IL CAMMINO DENTRO CASA: MARTA

 

E' proprio Marta che ospita Gesù in casa propria. Chi svolge i propri doveri non rifiuta Gesù anzi Lo invita ad entrare nella propria vita, nella propria giornata, Lo ama! 

Devo fare il mio lavoro come se tutto dipendesse da me e attendere il risultato come se tutto dipendesse da Dio. (Madre Teresa

L’ordine della casa, la graziosità interna, la fedeltà costante a quei mille particolari che costituiscono l’attrattiva dell’ambiente domestico, quella vita semplice, dal lavoro noioso e facile, opera di elezione che esige molto amore, tutto ciò suppone, specialmente da parte della sposa, qualità di coraggio, dettagliatamente descritte dalla Scrittura, dove parla della donna forte (Proverbi XXXI " Educazione della volontà" di G. Courtois)  

Come fa la lampada a brillare? Grazie al continuo apporto di goccioline d'olio. Che cosa rappresentano le goccioline d'olio nella nostra lampada? Le piccole cose della vita quotidiana: la fedeltà, qualche parola gentile, un pensiero dedicato agli altri, il nostro modo di rimanere in silenzio, di guardare, parlare, agire. Non cercate Gesù lontano da voi stessi, perché non è là fuori ma in voi. Tenete accesa la lampada e lo riconoscerete. (Madre Teresa)

 

Doveri di stato 

Chissà quante volte vi è capitato di provare tanta stanchezza nel fare qualcosa che vi costa  sacrificio, eppure, la fate lo stesso...per tutti loro, per la vostra famiglia. E dopo, stranamente, la stanchezza  passa e lascia il posto alla felicità.Vi sentite felici, realizzate. La felicità non consiste nel compiere il nostro dovere? E non è tanto più grande quanto più, assolvere ad esso, ha comportato sacrifici? Spesso avvertiamo anche una sensazione diversa: ci sentiamo tristi, perché ci sembra di non fare abbastanza, di trascurare un po’ ognuno di loro. Vorremmo, vorremmo fare di più, ma gli impegni sono tanti e il tempo troppo poco! E, proprio in uno di questi momenti, mio marito mi ha fatto un bel complimento, dicendomi: "sei piena d’amore". Ho capito che la tristezza consiste proprio, nel non poterlo dare a tutti, nella quantità in cui vorremmo darlo a ciascuno di loro. Pensiamo, allora, di non essere all’altezza, di non riuscire ancora a programmare la nostra vita per bene. Ma l’amore è un sentimento troppo vasto, infinito, per poterlo limitare nel nostro ristretto programma giornaliero. “L’amore supera l’amore”. Chi ama, ama sempre più e non sente di aver amato mai "abbastanza" gli altri!

Nella frenesia, nella stanchezza del compimento del mio dovere voglio essere tranquilla dimostrando di amare Gesù, che era stanco di andare qua e là a portare il Suo Vangelo; voglio imparare da Lui la fermezza nel portare avanti la propria missione, i propri doveri; voglio imparare da Lui la costanza di attingere, nella preghiera quotidiana al Padre, la forza, la volontà, il coraggio, il superamento dell'angoscia, dello sconforto, della solitudine. 

Sto cercando di contrastare me stessa, la mia preoccupazione eccessiva per la cura della casa. Ho sempre inteso a modo mio le parole "fare bene ogni cosa che si fa". Ma, convenientemente, ho preteso di essere una buona casalinga, di avere tutto in ordine, tutto stirato, tutto lavato,...trascurando anche le persone più care per questo; non capivo che, fare bene e perfettamente, significava mettere il massimo impegno, non capivo che essere perfetti significava essere sapienti e che la perfezione e la sapienza consistono proprio nel rendersi conto dei propri limiti, delle proprie debolezze, nell'accettazione di essi e nella mortifìcazione del proprio io che vorrebbe travalicare questi limiti, non accettando sconfitte. La sapienza consiste nell'impegnarmi al massimo nei doveri del mio stato sapendo bene di non riuscire a fare tutto ciò che vorrei fare, ma facendo tutto per amore. 

Una cosa che mi opprime e mi schiavizza è l'alto senso del dovere...e sento che Dio me ne chiede il distacco. Per essere di Dio occorre essere distaccati da tutto ciò che crea in noi un certo condizionamento della nostra libertà d'amare. Ma può esserlo il senso del dovere? Può una cosa così positiva essere d' ostacolo al cammino spirituale? Sì, quando esso si fa strada a qualsiasi costo, sommergendo altri doveri, soffocando la carità, diventando fine delle nostre azioni e non il mezzo per migliorarci. Può diventare un male quando porta alla ricerca di un perfezionismo nocivo all'anima, la quale trova vantaggio solo dal perseguire l'umiltà, l'umiliazione di non ritenersi capace...può diventare un male quando, nella nostra mente, assume una rilevanza tale da farci perdere la libertà di discernimento o, quando, provoca un offuscamento di tutte le potenze mirando solo alla realizzazione di se stesso. 

Nel tran-tran quotidiano il mondo soprannaturale sembra svanire e tutto sembra diverso, più umano. Però rimane sempre una traccia profonda…Qualcuno rimane impresso nel cuore! E' questo Qualcuno che dobbiamo portare tra queste quattro mura, nel rapporto con gli altri...soprattutto nel rapporto con i nostri familiari