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- "Anni penuriosi" (1704)
Nello stile prolisso tipico
dell'epoca, il documento, fra i tanti del genere, mostra il ''comun"'
ridotto ad una '"San Vincenzo" costretta a svendere il suo legname
per poter alimentare una massa di affamati, qual era la maggior parte dei
regolieri del tempo. Non si contratta nemmeno il prezzo del legname: lo
si rimette alla "solita prudenza et ingenuità del predetto Nobil
Huomo ...", dove ingenuità sta per candore, sincerità,
bonarietà, che non eran qualità d'un Poli. Ma ''sior"
Gianfrancesco stava a Venezia o nelle sue ville del Friuli e quassù
gli affari glieli faceva un suo '"sansèi", che era venuto
in assemblea forse con la borsa dei "cecchini" tintinnanti e persuasivi
per una deliberazione unanime e senza tante discussioni da parte dei regolieri
(Nota 1).
Anche e soprattutto questa fu la regola. Oggi la miseria,
quella materiale, è scomparsa ed i regolieri non lavorano più
nei loro boschi per aver diritto alla "dispensa". Ma l'amministrazione
ha fatto progressi?
Anno Domini 1704, 18 maggio.
In San Piero di Comelico et casa et studio del padre di me infrascritto
nodaro, presenti ecc., dove constituiti hoggi appresso di me nodaro et testimoni
infrascritti ser Bernardin quondam Simon di Bernardin di Stavello et ser
Zanbattista quondam ser Iacomo Casanova di Costalta, laudadori attuali del
Magnifico Comun d'Oltrarino, quali qui presente, con la presenza et assistenza
del padre di me nodaro, di ser Zanbattista quondam Osvaldo Stadoán
et di ser Valentin quondam altro Valentin Pradetto, deputadi, riffersero
a me nodaro haver hoggi d'ordine del spettabile signor Gio Zandonella dell'Aquila,
marico attuale del precitato commune, hora absente, ridoto et convocato
nel publico pavion (Nota 2), loco solito, l'huomini
et regolieri d'essa università, et ivi in pieno et publico commune
haver ricordato et proposto, tra altri affari, specialmente il modo di tenere
circa il proveder questo publico di biade, de dinaro in questo anno si penurioso
per via di tempesta, e restò preso et deliberato con parte mandada
(Nota 3) dal predetto laudador di Bernardin
et vice marico, expressa con pieneza di voti, che li legni tagliati in questi
giorni prossimamente passati et che tagliaràno per uso di mercantia
(Nota 4) in questo anno, di li dare e concedere,
come per virtù della presente publica parte dano et conferiscono,
al Nobil Huorno ser Gio Francesco Poli, et in pagamento di questo taglio
s'è esibito et dichiarato in publico commune ser Antonio Pomarè,
agente del preacenato Nobil Huomo a nome come dice del sudetto Nobil Huomo
Gio Francesco Poli suo patrone, di contare di presente alli sudetti laudadori,
o a chi da essi sarà commandato, un cechino (Nota
5) per cadaun particolare di questo conmlune et una calvia di segalla
et lire cento di sorgo entro il prossimo et venturo mese di luglio, et per
il rimanente segnate che saranno le taglie; qual essibitione intessa, fu
parimente da detto comune a pieni voti accettata, rimettendo il prezzo nella
solita prudenza et ingenuità del predetto Nobil Huomo, contentando
et non volendo avere come comandarà esso Nobil Huomo, e fatto il
prezzo, la parte ch'haverà da esser reffatta sia reffatta; che così
reffersero et volsero che da me nodaro fusse notato. |
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NOTE:
1)Il documento si trova in copia
presso la "Biblioteca cadorina", Archivio De Pol, n. 113.
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2)"Pavión" o "pubblico
padiglion" è una specie dl tettoia o portico dove si riuniva
l'assemblea.
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3)Parte mandada: su deliberazione
proposta.
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4)Per commercio.
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5)Zecchino.
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