Bandiera di Saransk,
capitale della Repubblica di Mordovia, approvata nella sua prima
versione il 24 luglio 2008. Drappo bianco con due strisce nei colori
nazionali blu e porpora alla base. Nel campo bianco una volpe passante
e tre frecce puntate verso il basso, il tutto in porpora, come sullo
stemma della città risalente al 1781. Proporzioni 2/3 con le due
strisce alla base ciascuna pari a 1/6 del drappo. Tali strisce sono
state
eliminate con decisione del 3 febbraio 2011, rendendo la bandiera
perfettamente armeggiata.
Bandiera della capitale
della Repubblica di Ciuvassia, Čeboksary, adottata il 14 giugno 2001.
Bianca con lo stemma della città. Proporzioni 5/8. Lo stemma
raffigura cinque anatre in volo bianche in campo azzurro e reca un capo
rosso con tre figure definite come "ornamento nazionale"; su quella
centrale la data 1469, alla quale risalgono le prime citazioni della
città. Fu approvato nel 1998 ma le anatre erano già
presenti sulle armi concesse nel 1783, allora erano azzurre in campo
d'oro. Esse simboleggiano il desiderio di libertà. Lo scudo
è cimato da tre stelle, per il passato, il presente e il futuro,
e circondato da rami di quercia. Sul cartiglio il nome della
città in lingua locale e in russo.
Bandiera della
città di Ufa, capitale della Repubblica di Baschiria, approvata
il
6 settembre 2007. Bicolore bianco-verde; proporzioni 2/3 con la
striscia verde pari a 3/10 del drappo. Nel campo bianco la sagoma
marrone di una martora. Il mustelide (Martes martes), tipico
della
zona, appare sui simboli di Ufa sin dalla metà del
secolo XVII e nel 1782 fu posto sulle armi ufficiali della città.
Sterlitamak, seconda
città della Baschiria per numero di abitanti, fu la prima
capitale della repubblica autonoma. Tre oche bianche che nuotano
nell'azzurro hanno costantemente rappresentato la città a
partire dallo stemma concesso da Caterina II nel 1782. Esse vogliono
simboleggiare le tre principali virtù degli abitanti, la
spiritualità, la schiettezza e la nobiltà d'animo. La
prima bandiera civica, introdotta il 24 aprile 2001, era un bicolore
azzurro e bianco di proporzioni 1/2, recante al centro uno stemma
troncato, con una martora giallo-oro in campo bianco e le tre oche
sopra citate in campo azzurro. Il 18 luglio 2006 fu approvata una nuova
bandiera, di proporzioni 2/3, simile allo stemma; il campo bianco
con una martora marrone chiaro e quello azzurro con le oche bianche
delineate in giallo-oro erano divisi da un motivo ondulato, simbolo dei
molti corsi d'acqua che bagnano il territorio della città. Tale
bandiera ha avuto breve durata. Il 1° novembre 2006 è stata
approvata una nuova versione, azzurra con le tre oche e, sotto di esse,
una striscia bianca. Proporzioni 2/3.
Bandiera della
città di Kazan, capitale del Tatarstan adottata il 24 dicembre
2004. Armeggiata, riproduce lo stemma approvato nella stessa data (ma
risalente al 1781). Proporzioni 2/3, con la striscia verde alla base
pari a 1/5 del drappo. Il drago nero con ali e lingua rosse è
simbolo delle forze soprannaturali e di invincibilità e ricorda
le antiche bandiere dei tatari. Il drago è coronato come segno
dell'importanza della città e del suo rango di capitale.
L'aspetto del drago è leggermente variabile, nella postura,
nella forma delle ali e nella pelle che, nelle prime versioni, è
piumata, e poi è diventata a scaglie.
I simboli di Naberežnye
Čelny - importante centro industriale e seconda città del
Tatarstan - sono stati adottati il 17 marzo 2005. La bandiera è
armeggiata, riproducendo con poche variazioni lo stemma. Proporzioni
2/3. La barca è in relazione al nome russo della città
(che significa "scalo delle barche") e il suo navigare a remi
rappresenta il progredire verso il futuro con lo sforzo armonioso degli
abitanti. La vela a forma di tulipano è segno di
spiritualità. La polena è una testa di fanciulla, simbolo
dei sentimenti positivi. Le onde sono quelle del fiume Kama. I vari
colori recano i consueti significati (verde per la speranza, rosso per
il coraggio e così via). Il bianco in particolare ricorda il
nome della città in lingua tatara, Jar Čally, "pietra
bianca
sulla riva".