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La costellazione del
Sagittario è immaginata come un centauro (da non confondere però con la
omonima costellazione), cioè un essere per la metà superiore del corpo
umana, e per quella inferiore equina. E' rappresentato munito di mantello
e di arco puntato verso lo Scorpione (nessuno sembra però rilevarne una
relazione mitologica), mentre si destreggia nelle sue abilità di arciere.
Alcuni ritenevano tale costellazione scissa tra l'arciere e il suo arco,
altri addirittura la confondevano con quella, comunque distinta, del
Centauro.
La stella Alfa Sagittarii, viene chiamata Rukbat oppure Al-rami, che
insieme significano in arabo "ginocchio dell'arciere". La stella
all'estrema destra della costellazione è Alnasl, in arabo "la
punta" della freccia. L'arco è composto dalle stelle Kaus
("arco" in arabo) Media, Kaus Australis e Kaus borealis. Una
considerazione particolare merita la stella Sigma Sagittarii, chiamata
Nunki, nome attribuitole dai babilonesi e che per loro rappresentava la
città sacra di Eridu sull'Eufrate: alcuni lo considerano il nome di
stella più antico in uso.
La storia di questa costellazione è pervasa da una certa confusione,
provocata dalla commistione della sua antica origine sumerica con l'eredità
greca. I mitografi greci Eratostene ed Igino lo vedevano come un satiro,
una divinità minore con fattezze umane, ma con orecchie, gambe e coda
caprine. Si trattava di Crotus, figlio di Eufeme, nutrice delle nove Muse
figlie di Mnemosine e Zeus. Egli inventò l'arco e le frecce ed era sempre
in compagnia delle Muse che deliziavano le sue orecchie dei loro melodiosi
canti. Le Muse furono così contente di sentire i suoi festosi
apprezzamenti che chiesero a Zeus di metterlo in eterno nel cielo.
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