DON - Bandiera dell'atamano

© Roberto Breschi

Onnipotente Armata del Don, Vsevelikoe Voisko Donskoe, 1918-1920



Bandiera del capo supremo (atamano) dell'Onnipotente Armata del Don, adottato il 31 ottobre 1918 e durato fino all'inizio del 1920. Al centro l'emblema nazionale adottato il 17 maggio 1918, ma ispirato a un disegno risalente al 1703. Consisteva in uno scudo rotondo posato su una pelle, con un cervo delle steppe trafitto e il nome dello stato sul bordo. Accollate allo scudo due aste in decusse con coda di cavallo (bunciuk), simbolo dell'autorità militare, e una mazza (bulava) posta in palo, simbolo dell'autorità civile.

Bibliografia
Archivio CISV, scheda 35/90


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ZAPOROGIA - Bandiere di atamani

© Roberto Breschi

Zaporožskaija Seč, sec. XVII-XVIII



Bandiera di Bogdan Hmelnyckyj, primo atamano capo dello stato della Zaporogia dal 1648 al 1657. Ne difese l'indipendenza contro le mire polacche con l'aiuto dello zar con cui firmò il trattato di Pereaslavia (1654), che, come conseguenza di lunga portata, avrebbe condotto alla sottomissione dell'Ucraina all'impero. Il suo stendardo (oggi conservato all'Armémuseum di Stoccolma) mostrava racchiusi entro un cerchio una croce, un crescente e alcune stelle. Le iniziali d'oro all'esterno del cerchio significano "Bogdan (Б) Hmelnyckyj (Χ) Atamano (Γ) dell'Armata (B) di Zaporogia (З)". Le lettere rosse all'interno indicano la carica di capo di stato dell'atamano. Era alzato sia orizzontale che verticale.


Bandiera dell'atamano Ivan Briuchovetzkyj (1663-1668), famoso per la sua crudeltà. L'eccessiva sua soggezione a Mosca gli procurò una forte opposizione interna e la rivolta dell'Ucraina occidentale. Destrocherio con due frecce e sei stelle d'oro, forse l'arma di famiglia.


Bandiera di Petro Doroshenko, atamano dal 1665 al 1674. Campione dell'indipendenza dell'Ucraina occidentale non solo dalla Polonia ma anche dalla Russia, accettò l'aiuto dei turchi. Per questo suscitò la reazione di Mosca e nel 1674 i russi, insieme agli ucraini a loro fedeli, invasero la Seč e costrinsero l'atamano alle dimissioni. La croce, il crescente e la sciabola, simboli ricorrenti presso i cosacchi, erano anche sull'arma di famiglia di Doroshenko, ma in campo azzurro.


Bandiera dell'atamano Ivan Skoropadskyj (1708-1722), uguale allo stemma di famiglia. Fu l'atamano che, dopo la sconfitta a Poltava (1709) di Mazepa - che capeggiò la rivolta del popolo cosacco contro lo zar - cercò di riconquistare la benevolenza di Pietro il Grande, resistendo tuttavia al progetto dello zar di incorporare la Zaporogia nell'impero.


Bandiera di Danilo Pavlovic Apostol, eletto atamano nel 1727 con l'appoggio russo. Fallì nel tentativo di mantenere i cosacchi pienamente indipendenti dai russi. Alla sua morte (1734) la carica di atamano non fu più ricoperta fino al 1760. La bandiera di Apostol era azzurra con il suo emblema personale, una croce patriarcale bianca con il piede biforcato.


Dopo un quarto di secolo senza un capo di stato, nel 1760 fu eletto un atamano dei cosacchi, Kirilo Rosumovskyj. Fu l'ultimo della serie, perché nel 1764 fu costretto a dimettersi dalla zarina Caterina II, la quale più tardi (1775) avrebbe anche distrutto la Seč. L'atamano aveva una bandiera giallo-nera con aquila bicipite dall'uno all'altro caricata in petto di uno scudetto con l'arma di famiglia, una corazza d'argento trafitta in campo azzurro.

Bibliografia
Archivio CISV, scheda 35/92


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