MARIA SIMMA E LE ANIME DEL PURGATORIO


PARTE PRIMA

Brevi cenni rimessi al suo vescovo,
monsignor Franz Tschann,
ausiliare di Feidkirch (+1935)
dal p. Alfonso Matt
curato della Veggente

MARIA SIMMA:
LA SUA FAMIGLIA, LA SUA ORIGINE
Maria Agata Simma, seconda figlia di Giuseppe Antonio Simma e della sua sposa Aloísa Rinderer, è nata il 5 febbraio 1915 a Sonntag (Vorarlberg). Sonntag è situato all'estremo lembo del Grosswalsertal, a circa 30 Km. ad est di Feldkírch, in Austria.
Il padre di Maria Simma, Giuseppe Antonio, era figlio del proprietario della locanda del Leone (Lówe), chiamato anche lui Giuseppe Antonio, e sua moglie Anna Pfisterer di Sonntag.
Per anni si guadagnò la vita come custode, poi come contadino di suo fratello Johann Simma, agricoltore a Bregenz, dove fece la conoscenza di Aloisa Rinderer, figlia d'un impiegato delle ferrovie che Johann aveva preso con sé ed allevata. Giuseppe se la sposò malgrado una differenza d'età di 18 anni. Andarono ad abitare nelle vicinanze di Sonntag. Durante la prima guerra mondiale fu portalettere, poi stradino e bracciante, poi pensionato. Con sua moglie ed i suoi otto figli andò ad abitare in una vecchia casa che gli era stata data in testamento da un buon vecchio, Franz Bickel, mastro carpentiere. A causa della grande povertà in famiglia, i fígli andarono giovanissimi a servizio e dovettero guadagnarsi il pane: i ragazzi come operai e le ragazze come bambinaie. Maria Simma fu, fin dalla giovinezza, molto pia e frequentò assiduamente i corsi d'istruzione religiosa dati dal suo curato, dott. Kari Fritz. Dopo la scuola elementare partì per la Svevia, più tardi per Hard, Nenzing e Lauterach. Voleva farsi suora; ma, a tre riprese, si vide rimandare a casa, a causa della sua debole costituzione. Il suo corredo per il convento l'aveva già in parte mendicato e in parte guadagnato da sola. Per tre anni fu a servizio a Feldkirch, alla casa di San Giuseppe. Dopo essere uscita da Gaissau tenne a casa suo padre ed ebbe cura della chiesa. Dalla morte di suo padre, nel 1947, vive sola nella casa patema.
Per sopperire ai bisogni della vita si occupa di giardinaggio. Vive così di povertà e viene aiutata da gente caritatevole.

I suoi tre soggiorni in convento l'hanno formata e l'hanno fatta progredire spiritualmente, preparandola così al suo apostolato in favore delle anime del purgatorio. La sua vita spirituale è caratterizzata dall'amore filiale verso la Santissima Vergine e dal desiderio di soccorrere le anime dei purgatorio, ma anche d'aiutare con tutti i mezzi le Missioni.
Ella ha votato la sua verginità alla Madonna e ha fatto la consacrazione a Maria del Santo Grignon de Montfort, in favore, soprattutto, dei defunti, si è pure offerta a Dio, facendogli il voto come "ani . ma vittima", vittima d'amore e d'espiazione.
Maria Simma ha trovato ora, sembra, la vocazione che Dio le ha assegnata: aiutare le anime del purgatorio con la preghiera, la sofferenza espiatoria e l'apostolato.
Fin dall'epoca del nazismo ha aiutato a preparare i bambini alla confessione ed al catechismo della prima comunione, dando loro un'istruzione religiosa complementare e dimostrando, in questo compito, un vero talento ed un grande "saper fare".

AIUTO ALLE ANIME DEL PURGATORIO
Già fin dall'infanzia, Maria Simma era venuta in aiuto delle anime del purgatorio con preghiere guadagnando loro delle indulgenze. A partire dal 1940 le anime del purgatorio vennero certe volte a domandarle soccorso in preghiera. Nel giorno di tutti i Santi del 1953 la Simma cominciò ad aiutare i defunti con sofferenze espiatorie. Soffrì moltissimo per un ufficiale morto in Carinzia nel 1660.
Questi dolori corrispondevano ai peccati da espiare.
Durante la settimana che segue la festa di tutti i Santi, pare che le anime del purgatorio ricevano delle grazie, tramite l'intervento della Santissima Vergine. Il mese di novembre sembra pure essere per loro un tempo di grazie particolarmente abbondanti.
Maria Simma era felicissima di vedere finito il mese di novembre, ma fu solo alla festa dell'Immacolata (8 dicembre) che ebbe inizio veramente la sua missione.
Un prete di Colonia, morto nel 555, si presentò a lei con l'aria disperata: veniva a chiederle delle sofferenze espiatorie che lei doveva accettare spontaneamente, altrimenti egli avrebbe dovuto soffrire fino al giudizio universale. La Simma accettò; e fu per lei una settimana di dolori terribili. Ogni notte quest'anima veniva a darle nuove sofferenze. Era come se le avessero slogato tutte le membra. Quest'anima l'opprimeva, la schiacciava, per così dire; e sempre, da ogni parte, nuove spade penetravano in lei con violenza. Un'altra volta era come se si appoggiasse contro di lei una lama spuntata, che, incurvandosi, in seguito alla resistenza, si conficcava in ogni parte del suo corpo. Quest'anima doveva espiare omicidi (aveva partecipato al martirio delle compagne di Sant'Orsola), la sua mancanza di fede, adulteri e Messe sacrileghe.

