COSTALTA DELENDA NON EST!
Cittadini, uomini liberi, artisti, intellettuali del Comelico,
del Cadore e della Provincia di Belluno, questo è un appello,
una richiesta di solidarietà da un uomo libero delle nostre
terre. Come saprete Costalta è una realtà atipica
della montagna. E' un paese che, grazie all'impegno di molte
persone, all' impegno degli amici del "Comitato Turistico"
e del "Gruppo Musicale di Costalta", impegno che dura
da trent'anni, ha acquisito, una particolarità sociale
ed artistica ricca e complessa. Una particolarità che
rende questo piccolo centro un nucleo vitale, propulsivo per
tutta la nostra terra.
Già da diverso tempo è insistente il tentativo,
da parte di poteri amministrativi locali e di poteri religiosi
che utilizzano subdole modalità di azione reazionarie
e neofasciste di voler impedire l'aggregazione sociale, il dibattito
e le proposte culturali ed artistiche, la discussione civile,
che fortemente caratterizzano il tessuto sociale di questo paese
di montagna che non vuole rimanere in silenzio, conscio che la
montagna si può salvare solo in montagna e non nei palazzi
di una città.
Queste modalità che scoprono un tentativo di voler reprimere
una capacità ed una volontà critiche, una forte
propositività sociale, una indiscutibile vitalità
organizzativa ( come ai vecchi tempi del fascismo si chiudevano
sedi di partito, redazioni di giornali, luoghi di pubblico incontro
e di scambio culturale), di voler impedire una crescita intellettuale
ed artistica, hanno colpito nuovamente la realtà di Costalta.
Dopo le varie chiusure di scuole ed asili, quindi di luoghi pubblici
di interscambio e di conoscenza, ora è venuto il momento
dello "sfratto" da quel centro polifunzionale, la "Ceda
dal Comitato", dove ci si incontrava per serate culturali,
di poesia, di musica e di teatro, ci si incontrava per discutere,
per organizzare manifestazioni e impegno civile, adattato e restaurato
in diversi anni, dai volontari del "Comitato Turistico"
e del "Gruppo Musicale di Costalta".
La "Ceda dal Comitato" situata al pianterreno della
casa canonica (Ahimè meglio sarebbe stata una casa colonica
che un "colonico" ha più dignità di qualche
canonico).
Ora è vuota, chiusa, morta per volontà della Curia
Vescovile e del Comune. E tutto questo per ridurre al silenzio,
per fare terra bruciata di una realtà scomoda, critica,
propositiva. Una realtà che pesa, poiché realtà
libera, al potere politico ed al potere religioso e alle loro
oscure macchinazioni di stampo massonico.
Ora Costalta rischia una desertificazione sociale, che la renderebbe
simile a molti paesi limitrofi.
Ora gli amici volontari del "Comitato Turistico" e
del "Gruppo Musicale di Costalta" che si impegnavano
da anni anche in seno alla parrocchia di Costalta, essendo cittadini
credenti e praticanti a differenza mia, con giusta causa hanno
lasciato ogni loro attività relativa.
Ora la parrocchia di Costalta non ha più catechiste, gruppo
corale, attivisti impegnati, membri del consiglio pastorale.
Ora, alla parrocchia di Costalta restano le beghine e le piagnone
attaccate alla sottana del parroco, inutili per una crescita
civile.
Ora Costalta non ha più centri di ritrovo giovanile e
di scambio culturale ed artistico.
Se le cose dovessero continuare così, chi è stato
la causa di un tale disfacimento verrà ricordato dai posteri
come stolto e crudele, o semplicemente come un incapace privo
di dignità umana.
Io, da uomo libero, auguro agli amici di Costalta che non avvenga
ciò che, con grande poesia avevano scritto in una loro
canzone: "Sinvà sto pöra pöins verso n'inverno
fröido, e forse n'autra insuda par nöi n gnarà
pì
" perché la fine di una realtà
sociale e culturale come quella di Costalta sarebbe la perdita
più grave per la nostra terra.
E' per questo che chiedo a tutti voi una partecipazione emotiva
e non solo, inviando alla mail costaltalibera@libero.it
le vostre idee, il vostro appoggio, la vostra protesta civile.
Grazie a tutti.
Claudio Michelazzi
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