PARTE TERZA
CONCLUSIONI PRATICHE

La considerazione del Paradiso deve portare alle conclusioni pratiche. Quest'ultima parte è la più importante. Prima non esistevamo; per sua bontà Iddio ci ha creati e si è prefisso un fine. Nel Catechismo vecchio, tra le prime domande fondamentali, troviamo: Per qual fine Dio ci ha creati? - Per conoscerlo, con la ragione e più che tutto con la fede; per amarlo e servirlo, con l'osservanza della sua legge; e per andarlo a godere in Paradiso, come premio della fedeltà. Il tutto si compendia: Siamo in questo mondo per salvarci l'anima. L'affare unicamente necessario e strettamente personale per tutti è il conseguimento del Paradiso. Il non tendere al fine principale o perderlo spesso di vista, significa non saper fare il proprio interesse. I nostri cuori siano fissi là, ove sono i veri gaudi!

Il tempo

Perché gli uomini possano guadagnare l'eternità beata, Iddio ha dato loro un mezzo: il tempo lt tempo è un dono prezioso del Creatore, il quale, secondo i suoi fini provvidenziali. lo dà in diversa misura, a chi più ed a chi meno, raccomandando di non sprecarlo. Si legge nel Libro dell'Ecclesiastico: Figlio, custodisci il tempo! (Eccl.1V, 23) - Viene la notte, dice Gesù Cristo, quando nessuno può operare- (S- Giovanni, IX, 4). - La notte indica la morte; soltanto nel giorno della vita si può operare per il Paradiso. L'operaio che spreca nell'oziosità una sola ora lavorativa. non sa fare il suo interesse. Eppure nel mondo quale uso si fa del tempo? Un terzo della vita si dedica al sonno; è una necessità e la necessità è volontà di Dio. Una parte notevole e dedicata alla ricerca del pane quotidiano. Ma quante ore giornaliere si rendono inutili! Si cerca il passatempo! Non si sa cosa fare per ammazzare il tempo!... . San Domenico Savio, morto a quindici anni, lavorava indefessamente per arricchirsi di meriti per il Paradiso. Prima che si ammalasse gravemente, un compagno gli disse: Ma riposati! Tutto il bene quest'anno vuoi fare? E gli altri anni cosa ti resterà a fare? - Rispose il Santo. Opero il bene ora, che ne ho il tempo! Il tempo più utile per l'eternità e quello che s'impiega a compiere opere buone: pregare, soddisfare al proprio dovere, esercitare la carità, lottare contro le cattive tendenze. .Per i mondani il tempo migliore è quello dei divertimenti.
Usciva una donna dalla Chiesa, dopo avere ascoltata la Messa. Fu fermata da una conoscente, ch'era di passaggio. Quanto tempo tu sprechi in questa Chiesa : Ma cosa ne guadagni? I Preti ti danno forse denaro? Cosa porti a casa? .. .La mattina vai a Messa, al pomeriggio alla Benedizione ed alla sera dici il Rosario! Si vede che sei sfaccendata! Almeno a questa età impara ad impiegare bene il tempo! Se comandassi io a casa tua! . .. La pia donna lasciava dire; poi rispose: Comincia tu a non sprecare il tempo, col dirmi ciò che non hai diritto di dirmi e col piantarmi qui sulla strada! ... Io devo dare conto a Dio e non a te! A casa rendo certamente più di te! . . . Perché non pensi al tempo che perdi quando stai allo specchio, con i continui passeggi, con l'andare ogni sera al cinema? ...- Quello non è tempo perduto, perché mi diverto!- Tu ti diverti con queste sciocchezze, io invece con cose più serie. Ricordati però che il tempo passato non ritorna più; arriverà l'ultimo giorno per me e per te. Quando entreremo nell'eternità, mi saprai dire chi di noi due ha sprecato il tempo:.. -

Il "presente"