E SEMPRE NUOVE ANIME VENIVANO A DOMANDARE SOCCORSO
Le sofferenze espiatorie che subiva per le pratiche anticoncezionali e l'impurità erano terribili dolori corporali ed orribili nausee.
Poi le sembrava di giacere delle ore fra blocchi di ghiaccio, il freddo le penetrava fino alle midolla; era l'espiazione della tiepidezza e della freddezza dal punto di vista religioso.
Dopo il terribile caso dei prete di Colonia dovette ancora incaricarsi di sei anime che non potevano essere liberate che per mezzo di espiazioni accettate liberamente. In seguito potrà liberare molto più facilmente, per mezzo della misericordia della Madre di Dio, molte altre anime venute a lei nella prima metà dell'anno. Una si chiamava Berta, era francese, morta nel 1740, un'altra era viennese, morta nel 1810. C'erano anche: una prostituta italiana, due signorine di Innsbruck, morte durante un bombardamento, ed un prete italiano. Ne vennero poi altre che poterono essere liberate per mezzo di sofferenze più leggere e della preghiera.
Pur sembrandole doloroso, Maria Simma si è proposta di accettare tutti questi sacrifici. Alle volte erano tali che non avrebbe potuto sopportarli con le sue sole forze.
Nell'agosto del 1954 iniziò un nuovo metodo per aiutare le anime. Un certo Paul Gisinger di Koblach si annunciò pregandola di domandare ai suoi sette figli, di cui indicò il nome, di dare per lui 100 scellini per le Missioni e di far celebrare due Messe, solo così avrebbe potuto essere liberato.
In ottobre seguirono domande analoghe: somme minori o maggiori in favore delle missioni, onorari per Messe, recite del Rosario si rinnovarono una quarantina di volte ancora. Le anime si annunciavano sempre personalmente, senza che Maria rivolgesse loro delle domande.
Nello stesso mese d'ottobre del 1954 un'anima del purgatorio le disse che durante la settimana dei morti avrebbe potuto fare delle domande a tutte le anime che i loro parenti erano disposti ad aiutare, accordando loro i soccorsi necessari.

D'altra parte Maria Simma aveva già prima fatto loro delle domande ed ottenuto delle risposte concernenti certe altre anime. Ella poté accettare l'incarico di far loro delle domande fino al 20 novembre, ricevendone la risposta prima della fine dell'anno mariano. In ottobre ed in novembre, fino all'Immacolata Concezione (8 dicembre) ogni notte vennero delle anime per le quali doveva sia pregare sia soffrire. All'inizio doveva far da sola tutte le preghiere; ma, dal momento che le domande diventarono troppo numerose, poté chiedere aiuto ad altre persone disposte a far coscienziosamente le loro preghiere. Per i preti le preghiere dovevano essere fatte da preti. Alla chiusura dell'anno mariano, Maria Simma conobbe alcuni giorni di tranquillità. Poi altre anime ricominciarono ad annunciarsi,- anche anime di cui prese spontaneamente la responsabilità delle sofferenze, secondo ciò che giudicava essere bene e secondo la propria capacità di sopportazione.

COME APPAIONO LE ANIME DEL PURGATORIO?
Le anime del purgatorio appaiono in diverse forme ed in diverse maniere. Alcune bussano, altre appaiono improvvisamente. Le une si mostrano sotto un'apparenza umana, nettamente visibili come al tempo della loro vita mortale, vestite, di solito, come nei giorni feriali, altre invece vestite in modo evanescente. Le anime che sono avvolte nel terribile fuoco del purgatorio fanno un'impressione spaventosa. Più sono purificate dalle loro sofferenze, più diventano luminose ed affabili. Sovente raccontano come hanno peccato e come sono scampate dall'inferno grazie alla Misericordia Divina; alle volte aggiungono alle loro dichiarazioni degli insegnamenti e delle esortazioni.
Per altre anime Maria Simma sente che sono presenti e che deve pregare e soffrire per esse. Durante la quaresima, le anime non si manifestano che per domandare a Maria di soffrire per loro durante la notte e anche il giorno.
Succede pure che anime del purgatorio appaiano sotto forme straordinarie che fanno paura. Alle volte parlano, come durante la loro vita, nel loro dialetto. Quelle che sono di lingua straniera parlano male il tedesco con un accento straniero. dunque in maniera personale.

IN CHE MODO VANNO GIUDICATE LE APPARIZIONI
Queste apparizioni sono vere, o sono invece il frutto dell'immaginazione? Sono fantasticherie provocate artificiosamente da desideri o da letture? Diversi fatti garantiscono la loro autenticità come quella delle sofferenze espiatorie. Ecco i fatti.

