Alla borghesia e alla
piccola nobiltà, la cui
affermazione non poteva erompere in chiare forme
politiche, il campo per un'affermazione
esteriore, atta a misurare
nei confronti col feudatario le sue forze
economiche e il suo numero, era
offerto dalla Chiesa; anzi
da una Chiesa, in quanto edificio, sede di
congregazioni, ornamenti d'arte, sfarzo di
processione e potenza e numero di spari nella
festività.
Ed
ecco, perciò, l'adunarsi
delle nuove forze sociali intorno a una chiesa
che non sia quella del feudo.
A
Comiso questo fenomeno si polarizza sull'antica
chiesa di San Nicola; essa
ben presto si arricchisce di numerosi altari,
cappellanie frequenti e ricche, lasciti diversi,
congregazioni (potentissima quella del Rosario).
Viene
ricostruita ed ampliata una
prima volta sul cadere del '500,
senza cancellare ogni traccia della sua antica
struttura romanica; passa in seconda linea il
titolare (S. Nicola) e vi si sostituisce l'Annunziata.
Danneggiata
dal terremoto del 1693, è rasa al suolo e rifabbricata
più vasta e con autentico magistero d'architettura
- creazione di G. B. Cascione Vaccarini - e con
pregio di esecuzione artigiana, a
metà del '700.
La
festività esce timidamente dalle sue navate, dal
giro del "Cimiterio", si dilunga pei
dintorni, si arricchisce di teatralità.
Con tenace opera di avanzata graduale e
progressiva questa chiesa
della conquista comunale acquista ora un diritto,
ora ne usurpa un altro, che in seguito consolida,
mentre un terzo ne pretende.
Ottiene beneficiali e quindi canonici, con eccezionali
attributi di collegiata vescovile, la quale è la
prima per antichità della allora vastissima
diocesi siracusana.
In
una parola, con opera assidua, con mentalità
prossessista e con metodo rivoluzionario, ora
gareggia, ora supera, ora tenta di soverchiare,
fronteggia sempre l'antica
Chiesa Madre, la chiesa del feudatario.
Questi interviene nella difesa del primato
matriciale.
Anche
essa (la Chiesa Madre) si accresce negli edifici,
nello splendore del culto, nelle dignità, nelle
opere d'arte; tenta di non farsi sopraffare, a
volte cerca di superare essa stessa.
Onde
fiere lotte tra Matriciari e Nunziatari, fra i
quali le fazioni estreme, più accese e fanatiche,
vengono definite da una parte LEONI
(la liunera
è la sede della
Congregazione del Rosario alla Nunziata) e dall'altra
CILLICATORI (
trasportatori di cillii, ceri
in processione), gente che resta attaccata alla
fedeltà feudale e abita, in gran parte, nei
vecchi quartieri intorno al Castello.
Nel
paesaggio originario della terra feudale
troneggiavano le strutture della residenza del
Conte; col comune, che è venuto sorgendo, il
Castello è superato dalle moli delle chiese del
popolo, dei suoi conventi, dei suoi istituti.
Nè mancano palazzi privati che vogliono
gareggiare con il Castello.
Al
cadere della feudalità l'Annunziata ha
laboriosamente conquistato parità di diritti
parrocchiali.
Non
ricorderò come la competizione sopravvivesse,
degenerata da fattori di utilizzazione politica,
per molti decenni; fatto al quale dava facile
adito la natura stessa, squisitamente politica,
del contrasto originario.
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