Una delle principali direttive imposte da
Mussolini all’Italia in campo economico fu quella di essere autosufficiente,
producendo da sé tutto il fabbisogno necessario allo scopo di realizzare
un’indipendenza che sarebbe stata a base della potenza militare della nazione.
Questa politica era definita autarchia. Autarchia significava bastare a se
stessi e produrre, all’interno dello Stato, quanto era necessario per
l’esistenza del popolo, per la difesa, ma anche per la conquista dei mercati
esteri.
Tale autosufficienza doveva essere raggiunta
attraverso la bonifica integrale, la colonizzazione, la battaglia del grano, la
politica forestale, le ricerche minerarie, l’utilizzazione di prodotti
italiani agricoli e industriali, "da sostituire nell’uso e nel consumo ai
similari stranieri", la politica finanziaria e monetaria, la difesa del
prodotto nazionale e la lotta contro gli sprechi. Ma doveva estendersi anche a
campi non esclusivamente economici, "affrancando l’Italia da ogni
influsso straniero" nella vita spirituale, culturale, sociale, nell’arte,
nella letteratura e nel costume (come si poteva desumere dal "Libro del
fascista").
In campo industriale s’incoraggiò l’uso
dei surrogati per sostituire le materie prime mancanti: ad esempio per diminuire
le importazioni di lana e cotone si adoperò la ginestra come pianta tessile e
si cercò di ricavare una specie di lana artificiale dal suo latte.
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