1) Maria Simma desiderò, già dalla tenera infanzia, aiutare le anime del purgatorio: mise pure tutto il suo zelo per guadagnarsi le indulgenze di certi giorni particolari e recitò per le anime innumerevoli preghiere che acquistano le indulgenze. Ma, fino a questo punto, non sapeva che potesse espiare per le anime soffrendo per esse.
Queste sofferenze espiatorie sono dure come quelle del purgatorio. Fu necessario tutto il suo spirito di sacrificio e la coscienza del suo voto fatto per accettare volontariamente di poter soffrire così per gli altri. Un giorno domandò se non fosse possibile che le anime venissero meno sovente, affinché avesse così il tempo per il sonno necessario, senza il quale non poteva più fare il suo lavoro. Le fu risposto che ella aveva fatto dono di abbandono totale, come "anima vittima". La sua era stata una offerta sincera, o un sogno pio? Se la Madre di Dio la prendeva in parola ella doveva accettare. Inoltre doveva cucinare meglio e mangiare di più: così avrebbe potuto sostenere un peso maggiore. L'uomo può sopportare più di quello che non crede. Le fu assicurato che le anime del purgatorio l'avrebbero aiutata ad assolvere il suo compito quotidiano.
Maria Simma distingue nettamente colui che le appare in sogno da colui che le appare in stato di veglia. Le anime la svegliano, le rivolgono la parola e vanno a lei con le loro sofferenze. Alle volte succede che deve soffrire durante la giornata, mentre sta facendo il suo lavoro quotidiano. La prova che non si tratta di malattie ordinarie è il fatto che queste sofferenze sono certe volte annunciate e poi cessano immediatamente, una volta che è passato il numero fissato delle ore.
Maria Simma mi ha detto sovente che le sembrava che l'anno mariano tardasse a finire, tanto le pesava. Certe anime del purgatorio l'hanno più di una volta sgridata, dicendole che doveva incaricarsi di tutto ciò che Dio le inviava.
2) Più volte è stato espresso il desiderio di potere osservare Maria Simma la notte, senza però essere visti da lei, per scoprire se veramente ella possedesse "qualche cosa". È ciò che fecero, spinti dalla curiosità, alcuni giovani. F N., A.N.,O W. B., E. B., W B. e in parte, una ragazza, K. B. , credendo ad una mistificazione. Le due notti antecedenti la festa dell'Immacolata Concezione, nel 1954, salirono per mezzo di una scala, fino ad un balconcino fiorito che stava davanti alla finestra aperta della camera di Maria Simma. Essi sentirono Maria gemere sordamente e piangere in mezzo alle sue sofferenze; la videro cercare il fazzoletto per asciugarsi le lacrime; la sentirono parlare con le anime del purgatorio, fare delle domande; la videro prendere delle note. Gli osservatori non videro né sentirono nulla delle anime, ma poi . cessarono di ridere e di prendere in giro le apparizioni delle anime del purgatorio. Avevano riflettuto.
Il più anziano dei giovani mi raccontò le sue impressioni e le sue osservazioni.
Maria Simma seppe da un'anima del purgatorio che l'avevano spiata durante due notti, ma ciò era stato un bene per gli "spioni". Quando ella seppe che essi non avevano visto le anime, domandò ad una di queste ultime come ciò fosse possibile. Ecco la risposta: "Questi giovani sono ancora in vita".
"Ma anch'io sono ancora in vita", obiettò Maria Simma, "e tuttavia vi vedo".
E l'anima: " Tu sei dei nostri. Noi siamo nelle tenebre. Il cammino che conduce a te è luminoso".
Maria Simma: "E se io non vi ricevessi?" L'anima: "Noi non possiamo forzarti a farlo, grazie alla Misericordia di Dio, poiché tu sei dei nostri".
Maria Simma: "Che cosa significano queste parole: 'Tu sei dei nostri'?
L'anima: "Con il tuo voto, tu ti sei data specialmente alla Madre della Misericordia. Ella ti ha dato a noi, e per questo motivo il cammino che conduce a te è luminoso per tante anime. Tu fai bene a riceverci con sollecitudine, con amore e con compassione. Così puoi liberarci più rapidamente soffrendo meno, ricevere più grazie e meriti e capire molte cose sul conto delle anime di cui t'informi".

3) Si può verificare la verità dei fatti constatando l'esattezza delle indicazioni date da Maria Simma a proposito delle anime. Queste indicazioni dovevano essere trasmesse ai loro parenti che, nella maggior parte dei casi. erano completamente sconosciuti a Maria. Nel rapporto indirizzato a monsignor Tschann figurano delle lunghe liste di nomi di defunti con le loro richieste. Ho inviato la maggior parte delle indicazioni ai curati affinché le potessero esaminare, pregandoli di dame risposta nel caso che queste indicazioni fossero conformi alla realtà: per i casi sottolineati nel mio rapporto mi è stato segnalato che le indicazioni erano esatte.
4) Nei fatti indicati dalle anime per le quali Maria ha dovuto sopportare delle sofferenze espiatorie. ho potuto rilevare certe circostanze di cui la Simma non poteva saper nulla, tenendo in considerazione la sua ignoranza.
Questo vale per il caso del prete di Colonia che aveva cooperato al martirio di santa Orsola e delle sue compagne.
Durante la valanga catastrofica del gennaio 1954, delle anime del purgatorio dissero a Maria che c'erano degli infortunati seppelliti vivi sotto la neve. L'ultimo fu ritrovato vivo a Blons due giorni più tardi. Altre catastrofi che si verificarono nel corso dell'anno mariano le furono ugualmente predette.

La Simma mi annunciò, due giorni prima che i giornali ne parlassero, l'inondazione che ebbe luogo durante l'estate del 1954. Certe anime gliene avevano parlato.

