Sommario. La
Valacchia, che occupa la parte meridionale della Romania con l'Oltenia
e la Muntenia, fu principato indipendente dal 1330 e vassallo della
Porta dal 1475. Fu l'epicentro dei moti insurrezionali del 1848 per
l'indipendenza rumena.
Principato di Valacchia, Tara Româneasca, Principat Tara
Româneasca, 1834-1845
Bandiera di stato e da
guerra a terra (esercito) e in mare (marina militare fluviale) concessa
dalla Porta il 24 giugno 1834. Verso il 1840 resto solo per la marina
in seguito all'introduzione di una nuova bandiera di stato e
dell'esercito. Del tutto sostituita nel 1845. Proporzioni 1/2. Il
progetto originario prevedeva le strisce gialla e azzurra scambiate di
posto, ma fu accantonato. Il giallo e il rosso erano i colori valacchi;
l'aggiunta dell'azzurro formò la terna cromatica della futura
Romania. L'aquila - rappresentata in color azzurrino - è
presente sullo stemma della Valacchia almeno dalla fine del XIV secolo;
siffatto stemma appare infatti su un sigillo di Mircea il Grande del
1390. Le otto stelle a otto punte sulla striscia rossa rappresentavano
gli altrettanti distretti dell'Alta Valacchia; le sette stelle a sette
punte sulla striscia azzurra, i distretti della Bassa Valacchia.
Principato di Valacchia, Tara Româneasca, Principat Tara
Româneasca, 1840-1859
Bandiera di stato, da
guerra (esercito) e stendardo del principe entrata in uso verso il 1840
e abbandonata nel 1859. Proporzioni 4/5. Derivata dalla precedente ma
con strisce uguali e senza stelle. L'aquila valacca, azzurrina e di
diverso disegno, era posta entro uno scudo sagomato di campo bianco e
con bordo dorato formato da foglie di lauro.
Principato di Valacchia, Tara Româneasca, Principat Tara
Româneasca, 1845-1859
Bandiera della marina
militare fluviale adottata nel 1845 (attestata l'8 giugno) e durata
sino al 1859. Proporzioni 1/2.
Anche la marina, che aveva mantenuto ancora per cinque anni la bandiera
di stato del 1834, si decise a cambiare modello. Nel campo giallo, che
occupava
i 2/3 del drappo verso l'asta, era posta l'aquila azzurro chiaro, a
volo
spiegato, immutata nel disegno. Gli altri due colori formavano due
pannelli
sovrapposti al battente. Abolite le stelle.
Principato di Valacchia, Tara Româneasca, Principat Tara
Româneasca, 1834-1861
Bandiera mercantile
concessa dalla Porta il 24 giugno 1834 per la navigazione fluviale e
restata in uso fino al 19 maggio 1861. A differenza dei vessilli sopra
descritti ha solo i colori nazionali valacchi. Aquila azzurrina, con
spada, scettro e crocetta; tre stelle nel cantone ad esprimere la
sovranità ottomana. Nel corso degli anni la bandiera appare
alquanto modificata e, nel noto Album des Pavillons... del
capitano Le Gras del 1858, l'aquila è nera, ha un diverso volo e
porta gli attributi del potere in posizione invertita. Inoltre le
stelle nel cantone hanno otto punte invece di cinque e sono disposte in
fila anziché 2,1. Le modifiche - non è dato sapere se
intenzionali o meno - avvennero in data imprecisata.
Valacchia, Tara Româneasca, 1848
Bandiera nazionale
decretata il 14 giugno 1848 dal governo provvisorio valacco dopo una
dichiarazione di indipendenza. Abolita nel settembre successivo quando
i turchi, con l'aiuto della Russia, soffocarono l'insurrezione. In quel
periodo (giugno-settembre 1848), le altre bandiere valacche furono
abolite. Fu la prima bandiera rumena, simbolo dell'unità del
paese. Dreptate in valacco significa "giustizia" e Fratie
(in caratteri cirillici) sta per "fratellanza" in moldavo. Il tricolore
era portato orizzontalmente, nonostante che, nelle intenzioni del
governo, dovesse essere a strisce verticali.
Sommario. Il
principato di Moldavia, indipendente dal 1359 e poi tributario dei
turchi (1475), comprendeva la parte orientale della Romania fino alla
Dobrugia e gran
parte dell'attuale repubblica di Moldavia (poi occupata dalla
Russia nel 1812). Il lungo processo di unificazione con la Valacchia
si concluse solo nel 1859.
Principato di Moldavia, Moldova, Principat Moldova, 1834-1849
Bandiera di stato, da
guerra (marina ed esercito) e stendardo principesco introdotta l'8
novembre 1834 dal principe Michele Sturdza e durata fino alla sua
abdicazione nel 1849. Al centro una testa di uro (o di bisonte) con una
stella d'argento tra le corna, adornata
da rami di alloro e timbrata da corona principesca. Drappo quadrato.
