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Il
gatto o gatto domestico (Felis silvestris
catus) è un
mammifero
carnivoro di piccola taglia
della famiglia dei
felidi (genere
Felis). Venne introdotto in
Europa dall'antico
Egitto dove era considerato un
animale sacro; in alcuni casi veniva mummificato e messo nei
sarcofagi delle famiglie più ricche. Uno studio pubblicato sulla
rivista Science smentisce però la tesi che il felino sia stato
addomesticato per la prima volta all'epoca dei Faraoni. Sembra
infatti che circa 10mila anni fa, da qualche parte nel vicino
Oriente, un audace gatto selvatico si introdusse in uno dei
primitivi insediamenti umani, il primo a coltivare grano e orzo.
Qui si sentì al sicuro. Le sue prede erano i roditori che
infestavano i granai degli umani. Dato che il nuovo arrivato si
guadagnava il suo sostentamento gli abitanti cominciarono a
tollerarlo con grande gioia dei bambini.Si può trovare allo
stato
selvatico (ne esistono ancora
diverse specie), ma prevalentemente vive nell'ambito domestico.
La sua temperatura corporea oscilla fra i 38° e i 38,5°C; la
frequenza respiratoria normale è di 10/20 respiri al minuto e
quella cardiaca di 110/140 battiti al minuto. Il suo corpo è
agile, flessibile e massiccio, tale da consentirgli di camminare
in modo silenziosissimo e di spiccare grandi salti; le sue
unghie retrattili (più precisamente protrattili, dato che nella
condizione ordinaria di riposo si trovano nascoste e sono
estratte solo all'occorrenza) gli permettono di arrampicarsi con
grande agilità.Nell'antico Egitto il gatto
aveva un ruolo molto importante: era considerato sacro, e non si
poteva ucciderlo; spesso chi ne uccideva uno era a sua volta
privato della vita; molte volte alla sua morte, il gatto era
mummificato e adorato.
Bastit, dea dell'amore e della
fertilità, la cui statua si trovava presso un cimitero di gatti,
veniva rappresentata con il corpo da donna e la testa da gatto.Anche in
Thailandia e in
Sud America il gatto era
ritenuto sacro: vi sono tracce
della suavenerazione già
nell'arte precolombiana. Non così era nel medioevo, dove il
gatto era spesso bruciato perché, per via della sua vita notturna, si pensava fosse imparentato col diavolo o comunque
braccio destro delle
streghe. D'altra parte alcune
regole di
ordini monastici contemplativi
lo consigliavano come compagno nelle celle dei frati. In tutto
il mondo si trovano segni della presenza, nell'antichità, dei
gatti: infatti sono stati raffigurati su monete, francobolli,
sculture e pitture e venivano dipinti anche su antichi vasi di
terracotta.
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