5) Nel carattere di Maria Simma non c'è nulla di complicato, nulla di teso. Da quando ha cominciato ad offrirsi soffrendo per espiare, ella dà l'impressione di una gran calma e di un'uguaglianza d'umore maggiore di quella di prima. Dopo la fine dell'anno mariano risentì la fatica dei mesi che precedettero Immacolata Concezione. Provò un gran bisogno di sonno: ciò che potrebbe accadere ad ogni essere normale nelle medesime circostanze.

6) Ciò che Maria ha imparato per mezzo delle anime, ciò che ha visto per sua istruzione e conforto concorda pienamente sia con gli insegnamento di fede sulla giustizia e la Misericordia Divine, sia con la dottrina del purgatorio, sia con i giudizi e le dottrine dell'autorità ecclesiastica.

7) Il fatto che Maria Simma abbia potuto fare delle domande e ricevere delle risposte concernenti le anime, ha fatto nascere dei dubbi. Si ha ragione di temere che gente curiosa tramuti i fatti, cercando in essi qualcosa di sensazionale.
All'inizio alcune persone pregarono Maria Simma di fare delle domande alle anime sui loro parenti defunti. Verso metà ottobre, le fu annunciato che durante la settimana dei morti avrebbe potuto fare delle domande per tutte le anime i cui parenti avessero intrapreso o compiuto le buone opere di cui avevano bisogno. Senza alcun dubbio è gradevole a Dio che i parenti si preoccupino dei loro defunti. Ma Maria seppe che ci sono pure in purgatorio delle anime alle quali poteva interessarsi, senza tuttavia essere obbligata a farlo. Si trattava, per la maggior parte, di anime che si trovavano nel più basso grado del purgatorio. Per un disegno speciale della pietà della Madre della Misericordia, queste anime potevano domandare a Maria Simma la loro liberazione. Ciò le fu detto parola per parola così:
"Queste devono informarti che non sei obbligata ad interessarti a loro, ma che lo puoi. Sì, per un certo numero di esse, tu devi domandare per mezzo della preghiera di potertene incaricare. Se tu scarti queste anime non sei colpevole di nessuna colpa, ed esse non hanno più il diritto di importunati una seconda volta. Ma se tu t'incarichi con
sollecitudine riceverai le maggiori grazie, e noi potremo darti delle informazioni maggiori concernenti i defunti".

Qui non si tratta dunque di impressioni, ma di grazie perle anime. Soltanto quando le si ponevano delle domande per curiosità -si è perfino cercato di farlo a proposito di Hitler e di Stalin- non riceveva risposta od opponeva un rifiuto.
Nel novembre 1954 si sparse la notizia che si poteva farle delle domande, e vennero in molti, anche da lontano.
Non sempre, né ovunque, si osservò la discrezione necessaria. Ciò diede adito a pettegolezzi. Si riportò il vero ed il falso. Due casi soprattutto fecero colpo e fecero parlare. Un albergatore di S. morì improvvisamente nell'ottobre del 1954. Dal punto di vista religioso non era né un praticante pieno di zelo, né un cattolico particolarmente militante. Alle domande poste fu risposto che le Messe che si facevano celebrare per lui non erano di grande aiuto perché egli durante la sua vita assistette alla Messa con indifferenza. Più tardi fu risposto a Maria Simma che un dono di 3000 scellini in favore delle missioni poteva liberarlo. Il fratello e la moglie del defunto pregarono molto affinché la sua liberazione avvenisse ancora durante l'anno mariano. Essi assolsero l'obbligo richiesto. Poco dopo il defunto fu liberato perché sovente, durante le conversazioni, aveva difeso la religione e la verginità di Maria. Il caso fu reso noto al pubblico in modo poco preciso, molti si meravigliarono di questa liberazione e trovarono che il purgatorio non era una cosa tanto terribile.
Il secondo caso mostra ugualmente come, in certe occasioni, Dio permette le meschinerie umane tanto per metterci alla prova quanto per avvertirci. Si tratta di un incidente stradale la cui vittima fu un amministratore di un convento di religiose a B. Le Suore del convento chiesero di lui a Maria Simma. Ella dichiarò che era stato liberato. Più tardi cercò il foglio sul quale annotava le risposte durante la notte. C'era scritto che non era ancora stato liberato.
Nel frattempo la notizia trapelò fino a B. Essa creò emozione, poiché l'amministratore era stato villanamente calunniato. Maria Simma domandò ad un'anima se fosse colpevole per il fatto che leggendo e dando la risposta - la prima volta la negazione "non" le era sfuggita. Quest'anima le rispose: "Da una parte tu sei colpevole, poiché hai avuto troppa fretta; d'altra parte è il demonio che si è mischiato nella cosa. Ma anche questo fatto ebbe il suo lato buono, poiché la gente deve sapere che in tali questioni il silenzio è necessario. Ecco perché ciò è stato permesso. E' stata anche un'umiliazione per te ed è stata salutare. Tu non sai per quanto tempo riceverai delle risposte. Ciò dipende da quelli che ti fanno delle domande, se sanno tacere o no. C'è molto merito ad "assumere il patronato di un'anima", cioè ad essere pronti a fare dei sacrifici per liberare un'anima sconosciuta che porta un certo nome di battesimo".
Dopo la Candelora (2 febbraio) Maria Simma non ebbe più tante risposte: alle volte ne venivano due, tre o quattro alla volta, quantunque non si sapesse bene di che cosa ognuna di esse avesse bisogno.
Ci voleva questo per lottare contro la curiosità. Si restrinse così il numero delle domande e si levò in questo modo il gusto del sensazionale. Se la Madre di Dio desiderava accordare questo soccorso a molte anime era necessario conservare il silenzio per impedire che inaridisse questa modesta sorgente di grazie che è l'aiuto alle anime del purgatorio.

