bullet1ENRICO SIARDI
Il piano degli elementi naturali e paesaggistici del comune di Tricesimo

bullet2 SCHEDA TECNICA

Ora, per illustrare seppure in maniera schematica e incompleta che cosa sia e come funzioni questo piano, conviene rispondere a delle semplici domande

Che cos’è?

E’ un piano che utilizza un nuovo approccio per gestire in modo organico e concreto lo sviluppo sostenibile di un territorio.

E dal punto di vista formale?

E’ un Piano Comunale di Settore (previsto dalla L.R. 52/91) che integra e specifica nel dettaglio gli interventi di rilevanza urbanistico-ambientale riportati nella stessa legge. Per questo costituisce variante urbanistica al P.R.G.C. Per normare interventi di minor rilevanza (che comunque possono avere cumulativamente un grosso impatto sull’ambiente e sul paesaggio) assume anche valore di regolamento comunale integrando quello di polizia rurale.

Quale è lo scopo del piano?

L’obiettivo è quello di far rientrare nell’ordinaria amministrazione di un comune il problema dello sviluppo sostenibile, superando la fase ideologica che ha contraddistinto sino ad ora ogni discorso in merito e ponendo dei paletti chiari ed espliciti per chi vive ed opera sul territorio (proprietari dei fondi, agricoltori, amministratori e tecnici comunali, impresari, appassionati della natura, …) affinché vi sia un quadro di riferimento certo entro cui svolgere e programmare le proprie attività.

Da cosa è costituito?

E’ costituito da:
• un’unica cartografia georeferenziata su base CTRN (Carta Tecnica Regionale Numerica in scala 1:5000) che riporta in dettaglio tutti gli elementi naturali (boschi, prati stabili, filari di gelso, alberi notevoli, …) rilevati nelle indagini di campagna che entrano a far parte del paesaggio naturale e agricolo del comune. Viene riportata anche la suddivisione del territorio comunale in ambiti omogenei dal punto di vista paesaggistico-ambientale, i quali costituiscono con gli elementi naturali rilevati la matrice normativa del piano.
• una relazione di analisi che descrive quanto rilevato nelle indagini di campagna.
• una normativa per le zone extra-urbane costituita da norme generali (valide in tutto il territorio comunale) e norme specifiche che definiscono la sostenibilità degli interventi nei diversi ambiti paesaggistico-ambientali in cui il comune è suddiviso (schede degli ambiti). Vengono prevalentemente presi in considerazione gli interventi che alterano gli elementi naturali cartografati, giudicando in base alla qualità dell’elemento naturale e al contesto paesaggistico l’ammissibilità o meno dell’intervento.
• un regolamento del verde urbano (che riguarda la gestione del verde ornamentale di parchi, giardini e pertinenze degli edifici )

Perché adottare un tale piano?

Il piano ha una doppia utilità:
• un’utilità diretta: fornisce una base normativa più specifica e circostanziata rispetto a quella nazionale e regionale in materia di tutela del paesaggio e dell’ambiente naturale. Consente al Comune di sviluppare una sua specifica politica di sviluppo sostenibile del territorio su basi conoscitive certe, di tutelare ciò che veramente vale e consentire la modifica del restante territorio a fronte di un bilancio ambientale degli interventi comunque positivo, stimolando il recupero e la valorizzare dei terreni economicamente marginali.
• un’utilità potenziale: fornisce un quadro dettagliato dello stato dell’ambiente naturale in termini di quantità, qualità e ubicazione dei beni naturali presenti in territorio comunale, estremamente utile per redigere strumenti urbanistici diversi da quello qui proposto (come varianti di PRGC, progetti di Parco comunale ex LR 42/96,…), esprimere pareri circostanziati su progetti e interventi, monitorare lo stato dell’ambiente comunale al passare del tempo, concedere contributi ai privati per azioni di miglioramento ambientale, ecc.

Con questo piano il valore degli elementi naturali presenti può essere quantificato in termini monetari e si può giungere all’identificazione del valore monetario complessivo del territorio sotto il profilo ambientale.

Quali sono le sue caratteristiche essenziali?

Le più significative sono le seguenti:
• gli interventi che possono incidere sulla qualità ambientale del territorio vengono suddivisi in:

o interventi sempre ammessi (per i quali non è necessario chiedere alcuna autorizzazione): sono considerati tali gli interventi che comportano alterazioni contenute, reversibili e di breve durata (entro circa 10 anni) al paesaggio o all’ambiente.
o interventi ammessi in presenza di intervento compensativo (in cui il bilancio tra costi e benefici ambientali deve essere comunque positivo): sono considerati tali gli interventi che provocano un danno ecologico o paesaggistico di entità contenuta, i cui effetti sono limitati nel tempo o che interessano beni la cui alterazione può essere comunque compensata da un altro intervento di miglioramento ecologico o paesaggistico.
o interventi vietati (limitati all’essenziale, con sanzioni commisurate al valore paesaggistico-ambientale del bene naturale intaccato): sono considerati tali gli interventi che provocano un danno ecologico o paesaggistico rilevante, i cui effetti permangono oltre il medio periodo (oltre 30 anni circa) alterando gli ecosistemi o il paesaggio in maniera difficilmente compensabile.