L'azzurro e il rosso furono dichiarati colori nazionali ufficiali nel
1832. L'uro (Bos primigenius) è simbolo della Moldavia
almeno dalla seconda metà del XIV secolo.
Principato di Moldavia, Moldova, Principat Moldova, 1849-1859
1849-c.
1856
c.
1856-1859
Bandiera di stato, da
guerra (marina ed esercito) e stendardo del principe, adottata nel
1849. Rispetto alla precedente, porta nei cantoni stelle a sei punte
gialle (oro) anziché a otto punte bianche (argento), le fronde
sono di quercia e alloro e la testa di uro è rappresentata nella
forma corrotta di testa di bisonte ed è posta in uno scudo
azzurro. Questo è affiancato da due delfini, emblema proprio
della Dobrugia, la regione che apriva la strada verso il mar Nero. Dopo
il 1856 la bandiera appare modificata: i cantoni sono triangolari e lo
stemma centrale è posto su un manto ermellinato, il tutto ornato
da fronde d'oro ambedue di quercia. Poco più tardi (1859) la
bandiera è abbandonata in seguito all'unione con la Valacchia.
Drappi quadrati.
Principato di Moldavia, Moldova, Principat Moldova, 1834-1861
Bandiera mercantile
autorizzata dalla Porta nel 1834 per la navigazione fluviale e dal 1836
anche per quella marittima. Restò in vigore fino al 9 giugno
1861 (un po' più a
lungo della versione di stato). Sullo stemma, timbrato della corona
principesca, figura una testa di bisonte, corruzione della consueta
testa di uro. I delfini, che fanno da supporti erano l'emblema proprio
della Dobrugia e pertanto alludevano all'estensione del principato fino
al mar Nero. Le stelle del cantone esprimevano la sovranità
turca. Nel tempo l'insegna risulta modificata, non si sa se per
intenzione o per consuetudine. Certo è che la versione riportata
nel noto Album des pavillons... del capitano Le Gras del 1858,
appare alquanto diversa. La testa è di
uro, e non di bisonte, non ha la stella tra le corna ed è posta
direttamente sul campo. Le stelle del cantone hanno otto punte
(anziché cinque) e sono in linea (anziché 2,1).
Sommario. La
Transilvania, terza regione storica della Romania di cui costituisce la
parte nord occidentale, fu a lungo sotto gli Asburgo, integrata nel
regno d’Ungheria. Dopo la prima guerra mondiale (1920) anche la
Transilvania si unì alla Romania, che la perdette di nuovo a
favore dell’Ungheria nel 1940 per riacquistarla nel 1945.
Sette Castelli, Ardeal, Erdély, Siebenbürgen, fino
al 1918
Bandiera ufficiale del
paese sotto l'Austria-Ungheria, concessa nell'ambito di una politica
tendente a conferire all'impero un assetto multietnico. I colori
nazionali del granducato di Transilvania, l'ultima grande regione
storica ad essere integrata nella Romania, erano presi da antichi
stemmi e furono alzati durante l'insurrezione del 1848 in sequenze
differenti.
Sommario. I Rom (rom
= uomini),
più noti con altri nomi, zingari, gitani, tzigani, ecc., sono
originari
dell’India settentrionale e verso il X secolo migrarono verso la valle
del
Danubio. Malvisti dalle popolazioni con le quali venivano a contatto
per
il loro spirito nomade, subirono nel corso dei secoli periodiche
persecuzioni
che li spinsero in parte verso l’Europa occidentale. Tuttavia sede di
riferimento
dei Rom è ancor oggi la penisola balcanica.
Popolo Rom, Zingari, Romano Ekipo, Romistan, dal 1959 (1933)
1959-1971
Bandiera alzata per la
prima volta nell'ottobre 1933 in Romania in occasione del convegno dei
popoli Rom di Bucarest. Presto dimenticata, riapparve in Francia il 25
maggio 1959 in occasione della cerimonia di incoronazione del re dei
Rom francesi Vaida Voevod III e subito assunta come simbolo di
nazionalità per la comunità mondiale dei Rom. L'azzurro e
il verde rappresentano il cielo e la terra e ben simboleggiano la
libertà e la
filosofia di vita del popolo nomade.
dal
1971
In occasione della conferenza europea dei Rom, svoltasi ad Orpington in
Inghilterra ai primi di aprile del 1971, fu deciso di porre al centro
del bicolore azzurro-verde una ruota di carro rossa. Ai colori del
cielo e della terra, azzurro e verde,
si aggiungeva così un nuovo evidente simbolo della natura
itinerante del popolo Rom. La ruota ha sedici
raggi che alludono alla molteplicità delle genti
nomadi. La sua forma è alquanto variabile, non essendone stato
precisato il disegno. In origine aveva un aspetto molto realistico, in
seguito si è un po' stilizzata con gli spazi tra i raggi a forma
di goccia.
Bibliografia
Vex.
Ital., 1,XVI, 1990 - W. Smith, Atti 22° Congresso Internazionale di
Vessillologia, Berlino, 2007