CATTIVO GIOCO DEL DEMONIO
Allo stesso modo con cui il demonio seminò la confusione nel caso dell'amministratore del convento, così egli andò assai sovente da Maria Simma per spaventarla e distoglierla dalla sua missione espiatrice. Si presentava certe volte sotto le sembianze di un angelo di luce. Una volta pure si presentò sotto le spoglie del curato di Reisch di Nenzíng che altre volte era stato il confessore di Maria; poi sotto quelle del canonico Sattler, cappellano dell'istituto di San Giuseppe, poi come la superiora delle suore del sacro Cuore di Gesù ad Hall.
Lo pseudo-canonico voleva quasi far di Maria Simma una santa ed ispirarle di rinunciare al suo voto del dono totale a Maria. Allora ella riconobbe in lui Satana mascherato. Lo cacciò dicendo: "Se sei il demonio io ti ordino, in nome di Gesù, di ritirarti". Poi gettò dell'acqua benedetta... ogni cosa scomparve.
Le cose andarono particolarmente male durante la settimana Santa del 1954. Infatti la Madre di Dio aveva annunciato a Maria Simma che quella settimana le avrebbe portato dei grandi sacrifici, delle grandi prove che doveva sopportare da sola. Maria notò a questo proposito: "Dal 10 al 17 aprile 1954 il demonio mi tenne quasi interamente in suo potere. Credevo d'essere all'inferno, invece che sulla terra. Il demonio diceva che avevo fatto spesso delle confessioni e delle comunioni cattive. Una volta avrei commesso - diceva - un grave peccato che avrei considerato con grande indifferenza". Risposi: "lo non so nulla di tutto ciò". Ma il demonio riprese: "La tua coscienza è così addormentata che tu sei sempre più a mia disposizione. Le apparizioni di anime sono delle illusioni che vengono da noi, nessuna di queste anime è stata liberata. Noi te l'abbiamo detto già sovente. Nella tua grulleria non ci hai fatto attenzione. Ma sentirai ora amaramente che è così". Voleva - diceva - avere pietà di me (dal momento che ero caduta nell'inferno) e non assegnarmi il posto dove si soffriva maggiormente. In breve, credevo di essere già all'inferno. Di quando in quando il demonio faceva un rumore terribile, quasi che la casa cadesse o che prendesse fuoco. Oppure una fiamma sprizzava nella camera dove c'era come un rumore di esplosione.
Un'anima dei purgatorio mi consolò: "Non spaventarti di dover soffrire a causa dei nemico. Il tentatore può anche torturare, crudelmente, delle anime che sono in purgatorio, non per annientarle, ma per purificarle. Non si tratta di collera, ma di misericordia divina, poiché le anime non sono dei "vasi di collera", ma dei "vasi di misericordia" riservati all'eterno splendore. Ti avverto, Satana è animato da un gran furore contro di te. Egli cerca di sconcertarti tanto quanto è in suo potere. Se potesse torturarti come vorrebbe ti farebbe in briciole. Tu non potresti né guardare, né leggere alcuno scritto il cui contenuto sia d'aiuto alle anime del
purgatorio.
"Egli può agire contro di te solo nella misura in cui Dio lo permette, poiché tu sei sotto la protezione speciale della Madre di Dio, che egli teme come la spada. Ma cerca ogni occasione per vendicarsi Vorrebbe arrivare a farti - nel tuo smarrimento e nella tua angoscia - rinunciare al tuo voto d'abbandono verso la Santissima Vergine, per, rompere così le relazioni fra te e le anime del purgatorio. Ti prevengo: ha già agito così con altre anime; ne ha anche trascinate all'inferno. Queste anime provate non ne avrebbero che gioia a vederlo fare altrettanto con te. Non impaurirti, non angosciarti! Sii umile! Più tu sarai modesta, meno il nemico avrà presa su di te. Noi ti aiutiamo, ma è la Madre della Misericordia che ti aiuterà particolarmente". Dalle ore 21 del 2 dicembre 1954 alle ore 4,30 del mattino successivo sentii delle forti bruciature. Non c'era nessuno vicino a me! Mi sentivo proprio abbandonata. Di tanto in tanto sentivo un bruciore infernale; ne provavo ogni volta un grande spavento. Una voce diabolica mi gridò: " Verremo presto a cercarti, cretina!". Era spaventoso, quasi perdevo la speranza.
La cosa più terribile era che avevo il sentimento di essere stata abbandonata da Dio stesso, di non poter pregare e di sentirmi come in preda al demonio. Il mattino dopo, alle ore 4,30, ogni sensazione di bruciatura scomparve improvvisamente e così la terribile paura dell'inferno.

