La Collegiata del Principe

a chiesa di Santa Maria Assunta, la cui fronte settecentesca si affaccia sulla Piazza del Plebiscito, gode dei titoli di insigne collegiata e di chiesa principale o matrice della città di Cave. Ha ereditato questi titoli dalla prima e più modesta chiesa dedicata sempre a Santa Maria Assunta, che si trovava nella parte bassa del borgo e che, fino ad oltre la metà del 1700, fu aperta al culto ancorché fosse mal ridotta e insufficiente a contenere l'accresciuta popolazione.

L'antica chiesa del borgo, costruita in un periodo imprecisato dell'alto Medio Evo, era in origine a tre navate e possedeva un piccolo campanile. Di questa prima chiesa parlano parecchi diversi documenti, alcuni dei quali conservati nell'archivio dell'attuale Collegiata. Fra i più antichi, una Convenzione stipulata il 5 novembre 1295, tra i canonici, preti e religiosi di cave per regolare le partecipazioni e gli aiuti reciproci nelle ricorrenze celebrate nelle varie chiese.la collegiata del principe

Alla chiesa di Santa Maria Assunta furono assegnate, nella seconda metà del 1500, le rendite della chiesa rurale di San Lorenzo che era rimasta alquanto isolata dopo che gli scarsi abitanti del luogo avevano preferito spostarsi  nel vicino e più sicuro borgo di Cave.

Fino al 1572, Santa Maria Assunta fu eretta ed officiata da un semplice parroco. Ma il 3 marzo 1572, per interessamento del principe Marcantonio Colonna, il cardinale Ottone Bouxelles Vildemburg, vescovo di Palestrina, con decreto e autorità del pontefice Pio V, eresse in Santa Maria Assunta il "Collegium canonicorum" ed accrebbe le rendite della chiesa con i benefici della chiesetta di San Pietro. Con lo stesso decreto veniva concesso al principe Marcantonio Colonna e alla sua famiglia il diritto di patronato per l'arcipretura ei canonicati, diritto che la famiglia Colonna esercitò fino al 1934, anno in cui spontaneamente vi rinunciò.

Con l'erezione a Collegiata, la chiesa di Santa Maria Assunta acquisto anche il titolo di chiesa principale del paese, titolo che fino a quel momento era appartenuto alla chiesa di Santo Stefano. Essere chiesa principale del paese significava godere di alcuni privilegi sulle altre chiese, come : predicare l'Avvento e la Quaresima; aprire la visita pastorale del vescovo; promuovere le processioni penitenziali per propiziare il buon esito delle semine e dei raccolti; iniziare lo scioglimento delle campane nel giorno del sabato santo, ed altri ancora.

Il visitatore apostolico Giovan Battista Alfieri, nel 1637, ordinò la demolizione della pericolante navata centrale della chiesa (la navata sinistra era già crollata) e, nel contempo, ordinò che fosse costruita al più presto una nuova collegiata. Lo stesso anno fu posata la prima pietra della nuova chiesa e piantata la croce nel punto in cui avrebbe dovuto sorgere, scelto nella parte più alta del paese, ma i lavori, appena iniziati, furono presto abbandonati. Il progetto fu accantonato e non più ripreso per mancanza di fondi e per l'avversità dei padri agostiniani di Santo Stefano che non vedevano di buon occhio il sorgere di una nuova chiesa nel territorio della loro parrocchia.la scalinata della ss. annunziata al cui inizio sui muri delle case si scorgevano ancora cinquant'anni fa alcune tracce dell'antica collegiata di santa maria assunta

Così, la chiesa del borgo continuò, anche se ridotta in precarie condizioni, ad accogliere i fedeli fra le sue mura fatiscenti per oltre cento anni. Un inventario del 1753 riporta la descrizione dettagliata di tutti gli arredi ed oggetti contenuti nella chiesa. L'inventario precisa che erano ancora in piedi il piccolo campanile e parte della facciata corrispondente alla navata centrale, forse andati definitivamente perduti quando fu costruita la strada carrozzabile a cui fu dato il di Via nazionale e, più tardi, quello di Via Roma. Fino ad una cinquantina di anni fa erano ancora visibili alcuni avanzi della navata destra incorporati nelle abitazioni all'inizio di Via SS. Annunziata.

