Sommario. Nel XIV
secolo, quando la geopolitica della penisola indocinese cominciò
a definirsi, il popolo thai occupava gran parte della regione, ma
dovette ben presto difendersi dalle mire espansionistiche dei birmani.
A partire dal XVI secolo si aggiunsero i portoghesi, sulle cui tracce
arrivarono altri europei (spagnoli, olandesi, inglesi e infine
francesi). La Thailandia tuttavia non perse mai del tutto la propria
indipendenza onorando così il proprio nome (la parola thai
significa infatti “libero” mentre, per ironia, l’antico nome Siam, col
quale in certi periodi fu denominato il
paese, serviva a indicare i prigionieri di razza thai). Gli europei
riuscirono comunque a sottrarre al regno Thai la Cambogia (1844), il
Laos (1893)
oltre a una parte della penisola malese.
Regno del Siam, Muang T'hai, fino al 1899
Bandiera di uso
generico, sopravvissuta come bandiera nazionale fino al 1899. Come di
frequente accadeva tra i principati dell’Insulindia, al pari dei
sultanati arabi, la bandiera del Siam fu, da epoca imprecisata,
completamente rossa. Nel 1785, durante il regno di Rama I, cominciarono
a comparire sulle versioni ufficiali (di stato, marittima) alcuni
simboli.
Regno del Siam, Muang T'hai, 1785-1855
1785-c.
1817
c.
1817-1855
Bandiera marittima,
propriamente di stato in mare (non possedendo all'epoca il regno una
vera marina da guerra), introdotta da Rama I nel 1785. L'emblema al
centro è il chakra, la ruota buddista, simbolo
religioso, ma anche di potenza, essendo l'oggetto usato anticamente
come arma da lancio, temibile per i suoi denti affilati e appuntiti.
Verso il 1817 comparve all'interno del chakra un elefante
bianco, altro simbolo tradizionale thailandese, e la direzione delle
lame invertita. In questa versione la bandiera durò fino al
1855.
Regno del Siam, Muang T'hai, 1839-1916
Bandiera mercantile
apparsa nel 1839, confermata come bandiera nazionale, di stato e da
guerra nel 1855 e abolita nel 1916 (ufficialmente il 28 settembre
1917). Come insegna della marina da
guerra era già stata cambiata nel 1891. Proporzioni apparenti,
circa
7/10, talora 5/8. Dal 1855 al 1891 la bandiera fu dunque alzata sia
dalla
marina mercantile che da quella militare, tuttavia sul bompresso le
navi
da guerra avevano un'insegna di campo azzurro (vedi), anch'essa con
l'elefante, che le distingueva dai bastimenti mercantili (bompresso
rosso). L'elefante bianco è simbolo di forza e intelligenza e di
regalità. Secondo la tradizione del brahamesimo, Xacca, mitico
fondatore dello stato, diventò un elefante dopo 80.000
reincarnazioni, facendo avverare la visione
di sua madre che aveva sognato di dare alla luce un elefantino. E anche
la madre di Rama I, capostipite dell'attuale casa regnante, aveva
sognato
di partorire un elefante bianco.
Regno del Siam, Muang T'hai, 1891-1917
1891-1898
1898-1910
1910-1917
Bandiera della marina da
guerra adottata il 25 marzo 1891. La figura dell'elefante, da porre
sulle navi e sugli edifici della marina, fu impreziosita da una
bardatura completa del pachiderma,
finemente decorata. Nel cantone riapparve il chakra, che
però
fu tolto il 1° aprile 1898. Nel 1910 si apportò un ulteriore
modifica, aggiungendo nel cantone il nuovo emblema della marina in oro;
esso
consisteva in un'àncora inserita in un chakra e
sovrastata
dalla corona reale. La bandiera scomparve ufficialmente il 28 settembre
1917,
in seguito alla riforma dei simboli operata da Rama VI.
Regno del Siam, 1916-1917
Bandiera nazionale, di
stato e mercantile introdotta in via provvisoria alla fine del 1916 e
sostituita il 28 settembre 1917. Il re Vajiravudh (Rama VI), non
sopportava di vedere l’esposizione dell’elefante capovolto che talora
era fatta per sbadataggine o per
protesta, come accadde nel settembre del 1916 durante una sua visita
alle zone alluvionate. Per questo volle un drappo che rimanesse
inalterato
anche capovolto. Fu così adottata in via sperimentale una
bandiera
a semplici strisce rosse e bianche. Essa fu fatta sventolare ovunque,
sui consolati e sulle ambasciate, per conoscere l'opinione dei siamesi
e degli stranieri. La bandiera non ottenne un alto gradimento e fu
subito modificata.
Regno del Siam, Regno di Thailandia, Muang T'hai, dal 1917
Bandiera nazionale, di
stato e mercantile adottata il 28 settembre 1917. Immutata fino ad
oggi, nonostante i colpi di stato e le alternanze di regime (anche il
nome ufficiale del paese cambiò più volte, nel 1939 da
Siam a Thailandia, di nuovo Siam nel
1946 e definitivamente Thailandia nel 1946). Proporzioni 2/3. Il re
Rama VI, alzando la nuova "bandiera di tre colori" (Thong Trai Rong)
essendo in corso la prima guerra mondiale, sottolineò che le
tinte
erano le stesse delle grandi potenze in guerra contro i tedeschi,
Francia,
Regno Unito, Russia e Serbia (gli Stati Uniti si sarebbero aggiunti
più
tardi), con le parole "[l'aggiunta dell'azzurro] servirà come
segno
di eguaglianza e lealtà fra il Siam e i suoi alleati contro la
barbarie".
L'azzurro è anche il colore del sovrano, dedicato al suo
genetliaco.
Regno del Siam, Regno di Thailandia, Muang T'hai, dal 1917
Bandiera della marina da
guerra adottata il 28 settembre 1917 e tuttora in uso. Proporzioni 2/3.
L'elefante bardato (la
gualdrappa è apparentemente diversa rispetto alle precedenti
versioni)
fu mantentuto entro un disco rosso sovrapposto alla nuova bandiera
nazionale.
Regno del Siam, Regno di Thailandia, Muang T'hai, dal 1936
Bandiera da guerra per
le forze terrestri introdotta nel 1936 da Rama VIII. Proporzioni 2/3.
Al centro della bandiera nazionale appare l'emblema dell'esercito, un chakra
che racchiude il simbolo buddista dello yan e circondato da una
corona fiammeggiante d'oro.
Sommario.
Nell’estremo sud della Thailandia, il sultanato malese di Pattani,
formatosi nel XIX secolo e in seguito acquisito dalla Thailandia, di
cui è attualmente una provincia, costituì per pochi mesi
tra il 1975 e il 1976 uno stato separatista.
1975-1976
Bandiera alzata tra il
1975 e il 1976 dallo stato separatista. Proporzioni 3/5. La striscia
verde con crescente e stella testimoniava la fede islamica della
popolazione. Il rosso e il bianco sono molto comuni nel sudest asiatico.