L'ATTEGGIAMENTO DELLA POPOLAZIONE

Quando si venne a sapere dell'aiuto che Maria Simma portava alle anime del purgatorio ci fu un subbuglio fra la popolazione. Era qualcosa di strano, di nuovo. Si diceva che nessuno fosse mai tornato dall'aldilà. Parecchia gente credette spontaneamente; altri furono più riservata, altri ancora negarono tutto. Molti volevano avere delle spiegazioni sui defunti e facevano arrivare dei soccorsi alle anime. Adesso ancora manifestano molto zelo, dicendo che bisogna dare l'aiuto quando si può; che dopo la loro morte anch'essi saranno contenti se qualcuno verrà in loro aiuto e se si sono assicurati questa grazia. con le loro buone opere.
Ad altri questo fatto dà la convinzione che esiste un'eternità; ciò li scuote, crea in loro un sentimento d'inquietudine. Altri infine pensano che se Maria Simma non fosse in causa ci crederebbero più facilmente perché questa è, ai loro occhi, troppo semplice, troppo povera, troppo poco importante.

PERCHE' È NECESSARIO DARE DEI DONI IN DENARO?
Ci sono persone che si scandalizzano per il fatto che si esigono dei doni in favore delle missioni, o che si fanno celebrare delle Messe per aiutare le anime.
Maria Simma non ha accettato denaro a questo scopo. Il denaro che le si offre è sempre stato versato alla curia. Se si deve, per centinaia di anime, offrire dei doni in denaro, è prima di tutto perché facendo delle elemosine per una buona opera si possono aiutare maggiormente le anime del purgatorio. Dunque, alla nostra epoca, l'aiuto alle missioni è un'opera particolarmente buona, poiché i bisogni dei paesi di missione sono grandi e, aiutandoli, grande sarà la mietitura, soprattutto in America del Sud. Ogni persona ha il dovere di aiutare le missioni, ma questo dovere è stato dimenticato da molti durante la loro vita. Nell'aldilà parecchie anime devono ancora espiare a causa dei debiti che non hanno pagato o di un testamento ingiusto, o per qualche altra ingiustizia non riparata. Che delle persone facciano arrivare a Maria Simma un po' di denaro per le spese di porto non può essere considerato reprensibile. Dal canto suo Maria non domanda nulla e fa tutto gratuitamente. Essa ha tutto il diritto di accettare un'elemosina, nello stato di povertà quale il suo, poiché il suo lavoro in favore delle anime l'accaparra senza tregua.

LA VISIONE DEL PURGATORIO
"Il purgatorio si trova in parecchi luoghi", rispose un giorno Maria. "Le anime non vengono mai "fuori" dal purgatorio, ma "con il purgatorio". Maria Simma vide il purgatorio in diverse maniere:
una volta in un modo ed un'altra volta in modo diverso. In purgatorio c'è un'immensa folla di anime, è un continuo andirivieni. Ella vide un giorno un gran numero di anime assolutamente a lei sconosciute. Quelle che avevano peccato contro la fede portavano sul cuore una fiamma scura, altre che avevano peccato contro la purezza una fiamma rossa. Poi ella vide le anime in gruppo: preti, religiosi, religiose; vide cattolici, protestanti, pagani. Le anime dei cattolici soffrono più di quelle dei protestanti. I pagani invece hanno un purgatorio ancora più dolce, ma essi ricevono meno soccorsi, e la loro pena dura più a lungo. Icattolici ne ricevono maggiormente e sono liberati più in fretta. Ella vide pure molti religiosi e religiose condannati al purgatorio per la loro tiepidezza di fede e la loro mancanza di carità. Bambini di soli sei anni possono essere costretti a soffrire abbastanza a lungo in purgatorio.
A Maria Simma fu rivelata la meravigliosa armonia che esiste fra l'amore e la giustizia divina. Ogni anima è punita secondo la natura delle sue colpe e il grado d'attaccamento al peccato commesso.
L'intensità delle sofferenze non è la stessa per ogni anima. Alcune devono soffrire come si soffre sulla terra quando si vive una vita dura, e devono aspettare per contemplare Dio. Un giorno di purgatorio rigoroso è più terribile di dieci anni di purgatorio leggero. La durata delle pene è molto varia. Un prete di Colonia restò in purgatorio dal 555 fino alla Ascensione del 1954; e, se non fosse stato liberato dalle sofferenze accettate da Maria Simma, avrebbe dovuto soffrire ancora a lungo ed in modo terribile.
Ci sono pure anime che devono soffrire terribilmente fino alla fine del giudizio universale. Altre hanno solo mezz'ora di sofferenza da sopportare, o meno ancora: non fanno che "attraversare il purgatorio in volo", per così dire.
Il demonio può torturare le anime del purgatorio, soprattutto quelle che sono state la causa della dannazione di altre.
Le anime del purgatorio soffrono con una pazienza ammirevole e lodano la misericordia Divina, grazie alla quale sono scampati all'inferno. Esse sanno che hanno meritato di soffrire e deplorano le loro colpe. Supplicano Maria, Madre della Misericordia.
Maria Simma vide pure molte anime che aspettavano il soccorso della Madre di Dio.
Chiunque pensa durante la vita che il purgatorio sia poca cosa e ne approfitta per peccare deve espiarlo duramente.

COME POSSIAMO VENIRE IN AIUTO DELLE ANIME DEL PURGATORIO?
1) Soprattutto con il sacrifico della Messa, che nulla potrebbe supplire.

