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102
racconti zen
1980
tratto da Tokyo Montana Express - Einaudi, pag.212
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Garza
Stasera
sono un po' tormentato da sensazioni che non hanno lessico ed
eventi che andrebbero spiegati secondo la dimensione della garza
piuttosto che della parola.
Sto prendendo i esame brandelli sfilacciati della mia infanzia.
Sono frammenti di una vita distante che non hanno forma né
significato. Esistono e basta, come la garza.
***
Storia
completa di Germania e Giappone
Qualche
anno fa (seconda guerra mondiale) vivevo in un motel vicino
a una fabbrica di carne in scatola , che è un modo più
simpatico per dire mattatoio. Laggiù ammazzavano i maiali
, ora dopo ora, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana,
mese dopo mese, finché la primavera non diventava estate
e l'estate autunno. Gli tagliavano la gola .Poi si sentiva un
lamento straziante, come se l'aria di un opera lirica venisse
cantata dentro un bidone della spazzatura. Certe volte ho pensato
che ammazzare quei maiali avesse qualcosa a che fare con la
vittoria della guerra. Forse perché ogni altra cosa aveva
a che fare con la vittoria della guerra. Per la prima o le prime
due settimane che abitavamo nel motel la cosa mi disturbò
moltissimo.Tutte quelle urla erano dure da sopportare, ma poi
cominciai ad abituarmi, e quel rumore divenne uguale a qualunque
altro suono : un uccellino che cinguettasse tra glia alberi,
la sirena di mezzogiorno, la radio, i camion in viaggio, la
voce umana o la chiamata per il pranzo, ecc.
"Puoi tornare a giocare dopo pranzo".Quando i maiali
non urlavano, si sentiva il silenzio, ed era come se si fosse
rotta una macchina.
***
Caffè
A volte la vita è solo una questione di
caffè,e del grado di intimità che può concedere
una tazza di caffè.Una volta ho letto qualcosa riguardo
al caffè.Diceva che il caffè fa bene:stimola tutti
gli organi.In un primo momento ho pensato che fosse un modo
strano di porre l questione,e nient'affatto gradevole,ma col
passare del tempo ho capito che aveva un senso per quanto limitato.Vi
spiego ciò che intendo.Ieri mattina mi è venuta
voglia di rivedere una ragazza.Mi piace.Qualunque cosa abbia
funzionato tra noi,ormai è un capitolo chiuso .A lei
non importa più niente di me.Sono stato io a rovinare
tutto,e ora ne sono pentito.Suono il campanello e resto in attesa
sul pianerottolo.Sento dentro lo stomaco i suoi movimenti sempre
più vicini. A ogni suo gradino mi si rimescolano le emozioni,anticipando
indirettamente il momento in cui aprirà la porta.Mi vede
e non le fa piacere.Una volta le faceva moltissimo piacere.La
settimana scorsa.Mi chiedo con finta ingenuità dove sia
finito tutto questo piacere.
-Mi sento strana,ora,-dice.-Non voglio parlare.
-Voglio un caffè,-dico io, perché è l'ultima
cosa al mondo che voglio.Lo dico come se le stessi leggendo
un telegramma di qualcun altro,una persona che vuole veramente
un caffè,che non desidererebbe altro nella vita.
- D 'accordo,-dice.
La seguo su per le scale.E' ridicolo .Si è appena vestita.Gli
abiti non si sono ancora adattati al corpo.Potrei parlarvi del
suo culo . Andiamo in cucina.Prende un barattolo di caffè
solubile da uno scaffale e lo appoggia sul tavolo.Gli mette
accanto una tazza e un cucchiaino.Io guardo quegli oggetti .Sistema
una pentola piena d'acqua sul fornello e accende il gas.Per
tutto il tempo non dice una parola. I vestiti le si sono adattati
al corpo.Cosa che io non farò.Esce dalla cucina.Poi scende
giù per le scale ed esce per controllare se c'è
posta per lei.Non mi pare di averne vista.Risale le scale ed
entra in un'altra stanza.Si richiude la porta alle spalle.Guardo
la pentola piena d'acqua sul fornello.So che ci metterà
un anno a bollire.E' ottobre e c'è troppa acqua nella
pentola.Ecco qual è il problema.Rovescio mezza pentola
nel lavandino .L'acqua comincerà a bollire più
in fretta,adesso.Ci vorranno solo sei mesi.La casa è
immersa nel silenzio.Guardo fuori vero il portico sul retro.Ci
sono dei sacchi di spazzatura. Fisso la spazzatura e cerco di
immaginare cosa le abbia mangiato negli ultimi tempi studiando
i contenitori vuoti e le bucce e le altre cose.Non riesco a
riconoscere niente.Adesso è marzo. L'acqua comincia a
bollire.Ne sono lieto. Guardo il tavolo. C'è il barattolo
di caffè solubile,la tazza vuota e il cucchiaino,il tutto
apparecchiato come per un servizio funebre.Sono le cose che
servono per preparare una tazza di caffè.Quando me ne
vado,dieci minuti più tardi,con la tazza di caffè
al sicuro dentro di me come in una tomba,dico:-Grazie per il
caffè.
-Prego,-dice lei.La sua voce proviene da dietro una porta chiusa.La
sua voce ha il tono di un altro telegramma.E' proprio ora che
me ne vada.Passo il resto ella giornata senza fare neppure un
caffè.Che sollievo. E poi arriva la sera.Ceno in un ristorante
e vado in un bar.Bevo qualche bicchiere e parlo con qualcuno.Siamo
tipi da bar e diciamo cose da bar,di quelle che si dimenticano
subito dopo. E il bar chiude .Sono le due del mattino.Devo uscire.
