SETTEMBRE NERO Era l'inizio di una tragedia che sembrò non dover avere mai fine. La stazione colpita ma ancora funzionante cercava di dirimere il traffico dei treni che dopo l'8 settembre e un armistizio che si rivelò poi tutt'altro che reale, passavano senza ordine né orario, stracolmi di soldati che in fuga dalle caserme tentavano di ritornare alle loro case, liberandosi di divise, armi e bombe a mano, che raccolte queste ultime, trinciavano mani e braccia, accecavano e dilaniavano corpi: soprattutto di ragazzi incauti e curiosi. Comparvero i primi soldati tedeschi. Chi aveva avuto distrutta la casa, aveva cercato rifugio altrove, ma poiché le case abitabili erano ancora molte, fra chi scavava tra le macerie e chi tentava di riprendere il lavoro, si aveva l'impressione di un clima di operosa precarietà. Poi si sparse la voce che un treno merci di quaranta vagoni pieno di ogni bendidìo - cibarie soprattutto, stoffe, macchine e perfino mobili - sostava presso il Deposito. La borgata si ripopolò d'improvviso soprattutto di forestieri, che forti del numero diedero l'assalto al treno. I carri vennero spiombati e svuotati in una confusione indescrivibile. Il saccheggio durò circa tre giorni, la reazione dei tedeschi fu blanda , ma ugualmente un ragazzo ci rimise la vita.
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