COOCH BEHAR
© Roberto Breschi
Sommario. Antico stato vicino ai confini col Bhutan, a est della città di Shiliguri, oggi sulla stretta striscia di territorio che unisce l'India all'Assam. Nel 1511 cambiò il vecchio nome di Kamata con quello di Cooch, preso dalla dinastia regnante.


Principato di Cooch Behar, Kuch Bahar, Koch Bihar, fino a c. 1948



Bandiera di stato adottata in epoca imprecisata e durata probabilmente fino al 1948. Il sole figurato d'oro al centro del drappo rosso era caratterizzato da un anello alla base dei raggi, figura tratta dallo stemma del maragià. È anche descritto un antico stendardo principesco.


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Bibliografia
J.D. McMeekin, Arms and Flags of the Indian Princely States, 3, sez. 14, 1990 - Archivio CISV, scheda 53/20







BURDWAN
© Roberto Breschi
Sommario. Piccolo stato a nord di Calcutta soppresso precocemente (prima del 1912). L'ex sovrano mantenne il rango di zamindar, vale a dire proprietario fondiario, con funzioni di esattore tributario per conto della corona britannica.


Principato di Burdwan, ? -1893-c. 1912



Bandiera di stato e stendardo del principe, descritta per la prima volta nel 1893. Dopo la soppressione dello stato (c. 1912), l'ex sovrano, divenuto zamindar, continuò ad usare la bandiera come stendardo personale fino al 1949.


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Bibliografia
J.D. McMeekin, Arms and Flags of the Indian Princely States, 3, sez. 16, 1990 - Archivio CISV, scheda 53/19 bis







TRIPURA
© Roberto Breschi
Sommario. Il principato del Tripura, oggi stato federato dell'India presso il confine col Bangladesh a est di Dacca, raggiunse notevole potenza nel XV secolo, ma nel XVI secolo fu assoggettato dai mussulmani del Bengala. Una parte (quella più montuosa, da cui il mome "Hills Tipperah") riacquistò l'indipendenza nel 1625, mentre il resto fu annesso ai territori britannici nel 1765.


Principato del Tripura, Hills Tipperah, fino al 1949




Bandiera di stato e stendardo del maragià adottata in epoca relativamente recente e abolita nel 1949. Proporzioni 4/7. Il drappo rosso e oro portava al centro, entro un disco bianco, il complesso stemma principesco concesso nel 1877. Lo scudo, sorretto da due leoni d'argento, era inquartato. Nel 1° in campo azzurro il Matsya d'argento, figura mezza uomo e mezza pesce, primo avatara di Visnù (cioè la sembianza assunta dalla divinità nella sua prima venuta sulla Terra). Nel 2°, un cuore d'oro rovesciato in campo azzurro; nel 3° il palmo di una mano d'oro in campo argento e nel 4° cinque bisanti d'oro su argento. Ornamenti vari, tra cui, in cimiero, un crescente, un tridente e due banderuole con la figura del dio Hanuman. Si conosce anche uno stendardo personale del maragià.


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Bibliografia
J.D. McMeekin, Arms and Flags of the Indian Princely States, 3, sez. 14, 1990 - Riv. Marittima, Suppl., 6, 1998 - Archivio CISV, scheda 53/20







MANIPUR
© Roberto Breschi
Sommario. L'antichissimo regno del Manipur (secondo la tradizione si formò addirittura in epoca precristiana)  era situato in una regione montagnosa ai confini con la Birmania. In origine era abitato da popolazioni tibetane a cui si aggiunsero in seguito vari gruppi birmani e indocinesi. Dopo una breve occupazione birmana (1819-24) diventò tributario del Regno Unito. Era detto anche Imphal, dal nome della capitale. Oggi costituisce uno stato dell'Unione Indiana.


Regno del Manipur, Imphal, fino al 1907


 
Bandiera di stato adottata secondo una tradizione leggendaria nel 33 d.C. e rimasta in uso per quasi 19 secoli. Sostituita nel 1907. Il dio-serpente Pakhangba (da pa = padre e khangba = conoscenza) che campeggiava sul drappo rosso, incarnava la conoscenza. Le scaglie della sua pelle erano rappresentate in cinque colori (bianco, indaco, celeste, violetto e grigio) che simboleggiavano l'attività dei cinque sensi. Il rosso era il colore del coraggio e del sacrificio. Lo stendardo reale portava un'identica immagine, ma il drappo era bianco.


Regno del Manipur, Imphal, 1907-1949





Bandiera di stato introdotta nel 1907 e soppressa nel 1949. Attorcigliato alle aste di due bandiere in decusse stava il dio-serpente Pakhangba, accompagnato da altre figure simboliche. Il crescente alludeva alla discendenza lunare della famiglia regnante, la corona con le fronde rappresentava la dignità regale, mentre la spada e i draghi (di aspetto cavallino) erano i simboli della difesa dello stato. Le foglie e le spighe di riso ricordavano la preminente importanza di quella pianta per l'economia locale. Il motto in alto era una giaculatoria in onore di Sri Govindaji, la dea della quale i sovrani erano devoti. Lo stesso emblema, ma con i draghi rossi, figurava sullo stendardo reale che, come il precedente, aveva il campo bianco.


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Bibliografia
J.D. McMeekin, Arms and Flags of the Indian Princely States, 3, sez. 14, 1990 - Riv. Marittima, Suppl., 6, 1998 - Archivio CISV, scheda 53/18