C'è la nebbia e fa freddo a San Francisco.Mi interrogo
sulla nebbia e mi sento molto umano e molto fragile.Decido di
andare a trovare un'altra ragazza.Avevamo smesso di frequentarci
da più di un anno.Un tempo eravamo molto legati.Mi chiedo
cosa abbia lei per la testa adesso.Raggiungo casa sua.Non ha
il campanello.E' una piccola soddisfazione.Bisogna fa r caso
a tutte le piccole soddisfazioni.Io ci faccio caso,comunque.Risponde
alla porta.Tiene una vestaglia davanti a sé.Non crede
ai suoi occhi.-Che voi?-dice credendo ora ai suoi occhio.Io
entro dritto in casa.Si volta e chiude la porta in modo tale
che vedo il suo profilo.Non si preoccupa di infilarsi la vestaglia.La
tiene semplicemente davanti a sé.Vedo una striscia ininterrotta
del suo corpo che le scorre dalla test ai piedi.Mi fa una strana
impressione.Forse perché è notte inoltrata.
-Che vuoi?-dice.
-Voglio un caffè,-dico io.Che cosa assurda da dire,un'altra
volta,visto che non è il caffè che desidero davvero.Lei
mi guarda e si volta leggermente di profilo.Non le fa piacere
vedermi.Lo dicono solo i dottori,che il tempo guarisce ogni
ferita.Guardo la linea ininterrotta del suo corpo.
-Perché non prendiamo insieme un caffè?-dico.-Ho
voglia di parlare con te. E' tanto che non parliamo.Lei mi guarda
e si volta leggermente di profilo.Osservo la linea ininterrotta
del suo corpo.Non è bello da parte mia. - E' tardissimo,dice.-Devo
alzarmi presto domattina.Se voi un caffè,c'è un
barattolo di solubile i cucina.Devo tornare a letto.La luce
della cucina è accesa.Guardo verso la cucina, in fondo
al corridoio.Non ho voglia di andare laggiù a farmi un'altra
tazza di caffè da solo.Non ho voglia di andare a casa
di qualcun altro a chiedere una tazza di caffè.Mi rendo
conto di aver dedicato la giornata a uno strano pellegrinaggio,che
non si è svolto secondo i miei piani.Almeno stavolta
il barattolo di caffè non è sul tavolo,accanto
a una tazza vuota e a un cucchiaino.Si dice che in primavera
le fantasie dei giovani si tramutino in pensieri d'amore. Forse,se
resta loro un po' di tempo,le fantasie possono anche lasciare
spazio a una tazza di caffè.
***
Una riserva illimitata di pellicola da 35
millimetri
La
gente non sa spiegarsi come mai lui stia con lei. Non capiscono.
Lui è così attraente e lei così bruttina.
"Cosa vedrà mai in lei?"la gente si chiede
e domanda in giro.Sanno che non è per la sua cucina perché
non è una brava cuoca. L'unica cosa che sa fare discretamente
è il polpettone.Lo prepara ogni martedì sera ,e
così lui si ritirava sempre un panino al polpettone nel
pranzo del mercoledì. Passano gli anni.Quelli continuano
a stare insieme mentre i loro amici si separano.La risposta
alla domanda iniziale,come avviene in molti di questi casi,va
cercata nel letto in cui fanno l'amore.Lei diviene il cinema
in cui lui proietta i film dei suoi sogni sessuali.Il corpo
di lei è come una distesa viva di soffici file di poltroncine
convergenti verso una vagina che è il caldo schermo dell'immaginazione
su cui lui fa l'amore con tutte le donne che vede e desidera,come
film che scorrono frenetici,e lei è all'oscuro di tutto.Lei
sa solo di amarlo molto e che lui la soddisfa e la fa star bene.Lei
si eccita verso le verso le quattro del pomeriggio perché
sa che lui torna dal lavoro alle cinque.Lui ha fatto l'amore
con centinaia di donne diverse dentro di lei.Lei fa sì
che tutti i sogni di lui si realizzino standosene lì
sdraiata come un semplice cinema,contenta delle mani di lui
che la toccano,tutti i suoi pensieri rivolti a lui."Cosa
vedrà mai in lei?" continua a chiedersi la gente,e
a domandare in giro.Se solo sapessero.La risposta è molto
semplice.E' tutta nella testa di lui.
***
Beer story
-Mi
piace cucinare d'inverno, -disse il cuoco italiano sessantenne,
in un posto qualunque della California, stringendo con una presa
da professionista il suo bicchiere di birra. Era un uomo che
conosceva profondamente il significato della birra. La birra
per lui era un libro aperto. Ne sapeva a memoria ogni pagina.
- Mi piace cucinare d'inverno, ripeté .- E' un piacere.
In estate fa troppo caldo, troppo. Ne so qualcosa. Cucino da
quarantadue anni. Ed è sempre la stessa cosa. L'unico
vantaggio del cucinare in estate è che bevo più
birra, ma lo faccio comunque, perciò potrei benissimo
berla d'inverno quando non fa tanto caldo e me la posso godere
di più. Bevve un altro sorso di birra. -Quando mi conoscono
un po' meglio tutti iniziano a dirmi che bevo troppa birra.
Non lo nego affatto. Perché dovrei? Non mi vergogno della
birra.
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