Matteo Melillo

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LA GRANDE GUERRA
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Gli egoismi nazionali rappresentano un pericolo per gli equilibri politici europei
L’ordine europeo, sotto l’apparente stabilità, era minato da una serie di motivi di conflitto.
Il principio dell’equilibrio delle forze e della suddivisione delle aree di influenza tra le grandi potenze europee iniziò a mostrare i propri limiti. Ciascuna nazione, infatti, cercava ormai di imporsi sulle altre, preoccupandosi sempre meno della salvaguardia della pace.
Fu in particolare la
Germania, dopo le dimissioni di Bismarck, a voler proseguire una politica espansionistica di dimensioni mondiali. Questa politica la poneva in diretta concorrenza con la Francia e l’Inghilterra.

I Balcani alimentano contrasti e rivalità tra le potenze europee
Altro motivo di crisi era costituto dal problema dei Balcani.
Nel 1908 scoppiò in Macedonia una rivolta che impose al sultano turco di abdicare.
L’
Austria colse allora l’occasione per trasformare l’amministrazione della Bosnia-Erzegovina in possesso diretto suscitando così il rancore della Russia.
Approfittando inoltre delle difficoltà della Turchia nella guerra contro l’Italia in Libia e nell’Egeo (1911-1912), la
Russia spinse Serbia, Bulgaria, Montenegro e Grecia a scendere in guerra contro l’Impero Ottomano.
La
Serbia si sentiva soffocata dalla presenza austriaca in Istria, Dalmazia, Bosnia ed Erzegovina, che le impediva ogni sbocco sull’Adriatico .
I Balcani divennero perciò un groviglio di rivalità, un vero e proprio campo minato pronto ad esplodere da un momento all’altro.


Numerosi sono i motivi che spingono alla guerra
A queste tensioni nei Balcani si erano aggiunti altri motivi che avevano avvelenato sempre più i rapporti tra le grandi potenze europee.
. La Germania aveva accelerato la corsa agli armamenti e pensava di ampliare il proprio impero coloniale in Africa e in Asia.
. L’Inghilterra temeva non soltanto la crescente forza della Germania ma anche la sua straordinaria potenza economica.
.  La Francia, mai rassegnata alla sconfitta, puntava a riottenere i territori dell’Alsazia e della Lorena.
.  L’Austria tramava per imporre il proprio predominio anche sulla Serbia.
. La Russia intendeva invece rafforzare la propria influenza nella regione balcanica per recuperare il prestigio perduto dopo la sconfitta subita nella guerra contro il Giappone.
Un complesso intreccio di interessi contribuì ad acuire la tensione
A tutti questi motiva si aggiungevano anche il contrasto fra Italia e Austria per la liberazione di Trento e Trieste, la convinzione dei militari che il conflitto si sarebbe risolto nel giro di qualche settimana, la speranza degli industriali di ottenere facili guadagni con la produzione bellica.
Una eventuale guerra, non era malvista neanche dai governi degli stati in cui era cresciuta la forza della classe operaia. Si pensa infatti che la mobilitazione nazionale avrebbe “distratto” l’opinione pubblica dai problemi interni e allontanato la minaccia di una rivoluzione sociale.

 

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