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Impronte di
denti su un hot dog
1995 - Frassinelli, pag.179
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Calato in un'atmosfera al confine tra realtà
e cartone animato, bombardata dai messaggi martellanti dei media
e della pubblicità e dai luccichii della tecnologia più
sofisticata, questo libro pirotecnico esplora con satira corrosiva
argomenti disparati come l'antisemitismo, il mestiere di scrittore,
le gioie e le preoccupazioni dell'essere genitore; non trascura
il terrorismo ma anche i must di un bambino alla moda... gioca
con la gastronomia, porge un omaggio all'indimenticata lady
D. Dalla chirurgia plastica ai tatuaggi, dall'arte di simulare
all'ultimo grido in fatto di biancheria intima, nulla sfugge
al vorace appetito di Leyner, in un'ode estrema alla cultura
popolare. Un'opera che provoca e diverte, sostenuta da un uso
spregiudicato del linguaggio e da una prosa densa, fitta di
rimandi - a volte ai limiti dell'assurdo, a volte ironicamente
colti - assolutamente travolgente.
***
Moda
massima
Quando non sono in giro per il mondo ad affinare
la mia conoscenza delle arti ginniche, un'occupazione che mi
ha portato dalle arene per il combattimento degli scarafaggi
di Rangoon e dalle gare di magliette bagnate nelle miniere di
rubini dei Khmer rossi fino agli empori per la liposuzione modello
self service dei drive through di Boca Raton e ai brunch pasquali
completi di rito automortificante di Montclair, New Jersey,
faccio bodybuilding. Sono un fan fanatico, si potrebbe dire.
E’ cominciato tutto anni fa, quando lavoravo come copy
per una fallimentare fabbrica di barbazzali in Jersey City e
mi innamorai di una tipa che era stata assunta per mugolare
muzak al telefono per i clienti in attesa. Dribblando i miei
goffi approcci cervellotici in un montacarichi fuori uso, mi
informo che le piaceva avere uomini in carne e ben scolpiti.
Fortunatamente, Dio mi ha fornito di un fisico proteiforme;
ho trasformato 4 chili di polpa piagnucolante in 65 chili di
granito mesomorfico. Insomma, credetemi, non sono un nevrotico
dilettante, sono una vera Bestia, ma una bestia con stile. Voglio
dire, dovete ammetterlo, ci vuole una certa classe per gironzolare
in una palestra affollata indossando come cintura da sollevatore
una fusciacca di Nicole Miller e poi esercitarsi su ogni fottuta
macchina da bodybuilding.
Per i miei gusti, l'apoteosi dello stile è, e sempre
sarà, il cortile del penitenziario: sole a picco, metallo
rovente, grossi muscoli, enorme pericolo ambientale. Lo squallido,
duro mondo di un mutante anabolico in calore. Così, se
volete il mio consiglio da esperto, dimenticatevi dell'abbigliamento.
In palestra, l'apparato sartoriale e completamente superfluo.
Buttate i vostri iridescenti ammenicoli da fitness in lycra
e spandex nella discarica più vicina e lasciate che li
usino gli extraterrestri come bandierine nei loro tornei di
rollerball quando scaveranno tra le rovine della nostra civiltà.
Lo stile del bodybuilding si esemplifica in un'accoppiata minimalista:
pelle su muscoli. Gli accessori tradizionali si limitano a tatuaggi,
sudore ed effluvi animali. Medagliette religiose sono accettabili
solo se ridotte all'indispensabile. Per gli amuleti in pelame,
carni disseccate, o denti, controllate le regole della casa,
solitamente riportate in un pannello all'ingresso della palestra
(so di un tipo che è stato sbattuto fuori perché
portava un neo cistiforme recentemente rimosso alla sua ragazza,
appiattito e teso su larghi anelli placcati in oro: perciò
prendetevi il tempo necessario a controllare i regolamenti della
vostra associazione sportiva). Le bandane vanno bene. Ma fate
attenzione. Quasi tutti quelli che indossano bandane sembrano
dei coglioni, manco fossero degli stupidi camerieri di Love
Boat. Altri invece hanno veramente l'aria giusta, come Lee Haney,
otto volte Mister Olympia e celebre conduttore televisivo; o
il suicida letterato giapponese palestrato Yukio Mishima, ma
è rischioso. Un berretto da baseball è la risposta
giusta se insistete nella modisteria da allenamento.
