Chioma di Berenice

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Visibile come un gruppetto di stelline che insieme formano una macchia nebulosa situata nei pressi della coda del Leone, era prima considerata il tipico ciuffo di peli che si trova all'estremità delle code leonine, finché il cartografo olandese Gerardus Mercator non la rese indipendente nel suo noto catalogo stellare del 1551. Nell'Almagesto, opera scritta da Tolomeo nel 150 d.C., viene descritta come un ricciolo di capelli. Eratostene invece la vedeva in due modi: se considerata appartenente alla costellazione della Corona Boreale, si trattava della chioma di Arianna, se considerata appartenente al Leone si trattava della chioma della Regina d'Egitto Berenice II di Cirene. Quest'ultima sposò il fratello Tolomeo III Euergete, come da usanza diffusa nella famiglia reale egiziana, e si distingueva per le sue abilità di amazzone. Secondo i racconti di Igino, quando Tolomeo fu impegnato nella guerra contro Seleuco, re di Siria, Berenice promise di tagliarsi i capelli se il marito fosse tornato vivo. Tolomeo tornò sano e salvo e la moglie mantenne la promessa deponendo la sua chioma nel tempio dedicato alla madre Arsinoe (poi identificata con la dea Venere). Il giorno dopo, però, le trecce scomparvero e di loro si perse ogni traccia: solo Colone di Samo, un matematico ed astronomo che viveva ad Alessandria, disse al re che erano state trasferite in cielo insieme alle costellazioni.