I molluschi provvisti di conchiglia vengono divisi in sei classi sulla base dell’anatomia e della forma del nicchio:
 

Poliplacofori – È sicuramente la classe meno nota, perché questi molluschi hanno una conchiglia formata da otto piastre articolate insieme e legate ai tessuti, quindi è necessario catturare l’animale vivo, che di solito si nasconde sotto i sassi, per vederla. Le otto piastre sono circondate da un anello muscolare detto perinoto e possono essere ricoperte da cirri (a volte urticanti?). L’animale, il cui capo non è differenziato, striscia sulle rocce e vi resta attaccato. È però facile staccarlo, ma va immediatamente immobilizzato, perché tende ad appallottolarsi. Le parti molli vanno conservate, quindi la conchiglia, una volta pescata, va fatta seccare su una superficie piatta. Questa classe, che conta circa 1000 specie, non è molto collezionata, nonostante molte conchiglie siano davvero attraenti per la varietà della colorazione.

 

Monoplacofori – Questa è una classe quasi del tutto estinta, di cui si conoscono, da soli 50 anni, tre specie. La conchiglia è appiattita, fragile e leggera e il mollusco è provvisto di un piede circolare, cinque serie di branchie, la bocca anteriormente e l’ano posteriormente.

Gasteropodi – È la classe più numerosa e sicuramente la più collezionata. Comprende circa 85.000 specie di cui la maggior parte marine, ma molte anche acquadulcicole e terrestri. L’esempio più tipico di questo gruppo è la comune chiocciola. Più precisamente, vi appartengono molluschi caratterizzati da un piede molto sviluppato e da un capo distinto. Il nicchio, quando c’è può essere patelliforme, o avvolto a spirale. A volte il piede presenta una formazione calcarea o cornea detta opercolo, che ha la funzione di chiudere l’apertura quando il mollusco si è ritratto. I visceri sono anch’essi avvolti a spirale, e dalla posizione che hanno i vari organi, si distinguono le varie sottoclassi.

 

Bivalvi – I molluschi appartenenti a questa classe (vongole, mitili, datteri etc.) sono caratterizzati da una conchiglia divisa in due valve unite tra loro, dalla mancanza di un capo distinto, dalla particolare struttura delle branchie, che filtrano l’acqua e dal piede, adatto a scavare. Questi molluschi vivono, infatti, perlopiù infossati nella sabbia o nel fango e non hanno veri e propri organi di locomozione, ma alcuni si spostano attraverso il movimento delle valve, che usano come ali. Questa classe conta più di 20.000 specie divise tra marine e d’acque dolci. Alcune famiglie sono molto collezionate e ricercate, sia per le sculture sia per le vivaci colorazioni.

 

Scafopodi – Anche questa classe è poco nota ai non addetti. È formata da molluschi dalla caratteristica conchiglia “a zanna di elefante”, forata alle due estremità, che vivono infossati nella sabbia o nel fango. L’animale è formato da un piede sottile che esce dall’apertura anteriore insieme al capo, mentre dall’apertura posteriore vengono espulsi i gameti e le feci. Le conchiglie sono solo raramente colorate, e per questo non molto apprezzate.

 

Cefalopodi – Sono raggruppati in questa classe molluschi esclusivamente marini, molto evoluti, caratterizzati da una serie di tentacoli e da una struttura ad imbuto che permette all’animale di muoversi attraverso l’espulsione di un forte getto d’acqua. Hanno un sistema nervoso molto sviluppato, grandi occhi e un capo ben distinto. La maggior parte non è dotata di una conchiglia esterna, ma possono avere una conchiglia rudimentale interna (seppie, calamari). La conchiglia esterna è presente solo in una sottoclasse (nautiloidi) di cui fanno parte poche specie, appartenenti al genere Nautilus. Un caso separato è il genere Argonauta, rappresentato da diverse specie di un polpo, la cui femmina produce una falsa conchiglia che ha esclusivamente la funzione di contenere le uova. La classe conta circa 700 specie e quelle appartenenti ai generi sopra citati sono attivamente collezionati.


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Sito a cura di Francesco Pensa

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