Prima di tutto, che tipo di corpo state cercando? Un grazioso
modello Bruce Lee, tutto energia e duttile cinetismo fusi nel
classico compatto ad alta definizione? O forse un genere Lou
Ferrigno, massa ipertrofica, enormità, hulkocity. C'è
un aspetto fisico che mi piace, ma richiede una predisposizione
genetica, non la si può tirar fuori da uno scaffale,
il look alla Robert Mitchum o alla Sonny Liston, il potente,
gagliardo fisico che dice: “Non ho mai messo piede in
una palestra e non intendo farlo, ma posso tirar su questa Subaru
e gettarla attraverso le vetrate istoriate della tua sinagoga,
quindi servimi una doppia tequila e un boccale di birra al seguito,
adesso, baby”. Semplice, innata grandezza. Pigra truculenza
di toraci d'acciaio. Date un'occhiata a Robert Mitchum nella
versione originale del Promontorio della paura o a una registrazione
del brutale atterramento inferto nel primo round a Floyd Patterson
nel 1962.
Una volta che avete scelto il vostro fisico di riferimento,
dovete scovare un metodo d'allenamento. Personalmente, io promuovo
lo stile lupo solitario. Questo significa niente istruttore
(siete allo stesso tempo il dottor Frankenstein e il suo mostro)
e soprattutto niente socio. Ritengo che sollevare pesi con un
compagno sia come lavorare al trapezio con la rete o cucinare
con le presine. Se non siete in grado di prendere una teglia
dal forno senza le muffoline, via, ordinate qualcosa fuori.
La stessa formula vale in palestra. Se avete bisogno di un compare
perché vi aiuti a sollevare quei pesacci cattivi, iscrivetevi
a un corso di yoga. Quando non c'è nulla che impedisca
a una barra caricata con 150 chili di lastre di ferro di cadervi
sul collo se non le vostre due braccia... beh, se questo non
basta a scatenare la buona vecchia reazione del combatti o scappa,
niente ci riuscirà. E quando le braccia prendono a tremare
stremate dall'acido lattico e la ghiandola surrenale sprizza
adrenalina e il cuore comincia ad andare fuori giri, ragazzi,
oh, ragazzi, ecco il bodybulding in tutta la sua selvaggia,
epifanica grandezza. Chi ha bisogno delle pedanti e venali esortazioni
di un allenatore personale, quando avete il pensiero di una
trachea polverizzata a spronarvi?
Non fate sforzi intellettuali in palestra. Dovrebbe essere strettamente
verboten. Leggere mentre si lavora su uno step o una cyclette,
sintomo sicuro di un arrivista del fitness, è come portare
un walkman mentre si fa del sesso. Il ruoto del cervello nel
bodybuilding è essenzialmente inibitorio e dovrebbe essere
ridotto quanto più possibile (io modello i miei allenamenti
sull'abbandono copulatorio del maschio decapitato della mantide
religiosa). A pensarci bene, starei alla larga da step e cyclette.
L'esercizio aerobico è parecchio sopravvalutato; e oserei
dire che potrete trarre un sufficiente beneficio cardiovascolare
e qualche ora di vita in più correndo dal frigo al divano
per non perdervi ogni domenica il vostro programma sportivo
preferito.
Così, immaginate di aver raggiunto un massiccio sviluppo
muscolare, una buona definizione, e una perfetta simmetria,
e un pomeriggio vi state guardando amorosamente allo specchio,
e accidenti se non decidete su due piedi di scrivere alla International
Federation of Bodybuilding (IFBB) per chiedere informazioni
su come diventare un professionista. Lasciate che vi faccia
risparmiare tempo e francobolli con una sola parola: depilazione.
I peli devono andarsene. Il look che raccoglie trofei e, in
definitiva, una possibilità di essere sponsorizzato da
qualche polvere proteica, è Spennato e Laccato. Consiglio
caldamente la ceretta per tutto il corpo. Avvolti stile mummia
dal collo alle caviglie in un'unica banda di cera, ecco che
un depilatore patentato, afferrando il margine della banda stessa,
vi “pelliccia” con lo strappo violento che si usa
per avviare i motori fuoribordo e lanciare i giroscopi. Personalmente
trovo la depilazione completa del corpo con la ceretta più
esilarante del bungee-jumping e penso dia alla pelle un aspetto
migliore e più levigato di quanto non si ottenga con
la rasatura.
