Storia di Costalta

(a cura di Alessandro Sacco e Giandomenico Zanderigo)

7 - "Anni penuriosi" (1704)

Nello stile prolisso tipico dell'epoca, il documento, fra i tanti del genere, mostra il ''comun"' ridotto ad una '"San Vincenzo" costretta a svendere il suo legname per poter alimentare una massa di affamati, qual era la maggior parte dei regolieri del tempo. Non si contratta nemmeno il prezzo del legname: lo si rimette alla "solita prudenza et ingenuità del predetto Nobil Huomo ...", dove ingenuità sta per candore, sincerità, bonarietà, che non eran qualità d'un Poli. Ma ''sior" Gianfrancesco stava a Venezia o nelle sue ville del Friuli e quassù gli affari glieli faceva un suo '"sansèi", che era venuto in assemblea forse con la borsa dei "cecchini" tintinnanti e persuasivi per una deliberazione unanime e senza tante discussioni da parte dei regolieri (Nota 1).

Anche e soprattutto questa fu la regola. Oggi la miseria, quella materiale, è scomparsa ed i regolieri non lavorano più nei loro boschi per aver diritto alla "dispensa". Ma l'amministrazione ha fatto progressi?

Anno Domini 1704, 18 maggio.
In San Piero di Comelico et casa et studio del padre di me infrascritto nodaro, presenti ecc., dove constituiti hoggi appresso di me nodaro et testimoni infrascritti ser Bernardin quondam Simon di Bernardin di Stavello et ser Zanbattista quondam ser Iacomo Casanova di Costalta, laudadori attuali del Magnifico Comun d'Oltrarino, quali qui presente, con la presenza et assistenza del padre di me nodaro, di ser Zanbattista quondam Osvaldo Stadoán et di ser Valentin quondam altro Valentin Pradetto, deputadi, riffersero a me nodaro haver hoggi d'ordine del spettabile signor Gio Zandonella dell'Aquila, marico attuale del precitato commune, hora absente, ridoto et convocato nel publico pavion (Nota 2), loco solito, l'huomini et regolieri d'essa università, et ivi in pieno et publico commune haver ricordato et proposto, tra altri affari, specialmente il modo di tenere circa il proveder questo publico di biade, de dinaro in questo anno si penurioso per via di tempesta, e restò preso et deliberato con parte mandada (Nota 3) dal predetto laudador di Bernardin et vice marico, expressa con pieneza di voti, che li legni tagliati in questi giorni prossimamente passati et che tagliaràno per uso di mercantia (Nota 4) in questo anno, di li dare e concedere, come per virtù della presente publica parte dano et conferiscono, al Nobil Huorno ser Gio Francesco Poli, et in pagamento di questo taglio s'è esibito et dichiarato in publico commune ser Antonio Pomarè, agente del preacenato Nobil Huomo a nome come dice del sudetto Nobil Huomo Gio Francesco Poli suo patrone, di contare di presente alli sudetti laudadori, o a chi da essi sarà commandato, un cechino (Nota 5) per cadaun particolare di questo conmlune et una calvia di segalla et lire cento di sorgo entro il prossimo et venturo mese di luglio, et per il rimanente segnate che saranno le taglie; qual essibitione intessa, fu parimente da detto comune a pieni voti accettata, rimettendo il prezzo nella solita prudenza et ingenuità del predetto Nobil Huomo, contentando et non volendo avere come comandarà esso Nobil Huomo, e fatto il prezzo, la parte ch'haverà da esser reffatta sia reffatta; che così reffersero et volsero che da me nodaro fusse notato.

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NOTE:

1)Il documento si trova in copia presso la "Biblioteca cadorina", Archivio De Pol, n. 113.
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2)"Pavión" o "pubblico padiglion" è una specie dl tettoia o portico dove si riuniva l'assemblea.
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3)Parte mandada: su deliberazione proposta.
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4)Per commercio.
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5)Zecchino.
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