• viene attribuito un valore ambientale-paesaggistico (VAP) agli interventi sopra citati, positivo nel caso di interventi che migliorano la qualità territoriale, negativo nel caso opposto. I VAP vengono utilizzati per redigere i bilanci ambientali delle trasformazioni territoriali e forniscono una base oggettiva per le eventuali sanzioni tramite una semplice corrispondenza di conversione ( 1 VAP = ..... € ).
• per controbilanciare la perdita di qualità territoriale derivante dall’esecuzione di un dato intervento, ritenuto comunque ammissibile, il richiedente deve eseguire un intervento di miglioramento ambientale: viene redatto un bilancio ambientale che pone a confronto il VAP (negativo) dell’intervento ammesso con quello positivo dell’intervento compensativo necessario. Il bilancio deve sempre risultare positivo, assicurando di conseguenza il mantenimento e il miglioramento della qualità ambientale e paesaggistica a scala comunale. La obbligatorietà in alcuni casi di eseguire degli interventi compensativi stimola la manutenzione del territorio e il recupero dei terreni marginali, dando loro un valore strumentale.
• i VAP possono essere oggetto di “compravendita”: se eseguo un intervento di miglioramento ambientale maturo un credito ambientale. Posso utilizzare questo credito per compensare un intervento che invece diminuisce la qualità territoriale o posso conservarlo in previsione di altri interventi futuri o anche cedere a terzi tale credito. Non importa quindi chi fa gli interventi. Importa invece che entro il territorio comunale vi sia una compensazione tra interventi deteriori e interventi di miglioramento ambientale in modo da mantenere e possibilmente migliorare la qualità ambientale complessiva del comune.
• a fronte di una certa complessità insita nella redazione del piano la sua applicazione risulta invece estremamente semplice: gli elementi naturali sono individuati nell’unica cartografia del piano; la possibilità o meno di intervenire su tali elementi si legge nelle schede dell’ambito paesaggistico-ambientale entro cui ricadono e così anche il VAP dei relativi interventi; se è necessario redigere un bilancio ambientale si devono semplicemente sommare e sottrarre i VAP specificati nelle schede per gli interventi considerati; se si deve sanzionare un abuso la quantificazione della sanzione deriva direttamente dalla riduzione di VAP (convertita in €) conseguente all’abuso. Le sanzioni, approfittano della doppia veste di regolamento comunale e di norma urbanistica del piano, possono essere commisurate al valore reale del danno cagionato.
• il regolamento del verde urbano costituisce un capitolo a parte ed è altrettanto circostanziato delle norme extraurbane: utilizza un metodo parametrico per la determinazione del valore delle piante ornamentali, è rivolto ad assicurare le condizioni spaziali e edafiche necessarie alla crescita degli alberi di maggiori dimensioni e a limitare l’apporto delle acque meteoriche nella rete fognaria comunale, tutela gli alberi monumentali tramite l’inedificabilità della relativa area di pertinenza (anche in caso di morte, non sempre naturale, della pianta), ecc.. I suoi obiettivi sono: assicurare la presenza e la crescita armonica (in senso biologico e conseguentemente estetico) degli alberi monumentali; mantenere nel territorio un adeguato numero di piante di valore paesaggistico-ambientale che, per ubicazione e potenzialità, andranno a sostituire od integrare nel tempo quelle monumentali; stimolare la corretta sistemazione delle aree scoperte urbane (sia a verde che pavimentate) in particolare per quanto riguarda i deflussi delle acque meteoriche.

Nelle illustrazioni allegate si vede un estratto della cartografia del piano e della relativa legenda.
(Ndbrep: Il documento collegato richiede una buona scheda grafica, se non l'avete consiglio di aprirlo direttamente da Acrobat Reader - dall'esterno del browser , è reperibile sul CD a: .../DOCUMENTI/Trice.pdf)

Attualmente il piano è vigente e, ad un anno dall’entrata in vigore, sembra già dimostrare una sua efficacia e funzionalità. A cavallo tra il 2003 e il 2004 verrà redatta una relazione sullo Stato dell’ambiente del territorio comunale di Tricesimo che analizzerà questo primo anno di applicazione e evidenzierà gli eventuali miglioramenti da apportare alla normativa del piano.

Ora, in una fase di ripensamento della legge urbanistica regionale, mi auguro che la sperimentazione portata avanti a Tricesimo possa indicare al legislatore una nuova via da seguire. Sono convinto infatti, anche in base alle passate esperienze di pianificazione a livello di PRGC e di aree protette (PCS, parchi comunali, ecc.) che sia pragmaticamente più utile separare nella pianificazione territoriale gli aspetti gestionali dell’ambiente naturale (nei suoi risvolti ecologici e paesaggistici) da quelli inerenti il costruire, svolti quest’ultimi in maniera esaustiva dai PRGC e dai regolamenti edilizi. Anzi, i primi devono precedere i secondi e costituire la griglia dello sviluppo edificatorio sostenibile. E’ di fatto giunto il momento di passare da una fase di emergenza ambientale ad una di ordinarietà gestionale degli elementi naturali, da attuarsi con strumenti innovativi di pianificazione che risultino anche di facile applicazione. E questo non è un augurio, ma una necessità.