Montalbano
"La catena collinare che separa il bacino di Firenze da
quello di Fucecchio per la sua spiccata individualità fin da
epoca antica dovette essere considerata come un'altura
tipica, donde l'origine del nome Montalbano, derivato con
ogni probabilità dalla base "alba" (pietra, altura),
largamente diffusa nell'area mediterranea. Ciò testimonia
anche della grande antichità d'insediamento dell'area
pedecollinare e pianeggiante compresa tra il Montalbano e il
corso dell'Ombrone pistoiese, dimostrata peraltro dalla
presenza di altri nomi di luogo prelatini, ascrivibili sia a
rapporti con popolazioni settentrionali (liguri): vedi gli
idronimi Fermulla e lo stesso Ombrone,
sia all'etrusco: vedi i toponimi
Cecina e forse
Bardena. [...]
(Nel medioevo - ndr) a conferma della rilevanza dei
tracciati (lungo il Montalbano - ndr) sta l'antichità dello
spedale Sanctus
Ambrosius de Quarrata [...] così come, sull'altro
versante, sta l'abbazia di San Baronto (e di San Giusto -
ndr), uno dei più vetusti monasteri del pistoiese, la cui
ubicazione, come si riscontra un po' per tutte le chiese
monastiche, non potè che essere strettamente legata alla
viabilità. Ma è anche da tener presente un altro fatto: le
strade che valicavano il Montalbano servivano a collegare i
centri della valle dell'Ombrone con il mare e con la via
Francigena, la principale arteria di traffico terrestre nel
medioevo. A Cerbaia, sull'opposto pendio, i viandanti
potevano infatti imbarcarsi sulle
navicelle, per
attraversare la vasta palude formata dall'Usciana, e
raggiungere Fucecchio,
mansio sulla via Francigena e porto fluviale sull'Arno"
(da
Profilo storico del
territorio di Quarrata, di Renato Stopani, in
Quarrata, storia e
territorio, Studio Immagini, Banca di Credito
Cooperativo di Vignole, 1991). |
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"La presenza umana sul Montalbano risale a epoche molto
remote, si parla di oltre 150.000 anni fa e fu sicuramente
favorita dalla posizione geografica da sempre di grande
importanza strategica. Vi si stabilirono gli Etruschi che ci
hanno lasciato importanti vestigia della loro civiltà (VII-I
secolo a.C.). Nel Medioevo fu teatro di guerre fra Firenze,
Lucca e Pistoia che se ne contesero il possesso per un tempo
memorabile. Nel Rinascimento sopraggiunse la pace e le
dimore delle famiglie patrizie toscane con fattorie, cascine
e poderi coltivati presero il posto dei presidi militari.
L'arrivo della famiglia Medici che piano piano acquistò
tutte le terre della zona, attirata dalla bellezza del
paesaggio e dalle risorse di caccia, conferirà a questo
territorio quel particolare aspetto che lo ha contrassegnato
nel corso dei secoli. |
Con la costituzione del Barco Reale, istituito da Ferdinando
I agli inizi del Seicento, non solo fu delimitata con una
cinta muraria la riserva di caccia della famiglia Medici, ma
di fatto
avvenne anche una separazione fra la foresta con i suoi
animali selvatici e le zone destinate alla produzione
agricola. I boschi vennero così ad essere tutelati, non per
se stessi ma in quanto rifugio e fonte di alimentazione
della fauna. Con la fine della dinastia medicea, nel 1737, e
l'arrivo degli Asburgo-Lorena, il Montalbano conobbe un
periodo di grandi riforme. Ne fu protagonista Pietro
Leopoldo che, dal 1765 al 1790, apportò molti cambiamenti:
revocò le bandite di caccia; aprì le antiche riserve medicee
e il Barco Reale; convertì i boschi in aree coltivate,
promosse la bonifica delle paludi; dette impulso
all'agricoltura e alla mezzadria, sfruttò le risorse
boschive per la produzione del legname. Successivamente,
fino al secondo dopoguerra, sarà infatti il sistema agricolo
della mezzadria, istituito da Pietro Leopoldo, a gestire e a
conservare l'area del Montalbano senza fondamentali
mutamenti" (da Il
Montalbano di Prato, Octavo, 2000).
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Sentieri
Il Montalbano è ricco di sentieri tracciati in ogni
direzione e da Colle, per gli amanti del camminare, è
possibile seguire diversi itinerari, un pò per tutti i gusti
e le possibilità fisiche. In modo quasi lineare si può
raggiungere la fattoria di Capezzana e tornare indietro, il
tutto in una trentina di minuti (a passo svelto); si può
risalire fino al
Castellare, con la sua magnifica quercia secolare, alla
Torre di Sant'Alluccio,
con i resti dell'antico ospizio-romitorio; per i più decisi
è possibile raggiungere
Pietramarina,
quasi in cima alla montagna, e visitare i resti di un
insediamento etrusco o la relativamente vicina chiesa
(attualmente chiusa) di San Giusto, in puro romanico, appena
sotto Il Pinone,
dove è possibile fare merenda o, addirittura, un tuffo nelle
piscine della zona, aperte nel periodo estivo.
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Per chi non se la sente di allontanarsi troppo, ma vuole
percorrere un buon tratto, ebbene, raggiunta Capezzana può
discendere la strada fino a Vannucci e per via Brunella e
Colle di Carmignano, risalire via Colle per ritrovarsi di
nuovo davanti alla chiesa, seguendo un itinerario circolare
di un certo impegno.
Molti altri sono i sentieri che si possono seguire lungo la
collina, tant'è che quasi ogni domenica, anche in inverno,
non è difficile incontrare gruppi di persone in cammino.
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