BELGIO
© Roberto Breschi
Sommario. Il Belgio condivise i destini dell’Olanda fino al 1576 quando i Paesi Bassi Meridionali, coalizzati nell’unione di Arras, invece di lottare per l’indipendenza, seguirono la via della riconciliazione con la Spagna. Dalla metà del XVII secolo furono in uso bandiere rosso-bianco-gialle, colori d’Austria e di Castiglia, che restarono anche sotto gli Asburgo d’Austria subentrati nel 1713. Dal 1792 al 1814 il Belgio si ritrovò inglobato nella Francia e quindi unito all’Olanda; ma nel 1830 si proclamò regno indipendente sotto la bandiera dai colori brabantini nero-giallo-rosso. Dal 1993 il Belgio è uno stato federale con tre Regioni e tre Comunità, tutte con propri organi governativi.


Paesi Bassi Meridionali, Paesi Bassi Austriaci
Oostenrijkse Nederlanden, sec. XVII-1781


Bandiera marittima comparsa verso la metà del XVII secolo. Nel 1781 fu aggiunta una grande aquila imperiale. La modifica fu decisa a causa del fiorire del contrabbando di armi sotto questa ed altre bandiere usurpate. I colori - più antichi della bandiera - datano al 1506 e sono da ritenersi la risultante della somma di quelli d'Austria e di Castiglia, in seguito al matrimonio di Filippo il Bello con Giovanna la Pazza.


Paesi Bassi Meridionali, Paesi Bassi Austriaci
Oostenrijkse Nederlanden, 1781-1787


Bandiera mercantile ufficiale introdotta il 24 settembre 1781 e sostituita nel 1787 dalla nuova bandiera austriaca rosso-bianco-rossa. Su proposta del comitato per il commercio marittimo, si convenne di porre una grande aquila imperiale sul tricolore pulito fino allora in uso, all'ombra del quale si stava svolgendo un fitto contrabbando di armi in concomitanza con la rivoluzione americana. L'aquila teneva spada scettro e globo e portava sul petto uno scudo interzato con le armi d'Austria, Lorena e Borgogna, accollato alla croce di Borgogna e ornato dal Toson d'Oro.


Belgio, België, Belgique, 1830-1831


Bandiera alzata il 26 agosto 1830 all'indomani dello scoppio della rivoluzione antiolandese. Il 23 gennaio 1831 si decise per le strisce verticali, ma ancora per qualche anno fu possibile vedere tricolori orizzontali. I colori belgi sono quelli dello stemma del Brabante, di nero al leone d'oro armato e linguato di rosso; essi comparvero sulle coccarde in occasione della rivolta antiaustriaca del 1797; furono poi dimenticati e mai comparvero su una bandiera fino al 1830.


Regno del Belgio, Koninkrijk België, Royaume de Belgique, dal 1831






Bandiera nazionale, mercantile, di stato e, fino al 1936, di stato in mare, adottata il 23 gennaio 1831. Fu anche la bandiera della marina da guerra fino al 1862, anno in cui tale arma fu abolita, e ancora, dal novembre 1919 al marzo del 1927 e dal 1939 al 1950, di alcune navi di "corpi" di marina, creati a scopi difensivi. Le proporzioni, definite dall'uso nel corso degli anni, sono fissate in 13/15 per l'impiego a terra e in 2/3 in mare. La scelta di un tricolore verticale venne verosimilmente fatta in funzione antiolandese e in omaggio alla Francia, alleata del Belgio. La definitiva posizione dei colori venne fissata alcuni mesi dopo l'adozione, nel settembre-ottobre 1831.


Regno del Belgio, Koninkrijk België, Royaume de Belgique, dal 1936



Bandiera di stato in mare adottata il 28 ottobre 1936. Prima del 1949, anno in cui fu ricostituita la marina militare era alzata anche dalle navi armate dello stato in alternativa al tricolore pulito. Proporzioni 2/3. Al centro il leone belga, nero con lingua e artigli rossi, sormontato dalla corona reale.


Regno del Belgio, Koninkrijk België, Royaume de Belgique, dal 1950



Bandiera della marina militare adottata il 23 febbraio 1950. Dal 1862 al 1949 il Belgio rinunciò, in ottemperanza alla sua posizione neutrale, a una vera e propria marina da guerra. Soltanto nel 1946 fu ripristinata una "Forza Navale", operativa come arma navale dello stato dal 1949: l'anno successivo ebbe anche una propria bandiera. Proporzioni 2/3.


ALTRE BANDIERE

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Bibliografia
Flag Bull., IV:2, 1964/65 e XI:3, 1972 - Vexillinfo, 99, 100 e segg., 1988/89 - Vexilla Italica, XXI,2, 1994 - Archivio CISV, scheda 6


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