ieri
Il comune di
Luserna, posto al confine con il Veneto, appare già frequentato in epoca
preistorica come le altre parti del vasto territorio di Lavarone e di Asiago.
Presso Luserna è stata infatti individuata la presenza di forni fusori con
ceramiche assegnabili all'età del ferro.
La storia medievale
segue quella della contermine regione di Lavarone. Già a quell'epoca era in
atto l'immigrazione di lavoratori tedeschi, in seguito chiamati "Cimbri".
L'abbondanza di foreste riattivò la fusione di minerali
col
conseguente intenso traffico tra le zone minerarie di Pergine e di Vetriolo.
Importante capitolo della storia di Luserna è la prima guerra mondiale quando,
per la sua importanza strategica di territorio di confine,l'ambito di Luserna,
come quello contermine di Lavarone e di Levico, fu trasformato dal Genio
militare austriaco in una munitissima piazzaforte chiusa da formidabili
fortezze, apportandovi forti modifiche paesaggistiche ed ambientali. Il Forte
Campo di Luserna, poco sopra il paese, fu perciò uno dei capisaldi della difesa
sud-orientale del Trentino e per l'offesa verso la Pianura Veneta. Fu
protagonista assieme agli altri Forti dell'altopiano, delle tre celebri
offensive austriache del maggio-giugno 1915, novembre 1917 e giugno 1918. Lo
stesso paese si trovò in prima linea, tanto che all'alba del24 maggio 195,
quando iniziò il cannoneggiamento contro il forte, a causa della fitta nebbia
che imperversava, i primi proiettili cedettero direttamente sull'abitato. La
popolazione fu evacuata precipitosamente e concentrata a Caldonazzo, di dove fu
fatta partire per la Boemia.
oggi
Ai
margini dell'Altopiano dei Sette Comuni, sul ciglio strapiombante che precipita
sulla Val d'Astico, il paese di Luserna con la frazione di Tezze, hanno
conservato il loro volto caratteristico, con i tetti delle case a sagoma tipica
(abbaini) ricoperti di lamiere fin dall'inizio del secolo quando un incendio
bruciò tutte le preesistenti coperture fatte con tavolette di larice (scandole).
Due, come detto, sono i nuclei urbani originari che formano l'abitato: Tezze e
Luserna. Fra loro si trovano la chiesa e il cimitero. Sono attorniati dai campi
a gradoni e dalle abetaie. Il territorio dell'isola
linguistica cimbra è
stato modificati, oltre che dagli imponenti manufatti di inizio secolo
realizzati dal governo viennese in vista della prima grande guerra mondiale,
dalle trasformazioni più recenti imposte dal turismo e dall'abbandono
progressivo delle attività agrarie da parte della popolazione residente. Così,
sopratutto nel paesaggio, l'impronta della colonizzazione medievale e del
bagaglio culturale di quelle genti sta scomparendo. La difesa dell'identità
cimbra è in parte all'Istituto Mocheno-Cimbro e dal Centro Documentazione
Luserna, che si propongono la salvaguardia linguistica e culturale del
patrimonio cimbro (c'è per questo una sezione specializzata nella Biblioteca
Comunale). La chiesa parrocchiale dedicata S.Antonio di Padova, eretta nel 1711,
ampliata nel 1776 e successivamente anche nel 1922 e restaurata in fine nel
1969-1970, mostra una decorazione pittorica dell'abside dell'artista Tevini.
Dalla chiesa di S.Zeno di Verona proviene invece l'altare maggiore, mentre il
battistero è settecentesco. L'industria turistica è in crescita, grazie
sopratutto alla stagione invernale,nella quale le piste di sci nordico sono
molto apprezzata (celebre la "Millegrobbe", competizione a tappe che
richiama annualmente sull'altopiano centinaia di atleti e di semplici
appassionati del fondo da tutto il mondo). Ma anche il turismo estivo va
prendendo piede: si tratta sopratutto di villeggianti riuniti in nuclei
familiari. A causa del
secolare isolamento, Luserna costituisce un'isola linguistica ed etnica di
grande interesse. Vi si parla ancora un corrotto antico dialetto tedesco, detto
"Cimbro",
simile a quello che si parlava nei sette comuni vicentini.
tratto da "Atlante
trentino" de L'Adige |