1913 al 1915)
XIII - OTTOBRE 1914
Ecco che rientra ottobre, quel
bel mese che porta gaiezza in tutti i cuori, tanto nei cari paesi
della nostra bella Italia, dove vengono raccolti gli ultimi frutti
della stagione, dove tanti cuori di giovani e vecchi, tutti beati
e contenti, cantando dei versi popolari sono intenti a vendemmiare,
quanto in questo terzo suolo italiano, nel quale cominciano le
prime piogge della stagione e la popolazione comincia a preparare
i suoi campi per la semina (l'orzo è l'unico prodotto
di questa terra). Il sole comincia a diminuire la forza dei suoi
raggi e le notti diventano molto fredde.
In questa mese si seppe che il nemico sulla nostra sinistra stava
facendo delle grandi mosse, andando sempre rafforzandosi, ma
con tutto ciò non si faceva mai vedere da vicino.
Una sera di domenica mi misi a letto prima del solito. Ero assorto
da mille pensieri e non potevo trovar sonno. Pian pianino, per
non disturbare il dolce sonno dei miei compagni, scesi dal mio
giaciglio, infilandomi i pantaloni, e andai a sedermi sopra un
sasso davanti alla baracca. Era una bella sera silenziosa, senza
un brivido d'aria. La luna era assente e migliaia di stelle brillavano
nel firmamento, come se fossero messe a gara.
In mezzo a quel silenzio sepolcrale, fantasticando vedevo il
mio caro paesello lontano lontano, in mezzo a quella fertile
campagna coronata da superbe montagne, ove tanti cuori attendono
ansiosi il momento di poter abbracciare i loro cari lontani,
quelle piccole strade gremite di centinaia di coppie di giovani
d'ambo i sessi, che vanno passeggiando, ridendo e vocia,do tutti
lieti e beati. Tra quelle anime contente mi pareva di scorgere,
in un piccolo praticello coperto di fiori, la testolina bionda
d'una giovinetta tutta pensierosa, che andava girando lo sguardo
smarrito, come per cercare qualcosa. Intanto, nello stesso tempo
vedevo che si levava un foglio dal seno e cominciava a scorrerlo.
Mi sovvenne d'ogni passato ed un brivido mi passò per
le ossa; quindi mi alzai e tornai a riposarmi.
Nessun inconveniente successe in questo tempo: i soliti lavori
alle strade ed una cisterna dalla portata di trenta tonnellate
furono le nostre occupazioni. |