BARODA
© Roberto Breschi
Sommario. Il Baroda, uno dei cinque regni indipendenti sotto protettorato, di popolazione non maratta ma fondato dal maratto Pilaji Gaikwar nel 1730, estendeva un tempo la sua giurisdizione a tutto il Kathiawar, alla testa di una confederazione, a sua volta federata ad altri stati maratti. Sotto i britannici fu ridotto a territori frammentati presso il golfo di Cambay nel Gujarat; questa regione, che oltre al Baroda comprendeva un gran numero di piccoli principati, attualmente costituisce uno stato dell’unione indiana e si estende dai confini col Pakistan fino ad un centinaio di chilometri a sud di Surat, comprendendo la già citata penisola del Kathiawar delimitata dai golfi del Kutch e di Cambay.


Regno di Baroda, Regno Gaikwar, Vadodara, c. 1730-1949


Bandiera di stato in uso dalla fondazione (c. 1730) alla soppressione (1949) del regno. Era una bhagwa zenda uguale a quella originale della Confederazione Maratta di cui il Baroda aveva fatto parte, vale a dire un drappo in proporzioni 1/1, con accentuato intaglio a coda di rondine. Lo stendardo del principe (da c. il 1875), dello stesso colore, era invece rettangolare con simbolo al centro.


Regno di Baroda, Regno Gaikwar, Vadodara, 1921-1949


Bandiera mercantile concessa il 2 agosto 1921, entrata nell'uso effettivo verso il 1930 e soppressa nel 1949. Anche Baroda, come altri undici stati affacciati sul mare Arabico fu dotato di una propria Red Ensign dall'Ammiragliato britannico. Al battente, entro un piccolo riquadro, sotto il nome dello stato, figurava un cavaliere maratto sormontato da una scimitarra, tratto dallo stemma del Gaikwar.


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Bibliografia
Flaggenbuch OKM, 1939 - Riv. Marittima, Suppl., 6, 1998 - Archivio CISV, scheda 53/16







GWALIOR
© Roberto Breschi
Sommario. Nel cuore dell’India, cioè nel territorio corrispondente a grandi linee all’odierno Madhya Pradesh, esistevano stati fiorenti che, prima di essere conquistati dai britannici fra il 1802 e il 1818, furono contesi all’impero Mogol dai maratti, come testimoniano le bandiere arancioni non rare in questa regione. A ovest dell’Oudh, nella parte più settentrionale del Madhya Pradesh si estendeva il regno di Gwalior, dal territorio assai frammentato, compreso tra Ujjain, l’antica capitale, e la città di Gwalior. Assoggettato dall’impero Mogol nel 1526, fu in seguito governato da prìncipi maratti e reso di nuovo indipendente sotto la dinastia Scindhia; nel 1817 arrivarono i britannici che ne fecero uno dei cinque regni indipendenti sotto protettorato.


Regno degli Scindhia, sec. XVIII/XIX


Bandiera riportata su una carta del 1840 circa (Desjardins) che avrebbe sventolato sul regno di Gwalior tra il XVIII e il XIX secolo quando i maratti Scindhia regnavano a Ujjain, la prima capitale.


Regno degli Scindhia, 1713-1818



Bandiera da guerra in uso dal 1713 fino al 1818, anno successivo all'occupazione britannica. Come tutti i prìncipi maratti, anche gli Scindhia portarono la bandiera arancione (zafferano). Per l'esercito di Gwalior era pulita e tagliata a coda di rondine; come stendardo reale (vedi) o bandiera di stato mostrava anche dei simboli.


Regno di Gwalior, (1726)-1948


La bandiera di stato di Gwalior era la bhagwa zenda arancione dei maratti che si distingueva perché attraversata da una larga striscia diagonale rossa con un sole radioso e antropomorfo in mezzo a due cobra. Le tre figure richiamavano la leggenda secondo cui uno dei precursori della dinastia Scindhia, ancora bambino, fu protetto dai brucianti raggi solari dalle spire di un cobra. Notizie sicure di questa bandiera si hanno fin dal 1908, ma gli emblemi risalivano al 1726 e comparivano sugli stendardi reali e su altre bandiere delle quali non si conosce l'esatto disegno.




Un'altra versione della bandiera di stato, in uso probabilmente a partire da circa il 1910, era rossa, quadrata, con l'intero stemma di stato. Quest'ultimo era lo stesso del 1877 ma con le modifiche apportate una trentina di anni più tardi: scudo arancio con cobra d'oro e capo azzurro con crescente d'oro in mezzo a due torri pure d'oro. Supporti due lupi; in cimiero, un cobra rosso. Cartiglio arancio con motto in lettere arabe rosse Ali jah, "rango elevato".



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Bibliografia
J.D. McMeekin, Arms and Flags of the Indian Princely States, 2, sez 3, 1990 - Riv. Marittima, Suppl., 6, 1998 - Archivio CISV, scheda 53/4 bis e 53/17