Se il regime di fitness e bodybuilding punta più a migliorare
la vostra appetibilità sessuale che a vincere gare, non
tralasciate il vostro aroma. Sfortunatamente, siamo diventati
una società talmente video-orientata che noi tutti, e
i bodybuilder in particolare, tendiamo a dimenticare che la
prima cosa che spesso una persona nota di voi è l'odore.
Provate con un aroma moderatamente selvatico, che dica: “Non
sono addomesticato, ma ferino ed eccitante”. Tutte le
mattine e prima di uscire per qualsiasi appuntamento, io faccio
gargarismi con il Johnny Walker. Penso che le donne apprezzino,
a metà giornata, questa sfumatura di liquore forte nell'alito
di un uomo; contribuisce a quell'aura di noncurante minaccia
che una femmina degli anni Novanta trova così affascinante
e rinfrescante dopo un'intera decade di paranoia maschile.
Se avete, come me, un fisico duttile, un corpo cioè che
può essere agevolmente plasmato, che risponde rapidamente
a un allenamento pesistico mirato, potete personalizzarlo così
da fronteggiare nel modo più appropriato qualsiasi tipo
di situazione sia prevista dal vostro carnet. Per esempio, sono
stato recentemente invitato a partecipare a un gran gala al
Lincoln Center. Una faccenda da abito scuro: spettacolo di balletto
e poi cena e danze. Mi sono immaginato la serata, e ho ritenuto
probabile che mi sarei tolto la giacca dello smoking una volta
al tavolo, mentre mi sembravano ridottissime, salvo imprevisti,
le probabilità che mi calassi i pantaloni. Così,
nelle settimane precedenti il gala, lasciai perdere il lavoro
sui quadricipiti e sui polpacci, e ci diedi dentro pesantemente
con i pettorali, i dorsali, i deltoidi, i bicipiti, i tricipiti,
costruendo colossali masse muscolari in quelle zone che si sarebbero
notate quando mi fossi tolto la giacca. Ne valeva la pena? Avreste
dovuto vedere le espressioni attonite sui volti dei miei commensali
Sandy Pittman, Bianca Jagger e Heather Watts quando feci il
mio piccolo spogliarello prandiale. Caddero le mascelle, forchette
cariche di beluga si congelarono a mezz'aria, totale e assoluto
sbalordimento.
Non più tardi della settimana scorsa, Der Gummiknuppel,
l'equivalente tedesco della rivista per famiglie Martha Stewart
Living ma con più nudi e crimini macabri, mi ha chiesto
di guidare una serie di visite al riformatorio di Bedford Hills
per scriverne su una prossima edizione speciale. Ora, questo
è un incarico che richiederà una maggior potenza
negli arti inferiori, così mi dedicherò a far
lievitare i miei quadricipiti e polpacci con estenuanti ore
di squat. Visto che esercitare le gambe è così
faticoso e stressante, rifornirò di carburante i miei
allenamenti con traboccanti tazze di testosteroni, la pasta
dei veri uomini. Per quelli che prendono sul serio il rimodellamento
del corpo, non posso tessere a sufficienza le lodi di questo
notevole e delizioso prodotto per il fitness: pasta a forma
di testicolo fatta con la migliore semola di grano duro e arricchita
con androgeni naturali.
Nessuna dissertazione su bodybuilding e fitness potrebbe dirsi
completa se non si parlasse degli steroidi anabolizzanti. Siccome
all'interno della comunità del bodybuilding infuria la
discussione sul fatto che siano gli stessi giudici di gara a
incoraggiare l'uso continuo degli steroidi premiando sempre
di più un mostruoso sviluppo muscolare, ecco il mio consiglio:
attenzione alle conseguenze sartoriali dei regimi farmaceutici.
L'uso degli steroidi anabolizzanti può causare ginecomastia,
cioè ingrossamento del seno nell'uomo. Se voi rimanete
dell'idea che l'unico modo per essere competitivi sia usare
“droghe per il miglioramento delle prestazioni”,
e se sviluppate ginecomastia e intendete continuare a gareggiare,
vi raccomando il reggiseno bianco con asola orlata di Azzedine
Alaia che costa circa 235 dollari. Se volete calore e stile
sulla passerella, provate il reggiseno color avorio a maglia
di Chantal Thomass che viene circa 473 dollari. E infine, per
quei bodybuilders che hanno la ginecomastia e devono fare attenzione
alle spese, c'è un adorabile reggiseno a quadretti bianchi
e rossi della DKNY a soli 50 dollari.
Ci vediamo in palestra, ragazzoni.
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