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Racconti ed esperienze (Pag. 4) Spedisci i tuoi racconti a:
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ALLA FINESTRA Quel Venerdi dello scorso Luglio era stata una giornata molto calda, tornato
a casa spalanco le finestre, la sensazione e' quella
di rianimarmi, la corrente avvolge con mio grande piacere il mio corpo sudato
ed entro breve una doccia sara' un piacevolissimo toccasana. UNA SCOMMESSA INTRIGANTE….. Incontrai Loredana per caso, tanti anni fa, durante una vacanza a Stoccolma. Viaggiava insieme a sua sorella e al di lei fidanzato. Diventammo subito amici. Ero sono, ancora oggi, un grande appassionato di fotografia e la vista della mia attrezzatura suscitò in lei una forte curiosità, di solito amo fotografare oggetti, e siccome adoro il mare, il mio soggetto preferito sono le barche o le navi. La sua forte curiosità mi spinse a cimentarmi in un campo nel quale le mie incursioni erano state assai poco frequenti: quello del ritratto e delle foto in posa plastica di soggetti femminili. Iniziai a riprenderla in tutte le pose e quando tornai a casa e feci sviluppare le foto , mi accorsi con sorpresa, di aver fatto un buon lavoro. Le spedii a Loredana che le apprezzò. Rincuorato da questo successo riguardai spesso e volentieri le immagini di quella bella vacanza e la mia mente tornò a lei e ai momenti trascorsi in simpatica compagnia. In particolare mi colpì una foto scattata nel parco del Municipio, dove Loredana era in posa, sdraiata sul tappeto d’erba appena rasata del prato, col corpo leggermente inarcato che metteva in risalto i seni evidenziati dall’attillata magliettina di cotone. Il viso sorridente era rivolto verso l’obiettivo della mia reflex. Più la guardavo e più la mia mente pensava a come mi sarebbe apparsa se avesse indossato un’intrigante sottoveste. Ogni volta che osservavo quell’immagine il pensiero si fissava su Loredana in sottoveste. Guardando e riguardando il seno, arrivai addirittura a calcolare mentalmente che potesse indossare una terza, stima che in seguito si rivelò esattissima. Ormai era divenuta un’ossessione. Durante uno dei nostri frequenti colloqui telefonici, dove si parlava del più e del meno, provai a gettare l’argomento sul discorso biancheria, Loredana dapprima ne fu sorpresa ma poi con piacere mi rispose che amava le cose intriganti da mettere in occasioni particolari, non parlò esplicitamente di sottoveste, ma lo fece intendere. Quella conversazione fu il la che mi fece vincere ulteriori resistenze. Debbo confessare che non fu impresa facile entrare in merceria ed acquistare una sottoveste per lei, mi vergognavo come un ladro, mi sentivo come una sorta di feticista o peggio. Comunque superai brillantemente tutte le masturbazioni mentali del periodo (da una parte me la immaginavo in sottoveste e dall’altra temevo eventuali sue reazioni negative) e alla fine feci l’acquisto. Affrontare il negozio di biancheria intima femminile non fu impresa da poco e vale la pena di spendere alcune righe per raccontarvi che cosa combinai. M’inventai una storia di comodo e raccontai alla ragazza del negozio che la sottoveste era per la mia compagna (anche se Loredana ed io eravamo e siamo tutt’ora rimasti soltanto amici) e, la donna ammicandomi con fare complice mi chiese se dietro quell’acquisto c’era qualche peccatuccio da farmi perdonare. Risposi di si. Di peccatucci da farmi perdonare ne avevo e inventandomi una rapporto fedifrago, restai in negozio a parlare del più e del meno. La proprietaria mi confessò di amare la sottoveste e di apprezzare molto gli uomini che si azzardano a fare regali del genere, decisamente fuori dall’ordinario rispetto ai soliti reggiseno e micro slip dove si perde la magia del vedo non vedo. Quella conversazione piacevole con la ragazza, mi fece capire di non essere affatto una mosca bianca ma, di appartenere piuttosto ad una eterogenea galassia maschile propensa ad apprezzare un certo tipo di abbigliamento femminile che valorizza non poco le donne che lo indossano. Finalmente affrancato da tutti i dubbi che avevo, preparai un biglietto intrigante per Loredana e poi partii per raggiungerla. L’apertura del regalo non avvenne come potreste esser portati a pensare, in un luogo romantico davanti a un lume di candela, ma nel posto meno probabile che ci sia: il marciapiede del binario 14 della stazione di Roma Termini, davanti alle sue due amiche che insieme a lei erano venute a prendermi. L’interessata e le sue amiche restarono di sasso nel vedere una sottoveste nera di media lunghezza con bordi inferiori e superiori di intrigante pizzo nero ed io, rosso di vergogna pregai Loredana di riporre la sottoveste nella scatola per vederla poi a casa sua in tutta calma. Ma si sa, la curiosità e femmina!! In auto le tre ragazze si lanciarono in entusiastici commenti e audaci confessioni sull’uso della sottoveste per arricchire con una sana dose di sano erotismo i loro personali incontri sessuali. Loredana all’inizio