Gruppo musicale di Costalta
32040 Costalta
Quest'anno il Gruppo musicale di Costalta compie il suo 25°
anno di attività nel campo della cultura, dello spettacolo,
della musica. Come regalo per le sue "nozze d'argento"
con il paese, di cui ha voluto mantenere il nome nell'intestazione,
consentendo di portare Costalta dovunque il Gruppo si sia esibito,
l'amministrazione comunale di San Pietro, in accordo con la Curia
di Belluno, gli ha dato lo sfratto dalla sede al piano terra
della canonica di Costalta.
Non era la prima volta che da San Pietro, in accordo con qualche
assessore o consigliere di Costalta, si tentava di chiudere quello
spazio di aggregazione che era la "Ceda dal Comitato".
Lo aveva già fatto il sindaco Varzi Pradetto negli anni
Novanta, ma allora il parroco don Sergio Tessari s'era opposto,
affermando che la canonica era di competenza della parrocchia,
benchè intestata catastalmente al Comune, e che egli affidava
gli spazi del piano terra a persone di sua fiducia.
Non serve richiamare alla mente alla gente di Costalta, ed alle
centinaia di persone di fuori, che hanno frequentato gli spazi
gestiti da Comitato e Gruppo musicale, in quale modo essi siano
stati mantenuti e ristrutturati a spese dei due gruppi, senza
alcun contributo né della parrocchia, né tantomeno
del Comune; quali e quante siano state negli anni le iniziative
organizzate in favore di bambini, giovani, adulti, anziani:
dalle feste dei vecchi dei primi anni Settanta del secolo scorso,
al teatro per bambini delle ultime settimane di apertura della
Ceda dal Comitato, passando per tutte le attività ricreative,
sportive, culturali, musicali, artistiche svoltesi in 35 anni
di lavoro di volontariato di decine di persone ben intenzionate
e disinteressate.
Nel solo anno 2006 il Gruppo musicale di Costalta, per la ristrutturazione
della Ceda dal Comitato, ha sborsato dalle sue casse quasi 12
mila euro di spese, tutte documentate con fatture e note di spesa.
E oltre all'esborso di denaro c'è stato il lavoro gratuito
di una ventina di persone, soprattutto giovani, che avevano piacere
di rinnovare anche esteticamente le stanze che consideravano
il loro luogo di incontro privilegiato. Ma se si dovesse andare
indietro negli anni non ci si sbaglierebbe a quantificare in
70-80 milioni delle vecchie lire gli interventi di miglioramento
della struttura.
La Ceda dal Comitato è stata lo spazio creativo del Gruppo
musicale di Costalta; lì sono nate canzoni e scene teatrali;
lì hanno provato decine di persone susseguitesi negli
anni come cantori e musicisti; lì sono state registrate
le ultime dieci incisioni del Gruppo. Che tutto questo lavoro
venga misconosciuto e subisca un ordine di "sgombero di
persone e cose" a firma di un tale, che la minoranza degli
elettori del Comune di San Pietro ha eletto sindaco, in accordo
con un altro tale che presiede le operazioni burocratiche della
Curia di Belluno, è umiliante ed offensivo non tanto e
non solo nei confronti del Comitato e del Gruppo musicale di
Costalta, ma soprattutto nei confronti della comunità
paesana di Costalta. Chi ha costruito la canonica nei primi anni
Quaranta, con lavoro di volontariato, sul terreno della Regola?
Chi l'ha mantenuta e valorizzata in questi oltre sessant'anni?
Il Comune di San Pietro? La Curia di Belluno?
Il Gruppo musicale di Costalta, per sua fortuna, non ha bisogno
di quegli spazi per continuare la sua attività di prove
e registrazione. Né il Comitato ha interessi di qualche
genere a proseguire le iniziative degli scorsi anni. Essi si
sono già ritirati in buon ordine.
Ma il paese intero di Costalta, i suoi ragazzi, i suoi giovani,
i suoi anziani che si ritrovavano lì per una festa annuale,
la corale parrocchiale, l'associazione CostaltArte, non dovevano
subire la violenza dell'esproprio di uno spazio di libera aggregazione,
per una decisione autoritaria presa in accordo tra potere politico
e potere religioso.
Per chi ha conosciuto e subito gli anni del Sissismo, questo
è l'ultimo di una serie di atti volutamente portati a
termine contro il paese di Costalta, per renderlo morto come
sono gli altri del comune di San Pietro. E' chiaro che, senza
la complicità dei rappresentanti del paese di Costalta
in consiglio comunale ed in giunta, quel tale che firma gli atti
non avrebbe potuto raggiungere i suoi obiettivi. Per opportuna
memoria, il Sissismo anticostaltese ha avuto inizio nel 2004,
quando una delle prime delibere ha bloccato lo sviluppo turistico
del paese, impedendo la realizzazione di un meublé in
via Villa; è proseguito nel 2005, l'anno della chiusura
delle elementari e dell'asilo, e lo spostamento del seggio elettorale
negli scantinati maleodoranti del polisportivo;
per arrivare al 2006, con la chiusura delle due malghe dove gli
agricoltori di Costalta monticavano da un millennio; ed ora nel
2007 la chiusura della canonica, con la complicità della
Curia.
Colgo l'occasione di questa lettera per esprimere solidarietà
alle vittime del Sissismo:
- ai signori Luigi e Sonia Eicher Clere, che non hanno più
potuto realizzare il loro progetto di struttura alberghiera nella
casa di legno "Ceda di Bais";
- ai genitori, ai nonni, ai bambini passati, presenti e futuri
di Costalta, che si sono visti togliere il diritto, che lo Stato
continuava a riconoscere loro, di avere l'insegnamento negli
edifici scolastici del loro paese;
- agli agricoltori di Costalta, in particolare alla cooperativa
"Peralba", che aveva il diritto millenario di monticare
a Londo, e che per qualche "vile euro" si è
vista espropriare la malga in favore di un allevatore pusterese;
e alla famiglia Casanova Borca, che tiene aperta da decenni la
malga di Antola, costretta a ricorrere alla magistratura contro
il sindaco di San Pietro per tutelare i suoi diritti agricoli:
- ai ragazzi ed ai giovani di Costalta, che nella Ceda dal
Comitato trovavano il loro luogo di aggregazione sana e divertente,
e che si sono visti espropriare, da estranei in fascia tricolore
ed in veste talare rossa, senza alcuna spiegazione, dell'unica
struttura attrezzata per l'attività giovanile.
Mi auguro che questa ennesima umiliazione a Costalta possa far
riflettere sulla necessità di unire le forze positive
del paese e dell'intero comune, per arrivare alla liberazione
dal Sissismo e ad una convivenza "normale" in una comunità
da troppo tempo sottoposta a contrasti e beghe giudiziarie.
Costalta 1 dicembre 2007
Lucio Eicher Clere
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