I
Sonetti in Vernacolo pisano
In
Toscana , a differenza che nelle altre Regioni italiane , non
ci si espime in dialetti , bensi' in vernacoli , cioe' lievi variazioni
della Lingua Italiana , o meglio una forma addomesticata della
Lingua , nel senso che qui l'Italiano e' vissuto contiguamente
alle parlate locali che restituiscono una rielaborazione senz'altro
nobilitata della Lingua che si possiede per nascita.
Il
parlato locale a Pisa e' assurto a poesia vernacola , nel 1871,
grazie a Renato Fucini nativo di Monterotondo e studente prima
a Livorno e poi universitario a Pisa : i suoi sonetti suscitarono
scalpore negli ambienti letterari toscani e vennero accolti entusiasticamente
in ambiente popolare , e dettero il via ad un'arte letteraria
che da allora , attraverso tanti autori e tanti lustri e' arrivata
ai giorni nostri , sempre viva e produttiva , anche tra i giovani.
Qua
di seguito uno dei piu' famosi sonetti del Fucini , riguardante
la Luminara di S.Ranieri , che si tiene a Pisa ogni anno la sera
precedente il 17 giugno , giorno dedicato dai Pisani al loro patrono.
Tutti i Lungarni si accendono, come per magia, grazie a migliaia
di "lampanini" , cioe' di lumini di cera accesi in normali
bicchieri che i proprietari dei vari palazzi appongono su telai
di legno (biancheria) appesi alle persiane e ai terrazzi dei loro
appartamenti. Tale tradizione risale all'Alto Medioevo , alla
pari della regata storica tra i quattro quartieri della Citta'
, mentre il Gioco del Ponte, disfida tra le due parti divise dall'Arno
, risale al 1500, e quella attuale e' solo una rivisitazione storica
, della quale parlero' piu' avanti......
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La
Luminara
- Viaggi
'n dell'Uropa 'un n 'ho ma' fatti :
- prima
pelche' a quaini semo bassi ,
- e
po' pelch'e Pisani 'un c'enn'adatti
- per
anda' per er mondo a strapazzassi.
-
- Ma
un mi' amio di Lucca che fa' gatti...
- (li
fa cor gesso, creda, da sbagliassi),
- lui,
vorsi di', ch'e' stato fra 'Mulatti,
- che
ha visitato anch'e Paesi Bassi,
-
- m'ha
detto che neppure 'n der Peino
- luminare
di Pisa 'un se ne vede:
- nun
n'hann'idea , laggiu', der lampanino.
-
- Chi
nun l'ha vista , 'reda, 'n lo por crede';
- eppoi,
ni basti di' che ar mi' 'ugino ,
- dalla
gran carca 'ni stroppionn' un piede.
-
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