Che in vita Buzzati sia stato un autore e un giornalista
di grande successo (le sue opere hanno venduto moltissimo in tutto il
mondo) è fuori dubbio; che sia considerato uno tra i più
significativi scrittori italiani è acquisizione recente.
Dino Buzzati muore a Milano nel 1972 a 66 anni; la sua opera è
rimasta in vita e ne ha sancito il valore letterario a discapito di
tutti quei critici che la ritennero una copia superficiale di quella
di un ben noto scrittore boemo. "Da quando ho cominciato a scrivere,
Kafka è stato la mia croce" ebbe modo di dire pochi anni
prima della sua morte. A poco valse il riconoscimento della critica
francese che gli dedicò -primo scrittore italiano- dei Cahiers.Oltre
che di famosi romanzi, non si può non menzionare "Il deserto
dei tartari", Dino Buzzati è autore anche di numerosi racconti,
alcuni bellissimi, che ci regalano situazioni e atmosfere senza tempo.
Il racconto era infatti per Buzzati la "forma d'espressione preferita"
quella alla quale dava i connotati di "breve e agile", un
modo di creare in poche righe un intero mondo.
Allo stesso tempo era però anche il modo migliore di "divertire
e commuovere" il lettore senza stancarlo.
Troviamo inseriti in questo volume, edito nel 1989 e più volte
ristampato, molti racconti tratti dalle raccolte più conosciute
e scelti in modo accurato da Federico Roncoroni. Ci troviamo perciò
dinanzi a una grande varietà di temi e a situazioni che oscillano
tra il reale e il fantastico anche se spesso una linea netta di demarcazione
tra questi diversi piani non si trova proprio, tanto che avvenimenti
reali possono tramutarsi senza discrepanze stilistiche e logiche in
situazioni irreali e immaginarie.
Quello che stupisce nel mondo fantastico ideato dallo scrittore è
l'assoluta naturalezza di ogni gesto quotidiano: proprio in un mondo
in cui tutto ci pare assurdo possiamo ritrovare le contraddizioni più
reali dell'uomo, le sue manie, i drammi che sfociano nella solitudine.
E' così che Buzzati ci porta senza accorgecene a riflettere sulla
condizione umana.
Se vogliamo entrare poi più nel dettaglio possiamo notare la
presenza quasi immancabile di un avvenimento negativo che stravolge
le condizioni iniziali: i personaggi si ritrovano spesso in un'esistenza
senza amicizia in cui sono assenti persino i legami con la famiglia
e in cui gli avvenimenti si susseguono inenuttabilmente, guidati da
un destino incomprensibile (vd. "Sette piani").
In ogni caso grazie allo stretto legame con la quotidianità (i
luoghi, i gesti, le abitudini) l'atmosfera diviene raramente "scura":
siamo lontani dalle perverse fantasie kafkiane, tutto sembra accadere
semplicemente, alla luce del sole.
La descrizione degli avvenimenti assume un significato soprattutto psicologica:
così i paesaggi introducono gli eventi e ci calano nell'atmosfera
e ci permettono di pensare come i personaggi.
In questo modo i racconti hanno più livelli di lettura (reale,
allegorico, "comico").
Oltre la trama e' il perfetto uso del linguaggio a rapire il lettore
facendolo scivolare nel mondo fantastico dei personaggi: la prosa, limpida
e chiara, semplice ed essenziale rende "credibile l'incredibile",
completando un perfetto sinergismo tra situazione e narrazione.
La linearità descrittiva e l'efficacia descrittiva si notano
da subito, già all'apertura di molti racconti: il verbo al passato
remoto delimita l'avvenimento catapultandoci nell'azione: non viene
lasciato spazio a introdurre l'avvenimeto che in effetti "accade
e basta" senza alcuna logica spiegazione. Il lettore si ritrova
intrappolato, incuriosito, anche sorpreso. E la sorpresa è grande
anche per chi questo libro lo ha già letto e lo ritrova ogni
volta diverso: perchè Buzzati ci parla di noi semplicemente,
con naturalezza, e con la precisione del giornalista. E in ogni età
della vita è capace di svelarci qualcosa di nuovo, eppure così
semplice.
Ci permettiamo di suggerire questo libro a tutti, soprattutto a coloro
che hanno una conoscenza superficiale dell'autore: troveranno molti
racconti di ottima fattura e tutte le caratteristiche, stilistiche e
di contenuto, tipiche dell'opera di Buzzati.
G.Migliarese, P.Dindo