rimasta di sasso si lanciò in una serie di apprezzamenti spinti dal piacere di aver ricevuto un tale regalo che a suo parere esaltava e non poco la sua femminilità. Anche se, da un amico si sarebbe aspettata di tutto ma non certo quel genere di presente, mi propose di farsi fotografare in sottoveste per fare degli scatti sexy da mostrare successivamente al suo boyfriend. Risposi di si. In fondo, aldilà di tutte le mie paure, avevo ottenuto ciò che veramente volevo realizzare mentre a casa mia fantasticavo lungamente e pigramente davanti a quella foto scattata in un parco di Stoccolma. Cari lettori, la storia ha un seguito, per ora gustatevi la prima parte, quando gli impegni di lavoro me lo permetteranno, continuerò il viaggio nella carrellata dei miei ricordi personali e vi racconterò il seguito di questa curiosa e divertente vicenda….. Saluti ALAN68 Un angelo in sottoveste. Stamane ho visto un angelo in sottoveste. Se ne stava li, in mezzo alla folla e dalla sua gonna nera con lo spacco che lasciava vedere la gamba destra, campeggiava assolutamente in modo non vistoso, una normalissima sottoveste nera col pizzo, lunga un po’ più su del ginocchio e non troppo esagerata. L’unica cosa vistosa di Lei erano i collant arancioni. Era li al bar di fronte a me, i capelli castani ricci che le ricadevano sulle spalle, gli occhi chiari e lo sguardo serio perso nel vuoto. L’ho seguita da lontano per sbirciare l’ondulare della sottoveste attraverso lo spacco della gonna, avrei voluto fermarla per farle un complimento, avrei voluto dirle quanto trovo eccitante e femminile una sottoveste e quanto sia raro oggi come oggi, in tempi dove le donne cercano disperatamente di assomigliare in tutto e per tutto agli uomini, rinunciando al loro sex appeal, vedere qualcosa di così bello e appagante per l’occhio maschile. Purtroppo il timore di essere deriso, oppure accusato di essere un volgare molestatore da strada, mi ha trattenuto dal dirle ciò che avevo in testa. L’ho persa mentre saliva tra la folla che prendeva d’assalto il tram 27 in una delle solite fredde mattinate milanesi. Ma quella visione del mio angelo in sottoveste ha riscaldato la mia giornata. Alan68 Prima Media. 1961 circa; prima media: sono seduto in uno dei primi banchi, accanto a Roberto, un ragazzo alto ed esuberante. Alla mia sinistra noto che Daniele, dopo aver fatto cadere la penna, ci dice di guardare, diversi banchi dietro di noi, la sottoveste di Daniela. Chi è Daniela? Oltre che la prima della classe, la ragazzina più intelligente e forse la più matura della classe. Certamente la più bella e attraente. Mi volto indietro e, nell'ultima banco, c'è lei, ed effettivamente si vede l'orlo della sua sottoveste. Accanto a me Roberto non nasconde la propria eccitazione. Secondo un'abitudine che noi maschietti avevamo allora, comincia a fare la parodia di una radiocronaca sportiva. "Spettacolo..." (cercava l'aggettivo adatto) "... entusiasmante!". Tutto questo mi lascia allibito. Come, dunque qualcun altro è attratto dalle sottovesti? Credevo di essere il solo. Il solo che sbircia fugacemente, con timidezza mista a paura, sotto le gonne. Il solo che aveva immaginato di indurre Daniela, con un pretesto, a fermarsi sulle scale, poco sopra di me, per guardarla sotto la gonna, sperando di poter intravvedere quell'oggetto che tanto accendeva le mie fantasie vergognose. Invece no, improvvisamente apprendo di non essere il solo? Sono sconcertato; quasi non ci credo ancora oggi. Daniela sposò il fratello di un mio successivo compagno di classe, e morì di parto. Roberto andò a cercare fortuna in America. Credo che abbia pubblicato alcuni libri di fotografia architettonica; poi un giorno appresi che era immaturamente morto di qualche grave malattia. Daniele aveva moglie e figli. Un giorno andai a fargli visita al suo negozio di tappeti. Mi spiegò che era un mestiere appassionante, ma che anche in vacanza bisogna guardarsi in giro, curiosare tra i tappeti in vendita. Quanto a me, sto abbastanza bene, grazie. In questi anni non ho avuto il coraggio di rivelare la mia passione per le sottovesti nemmeno allo psicanalista. In compenso piano piano ne ho parlato agli amori della mia vita, scoprendo con enorme stupore e gioia che anziché esserne turbate ne sono molto interessate. Qualche volta mi fanno la sorpresa di infilarsi nel letto in sottoveste, provocando l'effetto che immaginate. Cerco sempre di sbirciare sotto le gonne, e malgrado la sparizione delle sottovesti (in quanto tali, cioè indossate appunto sotto) forse riesco a vederne ancora quasi una all'anno. E dopo tanti anni ho ripreso a frequentare i miei compagni di classe di allora. Bene, a questo punto è consuetudine terminare con qualche morale sulla vita, sull'amicizia, sull'amore... Vediamo se me ne vengono in mente un paio. - Le cose più attraenti non sono quelle esibite, ma quelle da scoprire. - La sottoveste è come l'anima di una donna. Vederla normalmente è impossibile, ma qualche volta se ne può sbirciare un lembo. Pantagru |