EXTREME SPORTS - Emozioni oltre il limite


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All-one 2008


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Patrick de Gayardon



ALEX BELLINI, oltre il limite


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Alex è nato in Valtellina, ad Aprica nel 1978. 30 anni, molti dei quali passati a sognare, come molti del resto, di essere qualcun altro, in qualche altra parte del mondo, impegnato a vivere un’esistenza molto diversa da quella, a volte confusa e monotona, di un giovane.

Lo sport, in tutte le sue forme ed accezioni, è sempre stato un punto fisso nella sua vita. Crescendo in un paese di montagna, ad Aprica, lo sci - sua grande passione - è stata la prima attività sportiva che gli ha regalato anche discrete soddisfazioni. Forse l´anello che lo congiungeva all´avventura da qualche parte dentro di sé c´è sempre stato, ma i tempi erano ancora prematuri per tali tipi di esperienze. Qualcosa di importante però accadde nel 1999 quando fu selezionato per partecipare alle selezioni nazionali del Camel Trophy di Tonga. In quell’occasione, oltre ad aver incontrato personaggi con una notevole esperienza in fatto di avventura, ha saputo, con certezza e definitivamente, dar voce e forma a quei famosi stimoli ed immediatamente ciò che sentiva di dover fare apparve in tutta la sua chiarezza: il movimento, il pericolo, il sacrificio, per inseguire emozioni che non trovava in una vita tranquilla.

Dal 2000 al 2001 corre le prime maratone tra cui la New York City Marathon e la Marathon des Sables, 280 km nel deserto marocchino. Nel 2002 e nel 2003 vola al freddo per un’avventura che si svolge ogni anno in Alaska a febbraio e segue quasi fedelmente il percorso dell´Iditarod, la famosissima corsa con i cani da slitta. Alex decide però di non correrla con i cani ma da solo, a piedi, in autosufficienza, trainando una slitta con, al suo interno, tutto il necessario per sopravvivere. Nella prima edizione a cui partecipa percorre 600 km concludendo la corsa in 9 giorni promettendosi di ripresentarsi l´anno successivo.

Nel 2003 a causa di condizioni meteo anomale, con scarsità di neve, la partenza della corsa fu spostata di qualche centinaia di chilometri verso Nord Est, vicino al confine con il Canada e questo provocò un accorciamento del percorso: dai 1800 classici chilometri ai 1400 corsi per la maggior parte all´interno del fiume Yukon. Alex correrà per 27 giorni posizionandosi terzo assoluto.

Dalle distese di ghiaccio, Alex decide di passare alle immensità degli oceani. Nel 2005 Alex diventa il primo uomo ad attraversare in solitaria a remi il mare Mediterraneo e l’Oceano Atlantico, traversata di 226 giorni e 6mila miglia da Genova a Fortaleza in Brasile, su una barca di 7,5 metri. Il 21 febbraio 2008, con la stessa imbarcazione “Rosa di Atacama II” Alex parte da Lima, in Perù per raggiungere l’Australia.

Concluderà con successo la traversata dell’Oceano Pacifico il 13 dicembre 2008 dopo 18.000 chilometri di navigazione e 294 giorni in mare aperto, da solo. Alex entra così nella storia della navigazione e segna il nuovo record di traversata a remi, con esito positivo, più lunga mai compiuta prima.

ALL-ONE 2008: L´OCEANO PACIFICO IN BARCA A REMI



Foto percorso

L´idea di una traversata del Pacifico a remi mi venne in mente mentre ero ancora nelle acque tempestose del mar Mediterraneo. Fissare nuovi obbiettivi futuri in momenti in cui ero allo stremo delle forze mi dava coraggio e voglia di tenere duro. Così un giorno chiamai il mio team di supporto e chiesi informazioni riguardo al periodo migliore per una traversata da Sud. Pensavano fossi diventato matto: dovevo ancora attraversare il primo oceano e già pensavo al prossimo. Era troppo per loro, per me fu un aiuto preziosissimo.

A bordo di Rosa di Atacama II, la stessa imbarcazione utilizzata per la traversata dell´Atlantico del 2005, il 21 febbraio 2008 Alex parte da Lima per la sua ultima avventura in mare: la traversata dell’oceano Pacifico a remi. Grazie all’importantissimo supporto tecnico di Roger e di Rick Shema (meteorologo hawaiano) Alex parte da Lima con condizioni meteo ideali tali per cui riuscirà da subito a mantenere un’ottima rotta orientata verso Ovest.

I problemi, però, non tardano ad arrivare. Dopo soli due mesi di mare tre dei sette pannelli solari smettono di funzionare e questo procurerà ad Alex grosse preoccupazioni. Soli pochi giorni dopo uno dei due dissalatori manuali che gli permettono di dissalare l’acqua di mare si rompe a metà. Gliene rimarrà uno solo per il resto del viaggio. Le miglia, comunque, soccorrono veloci sotto la chiglia della sua barca ed Alex fa ottimi progressi tanto da far pensare ad un arrivo anticipato rispetto ai pronostici.

A partire da settembre, però, superato l’arcipelago di Tonga, l’avventura si fa dura. Alex incontra costantemente correnti e venti contrari e pare proprio che l’oceano non voglia farlo passare. Il 12 dicembre, dopo 3 settimane di strenua lotta contro le condizioni meteo decisamente atipiche per la zona ed il periodo, quando si trova a sole 60 miglia da terra, il team di supporto lo informa che gli rimangono solo 24 ore di tempo prima che una fortissima perturbazione da Nord Ovest lo respinga nuovamente al largo rischiando anche di compromettere quanto fatto fino a quel punto.

Dopo aver ricevuto l’ufficializzazione del tentativo riuscito da parte della Ocean rowing Society (unico ente giudicante) Alex, coscienziosamente e umilmente decide di dichiarare conclusa la sua avventura e accetta di farsi accompagnare a terra da un rimorchiatore neozelandese che si trovava a poche miglia da lui. L’avventura termina alle 09:30 del 13 dicembre con il suo arrivo nel porto di New Castle, a Nord di Sydney dove ad aspettarlo, assieme alla moglie Francesca c’è una folla di amici, fan, curiosi e giornalisti.

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