2) Con delle sofferenze espiatorie: ogni sofferenza fisica o morale, offerta per le anime.

3) il Rosario è, dopo il Santo Sacrificio della Messa, il mezzo più efficace per aiutare le anime del purgatorio. Porta loro un gran sollievo. Ogni giorno numerose anime sono liberate per mezzo del Rosario, altrimenti avrebbero dovuto soffrire lunghi anni ancora.

4) Anche la Via Crucis può portare loro grande sollievo.

5) Le indulgenze sono di un valore immenso, dicono le anime. Esse sono un'appropriazione della soddisfazione offerta da Gesù Cristo a Dio, Suo Padre. Chiunque, durante la vita terrena, guadagni molte indulgenze per i defunti, riceverà pure, più degli altri nell'ultima ora, la grazia di guadagnare interamente l'indulgenza plenaria accordata ad ogni cristiano in "articulo mortis".E'una crudeltà non mettere a profitto questi tesori della Chiesa per le anime dei defunti. Vediamo! Se ci si trovasse davanti a una montagna piena di monete d'oro e si avesse la possibilità di prendesse a piacimento per soccorrere dei poveretti incapaci di prenderne, non sarebbe crudele rifiutar loro questo servizio? In parecchie località l'uso delle preghiere indulgenziate diminuisce di anno in anno, e così anche nelle nostre regioni. Bisognerebbe esortare maggiormente i fedeli a questa pratica di devozione.

6) Le elemosine e le buone opere, soprattutto i doni in favore delle Missioni, aiutano le anime del purgatorio.

7) L'ardere delle candele aiuta le anime: prima perché quest'attenzione d'amore dà loro un aiuto morale poi perché le candele sono benedette e rischiarano le tenebre in cui si trovano le anime.
Un bambino di undici anni di Kaiser chiese a Maria Simma di pregare per lui. Era in purgatorio per avere, il giorno dei morti, spento al cimitero le candele che bruciavano sulle tombe e per avere rubato la cera per divertimento. Le candele benedette hanno molto valore per le anime. Il giorno della Candelora Maria Simma dovette accendere due candele per un'anima mentre sopportava per essa delle sofferenze espiatorie.

8) Il gettare dell'acqua benedetta mitiga le pene dei defunti. Un giorno, passando, Maria Simma, gettò dell'acqua benedetta per le anime. Una voce le disse: "Ancora!".
Tutti i mezzi non aiutano le anime nella stessa maniera. Se durante la sua vita qualcuno ha poca stima per la Messa, non ne approfitterà molto quando sarà in purgatorio. Se qualcuno ha mancato di cuore durante la sua vita riceve poco aiuto.

Coloro che peccarono diffamando gli altri devono espiare duramente il loro peccato. Ma chiunque abbia avuto buon cuore in vita riceve molto aiuto.
Un'anima che aveva tralasciato di assistere alla Messa poté domandare otto Messe per suo sollievo, poiché durante la sua vita mortale aveva fatto celebrare otto Messe per un'anima dei purgatorio.

MARIA E LE ANIME DEL PURGATORIO
Maria è, per le anime del purgatorio, la Madre della Misericordia. Quando il suo nome echeggia in purgatorio le anime provano una grande gioia. Un'anima disse che Maria alla sua morte aveva domandato a Gesù di liberare tutte le anime che si trovavano nel purgatorio il giorno dell'assunzione, e Gesù aveva esaudito la preghiera di Sua Madre. Il giorno dell'Assunzione queste anime avevano accompagnato Maria in cielo, poiché ella era stata incoronata come Madre di Misericordia e Madre della Grazia Divina. Al purgatorio Maria distribuisce le grazie secondo la Volontà Divina: Ella passa sovente in purgatorio. Ecco ciò che vide Maria Simma.

LE ANIME DEL PURGATORIO E I MORENTI
Durante la notte di Tutti i Santi un'anima le disse: "Oggi, giorno di Tutti i Santi, moriranno al Voralberg due persone che sono in gran pericolo di dannazione. Queste non possono essere salvate se non si prega con insistenza per loro".
Maria Simma pregò: fu aiutata da altre persone. La notte seguente un'anima venne a dirle che le due anime erano scampate dall'inferno ed erano arrivate nel purgatorio. Uno dei due malati si era tuttavia fatto amministrare i Santi Sacramenti, l'altro li aveva rifiutati.
Secondo ciò che dicono le anime del purgatorio, molti andrebbero all'inferno perché si prega troppo poco per loro. Si potrebbero salvare molte anime dall'inferno se mattino e sera si recitasse questa preghiera indulgenziata con tre Ave Maria per coloro che muoiono il giorno stesso: "O Misericordiosissimo Gesù, che bruciate di un sì ardente amore per le anime, Vi scongiuro, per l'agonia dei Vostro Santissimo cuore e per i dolori della Vostra Madre Immacolata, di purificare con il Vostro Sangue tutti i peccatori della terra che sono in agonia e che devono morire oggi stesso. Cuore agonizzante di Gesù, abbiate pietà dei morenti".
Maria Simma vide un giorno numerose anime sulla bilancia fra l'inferno ed il purgatorio.

