Stendardo presidenziale adottato in epoca imprecisata, attestato per la prima volta nel 1912. Drappo azzurro con al centro uno scudo modellato sulla bandiera nazionale. Riprodotto nelle diverse pubblicazioni con alcune discrepanze relative al disegno dello scudo e alle proporzioni del drappo. Difficile stabilire se ciò vada attribuito a effettive trasformazioni nel corso del tempo, oppure a errori nei testi dovuti alla scarsa conoscenza del vessillo. Certo è che durante la presidenza Tubman (1944-1971), in data imprecisata ma successiva al 1955, lo stendardo fu modicato e stabilizzato in forma quadrata con lo scudo con bordo giallo e quattro stelle bianche nei cantoni.
Tra il 2002 e il 2003 è comparso un nuovo modello di bandiera, usato in alternativa a quello in vigore. Tale modello è sembrato prevalere dopo l'insediamento della presidente della repubblica signora Ellen Johnson-Sirleaf (2006). Anch'esso è azzurro con le quattro stelle negli angoli, ma recante al centro lo storico stemma nazionale apparso verso la fine del XIX secolo, di aspetto americano e ridisegnato in verità in stile un po' approssimato. Vi è raffigurato un veliero ottocentesco che rievoca il viaggio dagli Stati Uniti in Liberia degli schiavi liberati; sullo sfondo il sole rappresenta l'alba della nuova nazione; la palma simboleggia la prosperità raggiungibile con il lavoro e la fatica, simboleggiati dalla pala e dall'aratro. Il cartiglio in alto recita "L'amore per la liberrtà ci ha portato qui", quello in basso "Repubblica di Liberia".
Bibliografia
Archivio CISV, scheda 89 - Opere a carattere generale
< ritorno a Liberia <
Bandiera di bompresso introdotta in data imprecisata e tuttora in uso. Americaneggiante come tutte le bandiere liberiane, riproduce, come nel caso degli Stati Uniti, il cantone della bandiera nazionale. Proporzioni 2/3 (anche 1/1).
Bibliografia
Archivio CISV, scheda 101
< ritorno a Liberia <
Stendardo presidenziale adottato in data imprecisata. Corrisponde alla bandiera nazionale in forma quadrata e con cantone rosso modificato, con la stella bianca, rimpicciolita e spostata in basso alla base di un serto d'oro. All'interno del serto sono poste le iniziali del presidente in carica, come affermato dall'album del SHOM del 1990 e da quello del 2000 (sui quali però non è raffigurato alcun esempio specifico).
Bibliografia
Pavillons nationaux et marques distinctives, SHOM, 1990 e 2000
< ritorno a Togo <
Stendardo presidenziale, rosso con lo stemma della repubblica, adottato in data imprecisata. Quest'ultimo, previsto e sommariamente descritto dalla costituzione promulgata nel gennaio del 2003, è costituito da uno scudo con una palma da cocco in campo giallo cimato da una stella azzurra e sorretto da due uccelli caratteristici delle isole, un piccione endemico in via di estinzione (Columba thomensis) e un parrocchetto grigio dalla coda rossa (Psittacus erithacus). Due nastri gialli in alto e in basso, con le scritte República Democrática de São Tomé e Príncipe e Unidade Disciplina Trabalho.
Bibliografia
Da fotografia
< ritorno a São Tomé e Príncipe <
L'isola del Principe costituisce dal 1995 una provincia autonoma della repubblica di São Tomé e Principe. Già denominata "isola di sant'Antonio" perché scoperta nel giorno di Sant'Antonio (17 gennaio) del 1471, fu ribattezzata "del Principe" nel 1502 da re Giovanni II del Portogallo in onore del figlio Afonso. Direttamente amministrata dalla corona portoghese, fu unita alla colonia di São Tomé nel 1753.
Bandiera della provincia autonoma, adottata nell'aprile del 2011. Colori di probabile ispirazione naturalistica. Nel cantone compare lo stemma della repubblica di São Tomé e Principe; al centro la figura di un pappagallo specifico dell'isola (Psittacus erithacus). Proporzioni 1/2. [Caratteristiche da confermare].
Bibliografia
Zászlómúzeumi Tájékoztató (Bollettino del Museo delle Bandiere), 15.2, 2011 (cortesia L. Balogh)
< ritorno a São Tomé e Príncipe <
Non risulta che la città di São Tomé (San Tommaso) faccia uso di una bandiera. Nel periodo coloniale, da circa il 1954 al 1975, esisteva invece una bandiera nel tipico grembiato portoghese bianca e azzurra, caricata di uno stemma con cinque capsule di cacao aperte con guscio d'oro e semi d'argento in uno scudo di rosso con largo bordo d'argento recante sette quinas. Corona d'oro, prevista per le capitali lusitane. Sul cartiglio la scritta "Città di S. Tommaso". Proporzioni quadrate o 2/3.
Benché la precedente bandiera sia largamente riportata per il periodo c.1954-1975, un decreto ministeriale portoghese del 1962 ne prescrive un modello recante uno stemma differente: di rosso con un braccio nudo d'oro che, movendo dal bordo destro (sinistro in araldica) dello scudo, sostiene con la mano uno scudo portoghese posto nel cantone. In punta, una capsula di cacao aperta con guscio d'oro e semi d'argento. La corona è d'argento anziché d'oro. Sul cartiglio, la scritta Na linha ardente, "Sulla linea ardente", espressione usata dal poeta epico Camões nei Lusiadi, per indicare la posizione (quasi) sull'equatore. (Disegno eseguito da descrizione).
Bibliografia - Banderas 54, 1995 - Decreto ministero d'oltremare portoghese 1° ottobre 1962 - Internet
< ritorno a São Tomé e Príncipe <
Presunta bandiera di Malabo, già Santa Isabel, capitale della Guinea Equatoriale, situata sulla costa settentrionale dell'isola di Bioko (già Fernando Poo), nel golfo del Biafra. Drappo celeste con lo stemma al centro. In internet (es. Wikipedia) è riportata come ancora in uso, tuttavia l'aspetto spiccatamente spagnolo fa pensare che bandiera e stemma appartengano al periodo coloniale e siano diventati obsoleti fin dal 1968. Lo stemma, troncato semipartito, mostra nella parte superiore il monte più elevato dell'isola, il picco Basilé, un vulcano spento di oltre tremila metri; in basso il monogramma d'oro in campo nero della santa Isabella d'Aragona, da cui la città prendeva il nome, e un'ancora immersa nel golfo del Biafra. Lo scudo reca una cornice formata dalle armi di Castiglia e di Leon ed è accompagnato da un cartiglio con il motto Fides.
< ritorno a Guinea Equatoriale <