I lavori della nuova Collegiata furono ripresi intorno al 1750 per interessamento del cardinale Giusepe Spinelli.

La nuova chiesa fu progettata dall'architetto Costantino Fraschetti e fu eretta nello stesso luogo in cui erano stati alzati i primi pilastri e i primi muri del progetto poi abbandonato. Per fare spazio alla nuova costruzione furono demolite le case di proprietà del Monastero di Santa Maria degli Angeli di Palestrina (le Farnesiane), del convento di San Carlo, di Nicola Cappelli, nonché altre case e botteghe appartenenti allo stesso capitolo di Santa Maria.

I lavori di stabilitura e l'impianto di cornici, marmi, infissi ecc., furono invece progettati dall'architetto Carlo Morena ed eseguiti dai fratelli Domenico e Gaetano Giorgioli di Cave.

Concluso l'accordo fra i canonici di Santa Maria Assunta e i padri agostiniani di Santo Stefano per stabilire il territorio della nuova parrocchia, finalmente la nuova chiesa, ormai decorata e arredata, fu solennemente consacrata dal cardinale Giuseppe Spinelli il 2 luglio 1761, giorno dedicato alla festa della Visitazione di Maria a Santa Elisabetta. Da quel giorno fu aggiunto al titolo primitivo di Santa Maria Assunta, anche quello della Visitazione. Ma il popolo ha continuato e continua ancor oggi a chiamarla semplicemente "Santa Maria".

Naturalmente alla nuova chiesa furono straferiti i titoli e i privilegi di collegiata e chiesa principale del paese già posseduti dall'antica chiesa del borgo, titoli e privilegi che ancora conserva.

l'elegante e solenne interno della chiesa è a navata unica con soffitto a volta sorretto da pilastri con capitelli in stile ionico. L'abside è rettangolare con soffitto a crociera. Pregevole è l'altare sotto il quale, entro una nicchia, è conservata la sacra reliquia del martire San Lorenzo, qui trasferito nel 1790 dalla vetusta chiesa intestata allo stesso Santo.

Ai lati della navata si aprono quattro grandi cappelle con altari dedicati alla Madonna del S. Rosario, al S. Cuore di Gesù, a San Lorenzo e a Gesù nell'orto di Getsemani. L'ambiente, ampio e luminose, prende luce da sei finestroni aperti sopra il cornicione e dalle lunette delle cappelle. Il quadro sull'altare maggiore, che rappresenta l'Asunsione di Maria Vergine in cielo, del 1650, è lo stesso che si trovava sull'altare maggiore dell'antica chiesa. Intorno ad esso è stato dipinto un panneggio per rendere la figura proporzionata all'ampiezza dell'abside. Il pregevole portone di bronzo è opera dello scultore Lorenzo Ferri.

Per molti anni nella chiesa di Santa Maria Assunta risuonarono le note dell'organo della cattedrale di Sant'Agapito di Palestrina. Infatti, lo strumento fu acquistato dalla nostra  Collegiata il 22 febbraio 1861 per la somma di cento scudi. Fu sostituito nel 1904 con un nuovo organo tuttora funzionante, per la cui costruzione Pietro Morettini di Perugia utilizzo alcune parti del vecchio strumento.

Si ricollega con la storia di Santa Maria Assunta un singolare episodio accaduto nel 1811, durante l'occupazione del suolo italiano da parte dell'esercito francese comandato dal generale Napoleone Bonaparte. In quell'anno, i cinque canonici di Santa Maria si rifiutarono di firmare il giuramento di fedeltà che il governo francese aveva imposto al clero delle zone occupate. Furono tutti arrestati e tradotti chi in Francia, chi in un'isoletta della Corsica. Quando tornarono dall'esilio nel 1815, era notte, ma tutta la popolazione era ad attenderli con torce e fiaccole alle porte del paese, per tributare loro il benvenuto con grandi manifestazioni di giubilo.