LA GRANDE GUERRA
Le cause del conflitto
Svolgimento del conflitto
Conseguenze immediate
|
|
Il 18 gennaio 1919 si
aprì a Versalles la Conferenza di pace dalla quale la carta geopolitica
dell'Europa uscì completamente ridisegnata.
Sul Baltico vennero creati, a danno della Russia,
quattro nuovi stati cuscinetto:
Finlandia, Lituania, Lettonia ed Estonia.
La
Germania fu obbligata a
restituire alla Francia l'Alsazia e la Lorena. Dovette inoltre riconoscere
l'indipendenza della
Polonia, che ottenne uno
sbocco al mare con il cosiddetto corridoio polacco, una striscia di
territorio che separava la Prussia orientale dal resto della Germania.
Danzica venne proclamata città libera mentre l'impero coloniale tedesco
venne spartito tra Inghilterra, Francia, Belgio e Giappone.
L'Austria dovette
consegnare all'Italia il Trentino, l'Alto Adige, la Venezia
Giulia e l'Istria, tranne Fiume. Alla Serbia dovette cedere
la Croazia, la Slovenia, la Bosnia e l'Erzegovina,
che diedero vita a un nuovo Stato, la
Jugoslavia. L'impero
austro-ungarico fu smembrato in tre Stati indipendenti: Austria,
Cecoslovacchia
e
Ungheria.
La
Bulgaria fu costretta a
cedere a cedere alla Grecia la Tracia occidentale e alla Jugoslavia
la Macedonia.
L'Impero Turco
cessò di esistere e al suo posto fu istituita la
Repubblica di Turchia,
con capitale Ankara
La soluzione diplomatica che prevalse al termine della guerra disegnò un
quadro politico dell’Europa completamente differente da quello del 1914. La
scomparsa di tre imperi (russo, tedesco, austro-ungarico) fu colmata dalla
creazione di nuove unità statali, entro le quali l’identità nazionale era
tutt’altro che omogenea. Per di più lo spirito punitivo con cui vennero
decise, da parte della Francia e della Gran Bretagna, le sanzioni contro la
Germania portò a provvedimenti oltremodo pesanti. I tedeschi li
percepirono come umilianti, tanto più che il loro esercito non aveva mai
subito una reale sconfitta nel corso della guerra.
Ancor più grave fu il
dissesto finanziario, i cui effetti negativi si aggiunsero ai problemi
derivanti dalla riconversione delle industrie dalla produzione militare a
quella civile.
La guerra aveva inoltre innescato profondi e ampi sommovimenti in tutte le
società coinvolte: la rivoluzione russa aveva indicato una meta possibile
per i ceti operai e contadini, maggiormente colpiti dai costi sociali della
guerra. Ma la crisi del dopoguerra travolse anche i ceti medi,
predisponendoli a favorire soluzioni autoritarie con le quali liquidare i
conflitti ideologici e gli squilibri sociali.
La prima guerra mondiale segnò
infine il declino dell’Europa che, dopo tre secoli di espansione, vedeva il
suo ruolo usurpato da nuove grandi potenze, quali gli Stati Uniti e il
Giappone. |