Santuario dedicato a San Giovanni Battista (Campiglia
Cervo Biella)
E' l'unico Santuario dedicato a San Giovanni Battista in Italia (e forse in
Europa). Il più antico documento risale al 1512 e si riferisce a San Giovani
Battista della balma (grotta, caverna, spelonca) dove tuttora è conservata la
statua lignea del santo, ma il culto di San Giovanni ha origini più remote; si
tramanda che la statua del precursore fosse stata più volte dai pastori spostata
agli alti pascoli e che ritornasse sempre nella grotta.
Nel 1605 si dà inizio alla costruzione della chiesa, ingrandita nel 1700 e nel
1747, contemporaneamente al fabbricato della rettoria. Fra il 1608 ed il 1776
sorgono gli edifici attorno al piazzale: alloggi per i pellegrini, bar,
ristorante, albergo,negozio ed il fabbricato della scuola. Nel 1625 vengono
costruite le cinque cappelle (in origine erano sei) costituenti il sacro monte e
dedicate ai santi eremiti e penitenti, disposte lungo la pedonale "Ortusc" da
Campiglia.
Della chiesa si hanno notizie dalle visite pastorali del 1602 che la
descrivono a semplice navata con tre altari dedicati al Battista e con una
statua lignea del Santo che battezza Gesù.
In quegli anni si diede corso al nuovo edificio, la cui facciata a
frontone in pietra locale presenta l'architrave del portale, la statua del
Santo e un doppio cordolo orizzontale, attraversante l'intero prospetto
con libere parafrasi latine di passi evangelici che richiamano San
Giovanni Battista.
La chiesa, in stile barocco ad unica
navata, con volte a botte, ha due cappelle su ogni lato unite l'una all'altra da
un breve corridoio. Oltrepassata la porta esterna, si trovavo, sulla destra, le
cappelle di San Zaccaria, padre del Precursore, e di San Giuseppe, padre
putativo di Gesù e sulla sinistra quelle di Santa Elisabetta, madre del
Precursore, e di Maria Santissima Immacolata, madre di Gesù.
Sempre sulla sinistra, all'interno della Cappella di Santa Elisabetta, in una
nicchia, è ricavata la vasca battesimale. Sull'altare di questa cappella si
trova il dipinto più notevole dell'intera chiesa: lo sposalizio mistico di Santa
Caterina, pala del pittore valligiano di Gliondini Giovanni Antonio Cucchi.
Battista, nella sua
configurazione fisica ed allegorica comune a tutti gli altri Sacri monti delle
Alpi che si sono sviluppati fra la fine del '400 e la seconda metà del '700,
rappresenta l'ascesa, il distacco dalle cose terrene e, al tempo stesso,
simboleggia l'antica tensione umana verso il trascendente e l'assoluto. Ed a
questo proposito già Isaia profeta, definito "il Dante dell'Antico Testamento",
così poeticamente si esprimeva, nell'introduzione al suo "Libro dei Vaticini"
(2,2.3):
"Accadrà nei giorni a venire che / il monte della casa del Signore / sarà
fondato sopra le cime dei monti , / s'innalzerà al di sopra delle colline, / e
vi accorreranno tutte le genti , / vi andranno molti popoli e diranno : /
"Venite, saliamo al monte del Signore, / alla casa del Dio di Giacobbe, / perchè
ci indichi le sue vie che noi seguiremo" .
Le cappelle più antiche, risalenti al 1625, che si trovano più in prossimità del
Santuario, erano due (ora non esistono più): una "rappresentante l'Annuncio
dell'Angelo a Zaccaria con bellissime statue di rilievo alte al naturale, e
nell'altra si rappresenta la Visitazione della Santissima Vergine con altre
simil Statue". Ciò è tratto (sic) dall'"HISTORIA, GRATIAE, E MIRACOLI DEL SACRO
SIMULACRO DI S. GIOVANNI BATTISTA VENERATO IN UNA CAVERNA RIDOTTA IN CAPPELLA
NELLA CHIESA A LUI DEDICATA NEL SACRO MONTE DELLA VALLE D'ANDORNO", minuziosa
opera del reverendo sacerdote e dottore in Sacra Teologia don Giovanni Battista
Furno da Lenta (Vercelli), dal 1654 al 1706 parroco e vicario foraneo a
Campiglia Cervo, sotto la cui giurisdizione si trovava il Santuario di san
Giovanni Battista. Le Cappelle del Sacro monte attualmente esistenti sono cinque
(tutte fornite di un portico antistante, in pietra intonacata, che doveva
servire da luogo invitante alla preghiera, al riposo del viandante ed al suo
riparo contro improvvisi temporali) e si trovano lungo la comoda strada
mulattiera a tornanti, gradonata e acciottolata, detta degli "Urtusc", costruita
sull'antico sentiero di collegamento al Santuario tra gli anni 1694 e 1695 , a
capo dei due ponti di Campiglia Cervo, dove una cappelletta ricorda la "Peregrinatio
Mariae": il pellegrinaggio in tutte le Parrocchie della diocesi di Biella del
venerato simulacro della Madonna Nera d'Oropa, avvenuto nell'anno 1949 (a
Campiglia Cervo la statua della Madonna sostò dal 6 all' 8 luglio 1949).
La grotta
scavata nella pietra decomposta che scende dal versante orientale della borgata
Bussetti, costituisce l'originario luogo di preghiera, di epoca più antica, ma
non definibile temporalmente. E' stata compresa nelle varie chiese che, a
partire dal cinquecento, si sono succedute ed è accessibile dalla basilica
subito dopo l'ingresso di destra, oltre che da un breve passaggio dall'attigua
cappella di San Zaccaria. Contiene uno dei sette altari di cui è dotata la
chiesa e, in una nicchia, la statua in legno del Precursore, di buone qualità
artistiche.
Le condizioni di semioscurità dell'ambiente, la pavimentazione in lastre di
pietra grezza e le stesse pareti con la volta irregolare, anche se parzialmente
modificate nel tempo con materiali e colorazioni, che ne hanno in parte
compromesso il carattere naturale originario, la rendono un luogo di
raccoglimento suggestivo, che invita alla preghiera e alla meditazione.
Testo di Gianni Valz Blin