Spigolo dal libretto " Colloquio interiore " qualche suggerimento, che Gesù si è degnato dare ad un'anima privilegiata, Suor Maria della Trinità:- Mio Dio, disse la Suora, comincio oggi la mia povera vita! Ho tanto sprecato i vostri doni! Quanto tempo ho perduto! Non voglio più occuparmi che di Voi e dei doveri del mio stato.--- Sì, figlia mia, quando sprechi del tempo, mi offendi; disprezzi i miei doni, perché il presente è un dono che il mio amore presenta alla generosità. Però non ti agitare; chi si agita, spreca. Pensa alla Madre mia! Chi fu ricoperta di più gravi responsabilità di Lei? Eppure era sempre calma e sorridente. Io, tuo Dio, sono l'ordine e la calma perfetta, pur essendo vita, movimento ed azione... . È perduto tutto il tempo che si occupa lontano da me. Tu sii vigilante e prega: Le varie biografie di S. Giovanni Bosco, specialmente le Memorie Biografiche, sono ricche di ammaestramenti. Molto mi ha colpito un pensiero del Santo della gioventù: Daremo conto a Dio anche di un po' di tempo che avremo sprecato per colpa nostra! - In vista di ciò Don Bosco, non solo lavorava densamente, ma utilizzava i così detti "ritagli di tempo"; quando non poteva fare altro, sollevava la mente a Dio e pregava. Per comprendere la stima che avevano del tempo i Santi, è bene ricordare S. Alfonso De' Liguori. Questi fece voto, per tutta la vita, di non sprecare alcuna briciola di tempo- Quanti meriti poté guadagnare! Non si consiglia ad alcuno tale voto, però si raccomanda di occupare santamente il tempo, per tesoreggiare per l'eternità. Tutta la vita, volendo, potrebbe divenire una catena ininterrotta di opere buone, col buon uso del tempo. Ad ognuna di esse corrisponde un merito proporzionato ed a questo un nuovo grado di gloria in Paradiso. Dice S. Lorenzo Giustiniani: Il tempo, in qualche modo, vale quanto l'eternità beata; soltanto con l'impiegarlo in opere buone, potremmo un giorno giungere a godere Dio in Cielo. Chi si trovasse alla riva d'un rapido fiume ricco di oro, di perle, di gemme e senza curarsi di tanti tesori se ne stesse a raccogliere alghe, sassi o putrido fango, non sarebbe un insensato?.. Eppure questo avviene nel mondo! Il fiume raffigura il tempo, il quale scorre pieno di tesori inapprezzabili, che sono a nostra disposizione, purché ne vogliamo approfittare. Tanti invece non se ne curano e vanno dietro a frivolezze ed a vanità, che in sostanza sono sabbia e vile fango. Se i Beati in Cielo potessero desiderare qualche cosa, sarebbe questa: avere un po' di tempo disponibile, per venire sulla terra a guadagnare qualche altro grado di gloria. Ciò fu rivelato ad un'anima da Santa Maria Maddalena De' Pazzi. In pratica:

1. Compiere molte opere buone, approfittando delle occasioni, che Dio giornalmente presenta.
2. Considerare come tempo meglio impiegato, quello che si trascorre nella preghiera e nella cura dell'anima propria.
3. Pur dando alla natura umana, che è debole, il necessario svago per sollevarsi, non si sprechi il tempo in divertimenti prolungati e snervanti e in conversazioni inutili ed interminabili.
4. Utilizzare i ritagli di tempo: nei viaggi, nell'attendere a lungo qualche persona .. . servendosi della corona del Rosario, leggendo un buon libro o alzando spesso la mente ed il cuore a Dio.

Conseguire il "proprio posto"!

Ho sentito dire a pie persone : Spero di andare in Paradiso!.,. Mi contenterò anche di un cantuccio' . . .. Starò bene pure nell'ultimo posto! . . . L'essenziale è che entri in Cielo! - Dire questo, non piace a Dio!
Diceva Gesù a Suor Maria della Trinità: Molte anime si preoccupano di andare in Cielo e di evitare l'inferno. Si sbagliano! Vorrei che si preoccupassero meno di andare in Cielo, quanto di occuparvi il posto che io ho preparato per loro, cioè di corrispondere in tutto e per tutto ai miei desideri. Vorrei che ogni anima comprendesse quanto il suo destino sia grande ed unico! Ecco il significato delle parole di Gesù: Nel corpo umano non tutti i sensi sono dello stesso valore; la vista è più nobile del tatto e del gusto. Sulla terra gli uomini non hanno la stessa bellezza fisica o lo stesso grado d'intelligenza. Nel firmamento non tutti gli astri hanno la stessa luce e la stessa grandezza. Si riscontra in tutti gli esseri una grande varietà, il che accresce la bellezza .del creato. Cosi in Paradiso Iddio assegna ad ogni anima un posto particolare nel Regno dei Cieli e desidera che l'anima cooperi per meritarlo. A tal fine dà ad ogni anima dei talenti, a chi uno, a chi due, a chi cinque: a chi più dà, più domanderà. Iddio è libero dei suoi doni e non fa ingiustizia ad alcuno agendo cosi. Dato che in Paradiso ci sono molte mansioni, ognuno deve far di tutto per arricchirsi di molti meriti, tendendo il più possibile alla perfezione.

