Chuck Palahniuk

 

Fight Club
1996 - Edimar, pag.215


 

 

Romanzo d'esordio di Chuck Palahniuk è la storia di una rivolta disperata contro il nostro sistema di vita, contro l'assurdità del consumismo e del capitalismo. Una rivolta che nasce dall'insonnia del protagonista che lo spinge a trovare un modo per trovare la serenità che può ricondurre il sonno. E la ritova tra i gruppi di sostegno ai malati gravi e terminali finchè a rovinare tutto non arriva Marla... L'unico modo è cambiare tutto, far saltare in aria tutto per cominciare tutto da capo, il tutto grazie al suo nuovo amico,Tyler Durden, e al fight club...

"Prima regola del fight club è che non si parla del fight club" .

 

***

 

l’inizio…

TYLER mi trova un posto da cameriere, dopodichè c’è Tyler che mi caccia una pistola in bocca e mi dice che il primo passo per la vita eterna è che devi morire. Per molto tempo però io e Tyler siamo stati culo e camicia. La gente sempre a chiedermi se sapevo o no di Tyler Durden.
Con la canna della pistola schiacciata in fondo alla gola Tyler dice: - Non moriremo sul serio -.
Con la lingua sento i fori del silenziatore che abbiamo praticato nella canna della pistola. Il grosso del rumore di uno sparo è quello dei gas in espansione, poi c’è il piccolo bang ultrasonico che fa il proiettile per la grande velocità a cui viaggia. Per costruire un silenziatore basta aprire fori nella canna della pistola, un sacco di fori. Così il gas può uscire e il proiettile viene rallentato sotto la velocità del suono.
Sbagli a fare i fori e la pistola ti esplode nella mano.
- Questa non è una morte vera -, dice Tyler. – Saremo leggenda. Non invecchieremo.-
Con la lingua mi sposto la canna nella guancia e gli dico, Tyler, tu stai pensando ai vampiri.
Il palazzo in cima la quale siamo adesso, tra dieci minuti non ci sarà più. Prendi fumante acido nitrico concentrato al novantotto per cento e lo aggiungi a un quantitativo triplo di acido solforico. Questo lo fai nel ghiaccio. Poi ci aggiungi glicerina goccia a goccia con il contagocce. Ottieni nitroglicerina.
Io lo so perché lo sa Tyler.
Mescoli segatura alla nitro e ottieni un bell’esplosivo plastico. Molta gente ci mescola cotone e ci aggiunge sali inglesi come solfato. Funziona anche così. Certa gente mette la paraffina nella nitro. Con me la paraffina non ha mai e poi mai funzionato.


***


Ti svegli al Cleveland Hopkins.
Ti svegli di nuovo al SeaTac.
Sei un proiezionista e sei stanco e rabbioso, ma più che altro sei stufo così cominci prendendo un fotogramma porno ricavato da qualche altro proiezionista che hai trovato nascosto da qualche parte in cabina e giunti questo fotogramma di un mezzo braccio di pene rosso o di una voragine di vulva bagnata in primo piano in qualche altro film.
Questa è una di quelle avventure di animali, dove il cane e il gatto vengono abbandonati da una famiglia che parte per un viaggio e devono ritornare a casa da soli. Nella terza pizza, subito dopo il cane e il gatto, che hanno voci umane e si parlano e hanno appena finito di mangiare roba trovata in un bidone della spazzatura, passa in un lampo un’erezione.
Cose che fa Tyler.
Un singolo fotogramma in una pellicola rimane sullo schermo per un sessantesimo di secondo. Dividi un secondo in sessanta parti uguali. Tanto dura l’erezione. Una torre di membro alto quattro piani sopra una platea di popcorn, rosso viscido e terribile, e nessuno lo vede.

