Vergine

Precedente Home Su Successiva

La Vergine è la seconda costellazione del cielo per dimensioni superata solo dall'Idra. Viene immaginata come una donna alata che stringe nella mano sinistra una spiga di grano (rappresentata appunto dalla stella Spica, la più luminosa). Il motivo di tale raffigurazione risiede nel fatto che il mito della Vergine è probabilmente nato tra il 6540 ed il 4380, cioè quando il solstizio d'estate e quindi il periodo di raccolta del frumento coincideva con la levata eliaca (=periodo nel quale un astro sorge contemporaneamente al Sole o quasi) della costellazione.
Veniva vista come la Grande Madre, regina della Terra, sino ad essere ridotta dalle civiltà patriarcali a ruolo subordinato a quello del dio sovrano celeste.
In Grecia la Vergine era vista come Dike, la dea della Giustizia. Esiodo la considerava figlia di Zeus e di Temi (la dea della giustizia come consuetudine, quindi non istituzionalizzata). In un'altra versione del mito, come ci racconta Arato, era vista come Astrea, figlia di Astreo (il padre delle costellazioni) ed Eos (l'Aurora): da qui l'evidente allusione ad Astrea come diritto opposto a bia, la violenza irrazionale, come ordine celeste, dove le caratteristiche e i moti delle singole costellazioni si contemperano con la quieta armonia del Tutto.
In Egitto invece si venerava una dea che teneva in braccio un fanciullo. Si tratta di Iside, sorella-moglie di Osiride che, dopo aver ricomposto il corpo straziato da Seth, gli aveva generato Horo. Proprio a questa figura, in base alle testimonianze di Eratostene e Avieno, verrebbe ricondotta la Vergine celeste.
La Vergine fu identificata anche con Demetra (la Grande Madre che presiedeva all'eterno ciclo vita-morte-vita di esseri animati e vegetali) e con la figlia Persefone, rapita da Ade e condotta nel suo regno, gli inferi. Ciò fece adirare la Madre che impedì la maturazione dei frutti sulla Terra sino a quando non le fosse stata restituita la figlia. Il preoccupato Zeus allora inviò Ermes (Mercurio) presso Ade affinché lo convincesse a liberare Persefone, che infatti venne rilasciata. La legge divina, però, costringeva chiunque si fosse nutrito negli inferi e ne fosse uscito, a trascorrere una stagione l'anno nel regno di Ade: dato che Persefone aveva mangiato semi di melograno, dovette dunque soggiogarsi a tale legge. Fu così che Persefone che scendeva periodicamente negli inferi era simboleggiata dal grano che veniva sepolto nella terra per poi rinascere a Primavera come spiga di frumento. La spiga, però, era anche attributo di Demetra la quale volle ricompensare Trittolemo, colui che le aveva rivelato l'identità del rapitore, con semi di grano, un aratro di legno ed un cocchio trainato da serpenti, inviandolo per il mondo ad insegnare l'agricoltura.