Preziosità dell'atto umano.

Si dice: Il Paradiso non è fatto per i poltroni! - Si dice anche: In Cielo non si va in carrozza!
Pretendere di ricevere da Dio il premio eterno. ed in grado eminente, ed intanto trascorrere il tempo nell'inoperosità è assurdo. Si danno ora dei suggerimenti morali ed ascetici Iddio premia l'atto umano buono, che può essere: un pensiero, un desiderio, una parola, un'azione. Di tali atti durante la vita se ne possono compiere un'infinità; occorre non sprecarli.
Un Chilogrammo di Uranio è un oggetto di forma cilindrica, di colore nero, dal volume di un pugno di bambino. Un profano di scienza atomica, a vedere quell'uranio, avrebbe detto: Che valore potrebbe avere quest'oggetto? Non vi spenderei dieci lire per acquistarlo. Eppure, è stragrande la preziosità di un chilogrammo di uranio!: 1. Può produrre un'energia uguale a due milioni e mezzo di chili di carbone.
2. Può mantenere accesa una lampadina per dodici mila anni.
3. Può fornire energia per illuminare e riscaldare una città di cento mila abitanti, per un mese e mezzo. 4. Può far muovere un treno per centodieci mila chilometri, pari a tre volte il giro del mondo.

Assi preziosa è dunque l'energia atomica. Sprecare un pezzo di uranio, sarebbe da pazzi! L'atto umano buono, sebbene di po.ca entità, è infinitamente più prezioso dell'uranio, perché i suoi effetti dureranno eternamente nell'altra vita. Lo spreco Volontario di un solo atto umano è una gran perdita.

Le due condizioni.

L'atto umano, perché meriti ricompensa in Cielo, non basta che sia buono, ma occorre farlo: l° In grazia ai Dio. 2° Con retta intenzione.
Le opere buone, che compiono coloro che sono in peccato mortale, sono perdute per l'eternità; la loro utilità è solo questa: muove la misericordia di Dio e dare qualche aiuto particolare per ritornare nell'amicizia divina.
Oh, come sono insensati e da compiangere quelli che, commesso un grave peccato, non si danno premura di rimettersi in grazia di Dio e lasciano passare settimane e mesi, e forse anni, nella più assoluta sterilità! Quanti quintali di uranio spirituale sprecano! Eppure, è tanto facile andare a confessarsi o, essendone impediti, emettere un atto di dolore perfetto, col proposito ai manifestare le proprie miserie morali al ministro di Dio al più presto possibile! La seconda condizione essenziale perché un atto umano meriti davanti a Dio, è che sia fatto con rettitudine d'intenzione, cioè, non per fini puramente umani, quali sarebbero: gli interessi personali, la lode umana, la simpatia... Gli Scribi ed i Farisei compivano molte opere buone; pregavano a lungo, digiunavano con rigore, davano abbondanti elemosine...eppure Gesù Cristo disse: se la vostra giustizia non sarà maggiore di quella degli Scribi e dei Farisei, non entrerete nel Regno dei Cieli! Infatti essi fanno le loro opere per essere visti dagli uomini. In verità vi dico che hanno ricevuta la loro ricompensa! - (S. Matteo, VI,1)

Le sofferenze.