***


E io non ero il solo schiavo del mio istinto di nidificazione. Gente che conosco, che una volta andava a sedersi in bagno con una rivista pornografica, adesso va a sedersi in bagno con un catalogo dell’Ikea.
Abbiamo tuti la stessa poltrona Johanneshov con lo stesso disegno Strinne a strisce verdi. La mia è precipitata per quindici piani, bruciando, dentro una fontana.
Abbiamo tutti le stesse lampade Ristampa/Har costruite con filo di ferro e carta ambientalistica, che non è passata attraverso il processo di sbiancatura. Le mie sono coriandoli.
Tutte quelle sedute in bagno.
Il servizio di posate Alle. Acciaio inossidabile. A prova di lavastoviglie.
L’orologio Vild da anticamera, di acciaio zincato, oh, non avevo potuto farne a meno.
La consolle a ripiani Klipsk, oh, sì.
Le cappelliere Heming. Sì.
Tutta roba che luccicava disseminata nella strada sotto il mio grattacielo.
La mia parure coordinata Mommala. Disegnata da Tomas Harila e disponibile nei seguenti :
violetto
fucsia
cobalto
ebano
antracite
bianco latte o vinaccia.
Una vita intera per comprare questa roba.
I miei tavoli Kalix per le occasioni dallo smalto fine.
I miei tavoli da nido.
Compri mobili. Dici a te stesso, questo è il divano della mia vita. compri il divano, poi per un paio d’anni sei soddisfatto al pensiero che, dovesse andare tutto storto, almeno hai risolto il problema del divano. Poi il giusto sevizio di piatti. Poi il letto perfetto. Le tende. Il tappeto.
Poi sei intrappolato nel tuo bel nido e le cose che una volta possedevi, ora possiedono te.
Finchè sono arrivato a casa dall’aeroporto.

***

Il faccione bagnato mi si siede sulla testa e io mi ci perdo dentro. E’ adesso che mi metto a piangere. Piangere è facile nel buio soffocante, chiuso dentro qualcun altro, quando vedi che tutto quello che riuscirai mai a combinare finirà in spazzatura.
Tutto quello di cui potrai mai andare fiero finirà buttato via.
E io sono perso dentro.
E’ quanto di più vicino sono arrivato a dormire in quasi una settimana.
E’ così che ho conosciuto Marla Singer.

***


L’unica donna qui presente al Restare Uomini Insieme, il gruppo di sostegno dei malati di cancro testicolare, questa donna soccombe al peso di uno sconosciuto e i suoi occhi s’incrociano con i miei.
Imbrogliona. Imbrogliona. Imbrogliona.
Capelli corti nero opaco, occhi grandi come quelli dei cartoni animati giapponesi, magra come una garza, lattiginosa nel suo vestito con un motivo di rose sure come di tappezzeria, questa donna era anche nel mio gruppo di sostegno ai tubercolotici di venerdì sera. Era alla mia tavola rotonda sul melanoma di mercoledì sera. Lunedì sera era al mio gruppo leucemici dei Fermi Credenti. La scriminatura al centro dei capelli è una folgore storta di pelle bianca.
A vedere questi gruppi di sostegno, hanno tutti nomi approssimativi e incoraggianti. Il mio gruppo della sera del giovedì sui parassiti del sangue si chiama Libero e Pulito.
Il gruppo a cui partecipo sui parassiti dl cervello si chiama Al Di Sopra e Oltre.
E la domenica pomeriggio ai Restare Uomini Insieme nello scantinato della Trinità Episcopal, questa donna è qui di nuovo.
Peggio ancora non riesco a piangere con lei che guarda.
Questa dovrebbe essere la mia parte preferita, abbracciato a piangere senza speranza con Big Bob. Lavoriamo tutti sodo tutto il tempo. Questo è l’unico posto dove riesco veramente a lasciarmi andare.
Questa è la mia vacanza .

***

Il fascino del viaggio è dovunque vado , vita minuscola.
Vado all’albergo, saponetta minuscola, flaconi minuscoli di shampoo, panettino di burro per una sola fetta, collutorio minuscolo e spazzolino da denti monouso. Ripiegato nella poltrona d’aereo di dimensioni standard. Sei un gigante. Il problema è che hai spalle troppo larghe. Le ue gambe da Alice nel Paese delle Meraviglie sono tutt’a un tratto così lunghe che toccano i piedi della persona che hai davanti. Arriva il pranzo, un kit fai-da-te in miniatura di pollo alla Cordon Bleu, una sorta di collage da comporre per tenerti occupato.

***

la fine..

E se ci fosse un telefono in Paradiso, chiamerei Marla dal Paradiso e appena mi dice : “ Pronto?” non riattaccherei. Direi : “ Ciao. Come va? Raccontami tutto tutto”.
Ma io non voglio tornare giù. Non ancora.
Perché perché.
Perché di tanto in tanto qualcuno mi porta il mio vassoio con il pasto e le medicine e ha un occhio nero o un gonfiore sulla fronte con tutti i punti e mi dice:
“Sentiamo la sua mancanza, signor Durden”.
Oppure passa qualcuno accanto a me spingendo un mocio e sussurra:
“Va tutto secondo i piani “.
Sussurra :
“Distruggeremo la civiltà per poter cavare qualcosa di meglio dal mondo”.
Sussurra:
“Aspettiamo con ansia il suo ritorno”.



 

il prossimo libro è Survivor


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