all'odierna
Piazza Santa Croce, percorrendo la salitola
di Via Giuseppe Clementi, si raggiunge la Piazza Guglielmo Marconi. Questa
piazza non ampia, è disposta però in modo da costituire un angolo della città
particolarmente adatto per lo svolgimento di manifestazioni pubbliche - concerti
e manifestazioni rievocative - in occasione di ricorrenze religiose e
tradizionali care alla popolazione. È qui che si concludono, con grande
concorso di popolo e con luminarie, concerti e spettacoli pirotecnici, i
festeggiamenti in onore di Sant'Antonio da Padova, una festa fra le più amate a
Cave.
Come pure è in questa piazza che si conclude, con la rappresentazione della
crocifissione, la suggestiva processione storica detta del "Cristo
morto", che da più di cento anni si svolge per le vie cittadine nella
notte del Venerdì Santo ed alla quale partecipa e collabora l'intera
cittadinanza.
Oggi
la piazza porta il nome del nostro illustre scienziato Guglielmo Marconi, ma in
passato ha assunto, a seconda delle vicende storiche vissute, diversi altri
nomi: si chiamava Piazza dell'Istruzione sul finire del secolo scorso, negli
anni in cui Cave e il territorio prenestino, cessato lo Stato Pontificio, erano
entrati a far parte del Regno d'Italia; poi, in omaggio al santo titolare della
chiesa la cui facciata prospetta sulla piazza, prese il nome di Piazza San
Carlo; più tardi si chiamò Piazza del Municipio, per il fatto che il Comune
aveva posto la sua sede nei locali del convento di San Carlo che aveva il suo
ingresso proprio nella piazza.
Al sommo dell'alta scalinata, ecco la facciata della secentesca chiesa di San Carlo. È una sobria facciata nello stile di transizione tra il Rinascimentale e il Barocco, suddivisa in due ordini, inferiore e superiore, con caratteristiche del tutto differenti.
La parte inferiore è interamente coperta di travertino e mostra tutt'ora le ferite ricevute durante le incursioni aeree della Seconda Guerra Mondiale. La parte superiore, invece, è costituita in mattoni con alcune parti in travertino ed appare ben conservata perché restaurata dopo la guerra.
Al
fianco sinistro della chiesa si sviluppa la fronte del convento di San Carlo,
edificio di eleganti proporzioni con l'ingresso protetto da una loggia sorretta
da due snelli pilastri. Circa a metà della fronte fu necessario apporre, fin
dall'origine della costruzione, un ampio contrafforte per sostenere la parete
che era leggermente inclinata verso la piazza. Per salvare l'estetica della
fronte, imbruttita da quella sovrapposizione, fu applicato allo sperone un finto
portale che gli dava l'aspetto di un portone di accesso al convento. Detto
contrafforte venne poi rimosso dal Comune verso gli anni Trenta.
Sulla Piazza Guglielmo Marconi, proprio di fronte alla chiesa di San Carlo, si affaccia il severo e massiccio palazzo della famiglia Giorgioli che era proprietaria anche di tutto il retrostante terreno coltivato ad ortaggi. La strada che l'attraversa si chiamava, infatti, qualche anno fa, Viale Orti Giorgioli, divenuto poi Viale Giorgioli.