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Si
tratta della costellazione in cui un tempo si trovava il polo nord celeste e
dove si trova il polo nord dell'eclittica: di conseguenza rappresenta un
importantissimo punto di riferimento celeste. A causa della precessione degli
equinozi il polo celeste si sposta compiendo un giro completo in 25.765 anni
lungo una circonferenza il cui centro si trova sul dorso del Drago.
Il nodo ascendente e quello discendente (i famosi punti equinoziali) erano visti
come testa e coda del Drago: il primo è il punto in cui il Sole all'inizio
della Primavera interseca l'equatore celeste per poi incrociarlo nuovamente
all'inizio dell'Autunno nell'altro punto. Inoltre gli stessi nodi indicano il
punto in cui l'orbita di ogni pianeta e della Luna interseca l'eclittica,
quindi, sono gli unici due punti nelle vicinanze dei quali possono avvenire le
eclissi di Sole (per gli antichi infatti questo fenomeno veniva raffigurato come
un drago nell'intento di mangiarsi la Luna).
Per questo motivo il Drago era considerato il custode del sacro albero della
saggezza, il cui tronco è l'asse di rotazione delle stelle, le quali
rappresentano i suoi frutti. Chi riesce a comprendere il movimento della sfera
celeste rispetto a questa costellazione nel corso dei millenni, conosce le leggi
del firmamento.
Secondo il Mito, l'albero dalle mele d'oro (simboli della conoscenza) era stato
dato in dono ad Era per le nozze con Zeus. La dea mise poi le Esperidi a guardia
dell'albero, ma queste si dimostrarono indegne del loro incarico e furono
sostituite dal dragone, figlio del mostro Tefeo e di Echidna, la creatura metà
donna e metà serpente, come ci tramanda lo storico Apollodoro.
Euristeo intanto assegnò ad Ercole una delle sue dodici fatiche, cioè quella
di recuperare le mele d'oro dell'albero sacro. L'impresa non era certo semplice,
dal momento che doveva vedersela col terribile guardiano ma anche con
l'imponente cerchia di mura a sua protezione. L'eroe però non si perse d'animo
e con l'aiuto dell'augure Nereo escogitò un piano. Essendo Atlante, il gigante
che sorreggeva il mondo, l'unico in grado di valicare le mura, Ercole si avvicinò
a lui e gli propose di sostituirlo per qualche minuto nel suo faticoso incarico:
in cambio il gigante avrebbe dovuto sottrarre i frutti dorati dall'albero.
Atlante, pur di ottenere un seppur breve sollievo, accettò di buon grado a
patto però di non affrontare il temibile dragone. Così Ercole uccise il
dragone trafiggendolo a distanza con una freccia e si prese il Mondo sulle
spalle al posto di Atlante: quest'ultimo, come stabilito, oltrepassò le mura e
s'impadronì delle preziose mele, ma al ritorno non se la sentì di riprendere
il pesante carico su di sè e propose all'eroe di rimanere ancora al suo posto
per il tempo necessario a portare le mele direttamente ad Euristeo. Nereo aveva
previsto un simile comportamento e aveva consigliato di essere diffidente, così
egli fece solo finta di accettare e chiese al titano di sorreggere un attimo il
Mondo perché voleva prima sistemarsi una fascia sul capo: il gigante accettò e
l'eroe beffardamente lo salutò portandosi via i frutti.
Le stelle più brillanti del Dragone sono Eltanin, dall'arabo al-tinnin,
"il serpente", e Thuban, "la testa del serpente".
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