Quando Gesù, dopo la resurrezione, apparve ai due di Emmaus, così parlo: O stolti e tardi di cuore a credere! Non doveva forse il Cristo patire e così entrare nella sua gloria? (S. Luca, XXIV, 25).
Per entrare nella gloria del Paradiso è dunque necessario patire. Poiché tutti evitiamo la sofferenza, Iddio misericordioso la somministra tutti, sebbene in diverse dosi. Se si comprendesse il valore di un sacrificio nei rapporti del Cielo, si andrebbe avidamente in cerca di sofferenze. Questa verità si comprenderà nell'altra vita, quando si vedrà il frutto del patire. Si legge in "Colloquio Interiore":
-In cielo avrete piena conoscenza della misericordi divina; quaggiù voi dovete soprattutto contemplare il mistero della croce... Quando vi mando delle croci, è perché voi doniate la vostra parte di fede e di generosità, necessaria alla vostra salvezza. Voi le potete subire passivamente o le potete anche abbracciare con amore, seguendo l'Uomo dei dolori... La sofferenza è il privilegio della vostra vita sulla terra...per giungere al Cielo bisogna passare per la crocifissione!-
Tutti corriamo verso l'eternità; ogni giorno e un passo verso l'eterna dimora. La vita e come un viaggio in treno; chi scende prima e chi dopo. È pazzo quel viaggiatore che, vedendo una cosa bella, scende dal treno, dimentico del fine per cui viaggia. I viaggiatori sogliono portare la valigia; più vi si mette dentro e più vi si trova. Cosi per l'eternità!

Buona volontà.

San Tommaso d'Aquino con i suoi scritti spingeva le anime all'eterna felicità. Una sua sorella, nella speranza di avere un consiglio straordinario per salvarsi, gli chiese per lettera: Qual è la cosa principale per andare in Paradiso? ~ Il Santo le rispose con due semplici parole: " Basta volerlo! ".Tuttavia, per assicurarci sempre più il Cielo, appigliamoci ai mezzi che la Provvidenza ci appresta:
1 Fare bene e rinnovare le Nove Comunioni dei Primi Venerdì.
5. Comunicarsi sempre nei Primi Sabati ad onore del Cuore Immacolato di Maria, per avere la protezione della Regina del Cielo in vita e specialmente in punto di morte.
6. 3. Fare ogni giorno un po' di meditazione, anche pochi minuti, perché chi medita seriamente le grandi verità rivelate, difficilmente pecca e, se avesse la disgrazia di ,cadere, subito si rialzerebbe.

Suggerimento di un Santo.

Il 4 febbraio, 1861, Don Bosco andò a predicare gli Esercizi Spirituali nel Seminario di Bergamo. Predicando, fra l'altro disse: In una .certa occasione potei domandare a Maria Santissima la grazia di avere presso di me in Paradiso migliaia e migliaia di anime e la Madonna me ne fece promessa. Se anche voi desiderate appartenere a tal numero, io ne sono lieto, a patto che ogni giorno, per tutta la vostra vita, recitate un'Ave Maria, possibilmente nel tempo che ascolterete la S. Messa, anzi nel momento della Consacrazione. La proposta fu accolta con gioia, perché già si conosceva la santità di Don Bosco e le relazioni che aveva col soprannaturale. Un certo Stefano Scaini, allora Chierico nel Seminario ai Bergamo e poi Sacerdote Gesuita, non tralasciò l'Ave Maria suggerita da Don Bosco, convinto che la stessa Madonna avesse suggerita la cosa al suo Servo. Lo Scaini il 3 gennaio, 1382, andò a trovare Don Bosco a Torino e cosi gli disse:
- Se mi permette, vorrei domandarle schiarimento sopra una cosa, che mi sta molto a cuore. Ricorda quando lei venne a predicare gli Esercizi nel Seminario di Bergamo?
- Si!
- Ricorda di averci parlato d'una grazia domandata alla Madonna, cioè dell'Ave Maria da recitare durante la Consacrazione? - Ricordo bene!
- Io quell'Ave Maria l'ho sempre recitata e la reciterò sempre!
Allora Don Bosco rispose con grande sicurezza:
- Continui a recitare quell'Ave Maria e ci troveremo assieme in Paradiso!
Quante anime, fiduciose nella parola di San Giovanni Bosco, recitano ogni giorno quest'Ave Maria! Si diffonda molto questa pla pratica.
FINE

PRELUDIO - Il Paradiso
Pagina dell'Aldilà
PARTE PRIMA - L'Esistenza
PARTE SECONDA - L'Essenza
PARTE TERZA - Conclusioni Pratiche

 


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