11-12-2007
Si conclude con lo sgombero dei
locali della canonica di Costalta il braccio di ferro tra Comune
e gruppi culturali
Chiude la "Ceda dal
Comitato"
Gli sfrattati denunciano agli abitanti della frazione
di aver subito violenza dal potere politico e religioso
Crescono rabbia e delusione a Costalta , "privata"
della "Ceda dal Comitato", situata al pianoterra della
canonica.
Domani, 12 dicembre, scade l'"ultimatum" dell'amministrazione
comunale di San Pietro, che ha ordinato lo "sgombero di
persone e cose". Ultimatum rispettato. E in anticipo. Nei
giorni scorsi i due gruppi interessati hanno raccolto tutto e
lasciato completamente libere le stanze. Si conclude così
una vicenda che già in passato era stata sollevata per
chiudere lo spazio utilizzato da decenni da numerose persone
per organizzare attività culturali, ricreative, sportive,
musicali, artistiche e sociali. Lì erano nati i testi
e le canzoni del Gruppo musicale che hanno portato il nome del
paese e dell'intera vallata ovunque il sodalizio si sia esibito,
in Italia e all'estero; lì il Comitato turistico ha promosso
le molte iniziative per i bambini (che proprio in questi giorni
stavano "provando" una rappresentazione teatrale),
i giovani, gli adulti, gli anziani.
Nei giorni scorsi, in tutte le case del paese è giunta
una lettera, a firma
del presidente del Gruppo musicale, Lucio Eicher Clere, in cui
si ripercorrere la storia della "Ceda dal Comitato"
e le azioni intraprese dall'Amministrazione comunale per il paese,
dal 2004 in poi, che ruotano attorno allo stop al meublé
in via Villa, alla chiusura dell'asilo e delle elementari, alle
malghe di Londo e Antola. «Il paese intero di Costalta
, i ragazzi, i giovani, gli anziani che si ritrovavano lì
per una festa annuale, la corale parrocchiale, l'associazione
CostaltA rte, non dovevano subire la violenza dell'esproprio
di uno spazio di libera aggregazione - si legge nel testo - per
una decisione autoritaria presa in accordo tra potere politico
e potere religioso». Per protesta chi operava in parrocchia
ha rimesso tutti gli incarichi.
Mentre è già partito a tamburo battente, in tutta
la provincia, un appello
per salvare il paese. A lanciarlo è stato l'artista Claudio
Michelazzi. Tra i primi che hanno risposto, inviando una mail
all'indirizzo costalta libera@libero.it vi è l'assessore
di Auronzo Tatiana Pais Becher. «Sembra tutto così
incredibile - afferma l'esponente del Pd, che auspica la creazione
di "una rete di protesta" per «reclamare il diritto
alla libertà di espressione, alla cultura, a tenere in
vita la mente nei nostri piccoli paesi di montagna» e l'organizzazione
di una serata di protesta utilizzando la cultura come arma affinché
"quell'onda diventi un uragano capace di travolgere anche
il cuore degli amministratori insensibili alla cultura».
Yvonne Toscani |