ISTRUZIONI
Le anime del purgatorio si preoccupano molto di noi e del regno di Dio. Ne abbiamo la prova da certi avvertimenti che esse diedero a Maria Simma. Quelli che seguono sono stati presi dalle sue note: "Non bisogna lamentarsi dei tempi che attraversiamo.E'necessario dire ai genitori che essi ne sono i principali responsabili. 1 genitori non possono rendere un peggiore servizio ai foro figli che assecondano tutti i loro desideri, dando loro tutto ciò che vogliono, semplicemente perché siano contenti e non gridino. L'orgoglio può così prendere radice nel cuore di un bambino.
Più tardi, quando il bambino comincia ad andare a scuola, non sa né recitare un Pater, né fare un segno di Croce. Di Dio, alle volte, non sa assolutamente nulla. 1 genitori si discolpano dicendo che questo è il dovere del catechista e dei maestri di religione.
Là dove l'insegnamento religioso non comincia dalla più tenera età la religione non tiene, più tardi.

Insegnate ai bambini la rinuncia! Perché oggi c'è questa indifferenza religiosa? Questa decadenza morale? Perché i bambini non hanno imparato a rinunciare! Essi diventano più tardi dei malcontenti e degli uomini senza discrezione che prendono parte a tutto e vogliono aver tutto a profusione. Ciò provoca tante deviazioni sessuali, le pratiche e l'assassinio anticoncezionali. Tutti questi fatti gridano vendetta al cielo!
Chi non ha imparato da bambino a rinunciare diventa egoista, senza amore, tirannico. Per questo motivo oggidì c'è tanto odio e mancanza di carità. Vogliamo vedere dei tempi migliori? S'incominci dall'educazione dei bambini.
Si pecca in maniera spaventosa contro l'amore del prossimo, soprattutto con la maldicenza, l'inganno e la calunnia. Da dove comincia? Nel pensiero. Bisogna imparare queste cose fin dall'infanzia e cercare di scacciare immediatamente i pensieri contrari alla carità. Si combattono subito tutti i pensieri contro la carità; e non si arriverà a giudicare gli altri senza carità.
Per ogni cattolico l'apostolato è un dovere. Alcuni l'esercitano con la professione e altri con il buon esempio. Ci si lamenta che molti sono corrotti dai discorsi contro la morale o contro la Religione. Perché dunque gli altri tacciono? 1 buoni devono pur difendere le loro convinzioni e dichiararsi cristiani. Nel corso della storia della Chiesa la salute delle anime e della civiltà cristiana non sono forse state per i laici un dovere più urgente e più imperioso che ai giorni nostri? Ogni cristiano dovrebbe rimettersi a ricercare il regno di Dio ed a cercare di farlo progredire, altrimenti gli uomini non saranno più in grado di riconoscere il governo della Provvidenza.
La preoccupazione dell'anima non deve essere soffocata da quella esagerata del corpo.
Il 22 giugno 1955, durante la notte, sentii distintamente: "Dio esige un'espiazione!" Ed è con i sacrifici volontari, accettati con la preghiera, che si può espiare maggiormente. Ma se questi sacrifici non si accettano di buona voglia, Dio li esigerà con la forza. Perché è necessaria un'espiazione.

CONCLUSIONE
Riassumendo, si tratta, nel caso di Maria Simma, d'una vocazione speciale in favore delle anime del purgatorio. Ciò è chiaramente espresso in una nota del 21 novembre 1954.
Si legge:
"Mi sono domandata sovente come avrei potuto inviare ad una persona un'anima del purgatorio. Mi dicevo: "Perché esse non si rivolgono direttamente ai loro parenti? Sarebbe molto più semplice per me che annunciarglielo". Allora venne un'anima che mi fece questo rimprovero severo: "Non peccare contro le decisioni Divine! Dio distribuisce le grazie a chi vuole. Tu non avresti mai il potere d'inviare un'anima ad un'altra persona. Non è per i tuoi meriti che Dio ti accorda queste grazie. Considerando i meriti, molti altri potrebbero essere preferiti a te. È vero, tu hai già dall'infanzia portato molto soccorso alle anime: ma anche questa era una grande grazia. Questa grazia sarebbe stata messa a miglior profitto di quello che hai fatto tu. Vicino ai Santi che hanno fatto dei grandi miracoli in terra ce ne sono stati di più grandi ancora che non avevano questo potere, ma che hanno raggiunto tuttavia una santità ancora maggiore di quelli a cui Dio ha dato il potere d'operare dei miracoli. Non bisogna dimenticare: SI ESIGE DI PIU' DA COLUI CHE RICEVE PIU' GRAZIE. Dio vuole che gli domandiamo le grazie; una buona preghiera perseverante oltrepassa le nuvole: essa è esaudita nella maniera che vale di più per colui che la fa'".
Con questo rapporto io credo d'aver dato un'immagine esauriente dei fatti. Ho cercato di metterci tutto ciò che ho sentito da Maria Simma, dal giorno di Tutti i Santi del 1953 al febbraio 1955, e ciò che ho potuto verificare, citando i fatti come mi sono stati dati in parte nelle sue note. Si tratta d'un apostolato e di un aiuto alle anime del purgatorio. Ciascuno è libero di farsi un'opinione secondo il proprio giudizio. Ma colui che scarta questi fatti voglia giudicare (nel senso buono) Maria Simma con giustizia.

Sonntag, domenica 20 febbraio 1955
Firmato: P. ALFONSO MATT curato di Sonntag

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