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bicilindrico 4T- 344 cm3 raffreddamento ad aria 2 cilindri - 4 valvole freni: ant 1d - post tamburo conico potenza --Kw/-- cv a -- giri coppia max -- kgm a -- giri peso a secco 132 kg velocità max 138 km/h consumo 24 Km/litro. Il serbatoio è corto, alto, di linea leggermente squadrata. La sella è molto ampia e adeguatamente lunga per consentire sia un'ottima abitabilità a due, sia nell'uso fuoristradistico spinto, quella possibilità di variazione dell'assetto di guida che i piloti ritengono fondamentale per poter tenere meglio sotto controllo il mezzo. Salendo in sella si ha l'immediata sensazione di trovarsi di fronte a qualcosa di sostanzialmente innovativo nel settore delle moto Enduro, notando subito anche l'enorme escursione della sospensione posteriore. Questa posizione di sella consente di prendere subito confidenza con il mezzo. La geometria dello sterzo presenta valori bene equilibrati, senza eccessi di inclinazione di forcella, e conseguentementente di avancorsa, con il vantaggio quindi di poter disporre di un avantreno neutro, molto preciso e soprattutto adeguatamente caricato in quanto a distribuzione dei pesi, che come detto, il pilota può variare a seconda delle esigenze spostandosi longitudinalmente sulla sella. Queste somma di caratteristiche, più la funzionalità della sospensione posteriore monoammortizzata, porta a un impiego stradale estremamente spigliato e piacevole. La Kanguro si arriva a piegare in curva ai limiti in cui, nel settore Enduro, finora era arrivata solo la BMW R 80GS, con il vantaggio per la più piccola moto bolognese della superiore leggerezza, quindi di una maneggevolezza da 125. Sullo sterrato, le caratteristiche si confermano in pieno: una sospensione posteriore eccezionalmente precisa nella risposta e nel seguire il profilo delle asperità, un avantreno neutro, anch'esso ottimamente sospeso dalle forcelle Marzocchi a perno avanzato, un'agilità e una tenuta in curva che avvicinano molto questa enduro a una macchina di tipo più nettamente fuoristradistico. Il motore Morini 350 non dovrebbe essere più una sorpresa, ormai, invece quello, montato sulla Kanguro una sorpresina ce l'ha riservata nella forma di un funzionamento assolutamente esente da vibrazioni. Questo è in effetti una novità, perchè il Morini 350 un pò ha vibrato sempre nei suoi 10 e più anni di vita, e abbiamo pensato che fosse quasi impossibile tirarglia via questo difetto. Ma i tecnici della Morini hanno avuto il tempo di riesaminare la questione e di risolvere il problema. Brillante più che mai con i rapporti corti da Enduro, potente e con grande disponibilità al fuorigiri, il 350 che equipaggia il Kanguro è in grado di mangiarsi parecchi mono da 500 cc sia su strada che su sterrato. L'accelerazione è brillante, solida, con le marce che si distendono al limite dei 9000 giri e oltre, e che il pilota esperto arriva ad infilare in sequenza rapidissima dalla prima alla sesta per trovarsi con estrena rapidità a velocità ben superiori ai 120 km orari. Pur rapportata corta infatti, la Kanguro è in grado di sfiorare con i suoi 137 km orari effettivi, il limite di 140, velocità di tutto rispetto per una macchina di questo assetto e di questa cilindrata. Nei trasferimenti autostradali è possibile tenere medie nell'ordine dei 130 km/h senza che il propulsore abbia minimamente ad accusare lo sforzo. E neppure i consumi vanno in tilt. La meccanica Morini è sempre stata leggendaria per questa sua caratteristica, e anche con rapporti corti e assetto alto riesce a consumare poco meno di 25 km litro in crociera. Valida in autostrada, molto forte sul misto e sullo sterrato, la Kanguro 350 tutto sommato non è però al meglio come aggiornamento dell'impianto frenante. La Morini Kanguro 350 è, limiti della cilindrata a parte, la migliore moto Enduro che "Moto su strada" abbia mai avuto modo di provare. La sua versatilità non è un fatto di compromesso, intermedio tra due esigenze, ma un' incredibile capacità di svolgere adeguatamente ambedue le funzioni: quella di moto stradale e quella di moto da fuoristrada. la moto da Enduro. Così guardando ciò che restava nel mercato e relativi prezzi, considerato che era in vigore un super bollo per moto di cilindrata superiore alle 400 c.c. mi son convinto a comprare questo modello già allora vecchio ( era il 1994 ) del marchio Morini, di cui ero già stato precedentemente felice possessore di altri mezzi. Aveva fatto pochi km il mio Kanguro, ma tutti nel fuoristrada vero. Così mi sono trovato a dover sostituire l'ammortizzatore posteriore, la frizione e ancora poche altre cosette secondarie, e così sono tornato felicemente in possesso di una moto praticamente come nuova. Subito sorpreso dalla potenza generosa mi sono divertito per anni in pieghe mozzafiato tra lo stupore continuo di motociclisti incontrati con mezzi davvero superiori. Limiti del Kanguro 350 sono solo la reale potenza finale, la scarsa frenatura e lo stacco troppo brusco della frizione in partenza. Manca il motorino di avviamento, ma che importa, lascio la moto per sei mesi ferma ed un colpo di pedale le ridona sempre vita senza il pensiero della batteria scarica. C'è un ottimo cavalletto centrale, dimenticato dalle moderne moto, che aiuta non poco nelle manutenzioni più delicate e nei lunghi posteggi. Ho davvero amato questa moto per le soddisfazioni che mi regalava ogni volta, senza chiedere nulla in cambio, consumi bassissimi e manutenzione quasi assente. Ho girato la Toscana su questa rossa sella altissima, cercando strade sempre nuove e sterrate. Ora che ho cambiato moto e cilindrata, ho tanti cavalli in più ma manca il brio, manca l'agilità sorprendente, manca anche e soprattutto il feeling che c'era con il Kanguro ed il suo rombo, come se fosse parte integrante di me stesso. E' per questo che, non volendo svenderla, l'ho data in prestito al mio caro amico Cifa, che non aveva precedenti esperienze, ma sta cominciando a capire e ad apprezzarla, spesso la moto scalcia si ribella e si spegne in partenza, però ... brilla già il suo sguardo quando dico che stiamo per partire di nuovo. |