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SCHEDA TECNICA
Ora, per illustrare seppure in maniera schematica e
incompleta che cosa sia e come funzioni questo piano, conviene rispondere
a delle semplici domande
Che cos’è?
E’ un piano che utilizza un nuovo approccio
per gestire in modo organico e concreto lo sviluppo sostenibile di
un territorio.
E dal punto di vista formale?
E’ un Piano Comunale di Settore (previsto dalla
L.R. 52/91) che integra e specifica nel dettaglio gli interventi di
rilevanza urbanistico-ambientale riportati nella stessa legge. Per
questo costituisce variante urbanistica al P.R.G.C. Per normare interventi
di minor rilevanza (che comunque possono avere cumulativamente un
grosso impatto sull’ambiente e sul paesaggio) assume anche valore
di regolamento comunale integrando quello di polizia rurale.
Quale è lo scopo del piano?
L’obiettivo è quello di far rientrare
nell’ordinaria amministrazione di un comune il problema dello
sviluppo sostenibile, superando la fase ideologica che ha contraddistinto
sino ad ora ogni discorso in merito e ponendo dei paletti chiari ed
espliciti per chi vive ed opera sul territorio (proprietari dei fondi,
agricoltori, amministratori e tecnici comunali, impresari, appassionati
della natura, …) affinché vi sia un quadro di riferimento
certo entro cui svolgere e programmare le proprie attività.
Da cosa è costituito?
E’ costituito da:
• un’unica cartografia georeferenziata su base CTRN (Carta
Tecnica Regionale Numerica in scala 1:5000) che riporta in dettaglio
tutti gli elementi naturali (boschi, prati stabili, filari di gelso,
alberi notevoli, …) rilevati nelle indagini di campagna che
entrano a far parte del paesaggio naturale e agricolo del comune.
Viene riportata anche la suddivisione del territorio comunale in ambiti
omogenei dal punto di vista paesaggistico-ambientale, i quali costituiscono
con gli elementi naturali rilevati la matrice normativa del piano.
• una relazione di analisi che descrive quanto rilevato nelle
indagini di campagna.
• una normativa per le zone extra-urbane costituita da norme
generali (valide in tutto il territorio comunale) e norme specifiche
che definiscono la sostenibilità degli interventi nei diversi
ambiti paesaggistico-ambientali in cui il comune è suddiviso
(schede degli ambiti). Vengono prevalentemente presi in considerazione
gli interventi che alterano gli elementi naturali cartografati, giudicando
in base alla qualità dell’elemento naturale e al contesto
paesaggistico l’ammissibilità o meno dell’intervento.
• un regolamento del verde urbano (che riguarda la gestione
del verde ornamentale di parchi, giardini e pertinenze degli edifici
)
Perché adottare un tale piano?
Il piano ha una doppia utilità:
• un’utilità diretta: fornisce una base normativa
più specifica e circostanziata rispetto a quella nazionale
e regionale in materia di tutela del paesaggio e dell’ambiente
naturale. Consente al Comune di sviluppare una sua specifica
politica di sviluppo sostenibile del territorio su basi conoscitive
certe, di tutelare ciò che veramente vale e consentire la modifica
del restante territorio a fronte di un bilancio ambientale degli interventi
comunque positivo, stimolando il recupero e la valorizzare dei terreni
economicamente marginali.
• un’utilità potenziale: fornisce un quadro dettagliato
dello stato dell’ambiente naturale in termini di quantità,
qualità e ubicazione dei beni naturali presenti in territorio
comunale, estremamente utile per redigere strumenti urbanistici diversi
da quello qui proposto (come varianti di PRGC, progetti di Parco comunale
ex LR 42/96,…), esprimere pareri circostanziati su progetti
e interventi, monitorare lo stato dell’ambiente comunale al
passare del tempo, concedere contributi ai privati per azioni di miglioramento
ambientale, ecc.
Con questo piano il valore degli
elementi naturali presenti può essere quantificato in termini
monetari e si può giungere all’identificazione del valore
monetario complessivo del territorio sotto il profilo ambientale.
Quali sono le sue caratteristiche essenziali?
Le più significative sono le seguenti:
• gli interventi che possono incidere sulla qualità ambientale
del territorio vengono suddivisi in:
o interventi sempre
ammessi (per i quali non è necessario chiedere alcuna autorizzazione):
sono considerati tali gli interventi che comportano alterazioni
contenute, reversibili e di breve durata (entro circa 10 anni) al
paesaggio o all’ambiente.
o interventi ammessi in presenza di
intervento compensativo (in cui il bilancio tra costi e benefici
ambientali deve essere comunque positivo): sono considerati tali
gli interventi che provocano un danno ecologico o paesaggistico
di entità contenuta, i cui effetti sono limitati nel tempo
o che interessano beni la cui alterazione può essere comunque
compensata da un altro intervento di miglioramento ecologico o paesaggistico.
o interventi vietati (limitati all’essenziale,
con sanzioni commisurate al valore paesaggistico-ambientale del
bene naturale intaccato): sono considerati tali gli interventi che
provocano un danno ecologico o paesaggistico rilevante, i cui effetti
permangono oltre il medio periodo (oltre 30 anni circa) alterando
gli ecosistemi o il paesaggio in maniera difficilmente compensabile.
• viene attribuito un valore ambientale-paesaggistico
(VAP) agli interventi sopra citati, positivo nel caso di interventi
che migliorano la qualità territoriale, negativo nel caso opposto.
I VAP vengono utilizzati per redigere i bilanci ambientali delle trasformazioni
territoriali e forniscono una base oggettiva per le eventuali sanzioni
tramite una semplice corrispondenza di conversione ( 1 VAP = .....
€ ).
• per controbilanciare la perdita di qualità territoriale
derivante dall’esecuzione di un dato intervento, ritenuto comunque
ammissibile, il richiedente deve eseguire un intervento di miglioramento
ambientale: viene redatto un bilancio ambientale che pone a confronto
il VAP (negativo) dell’intervento ammesso con quello positivo
dell’intervento compensativo necessario. Il bilancio deve sempre
risultare positivo, assicurando di conseguenza il mantenimento e il
miglioramento della qualità ambientale e paesaggistica a scala
comunale. La obbligatorietà in alcuni casi di eseguire degli
interventi compensativi stimola la manutenzione del territorio e il
recupero dei terreni marginali, dando loro un valore strumentale.
• i VAP possono essere oggetto di “compravendita”:
se eseguo un intervento di miglioramento ambientale maturo un credito
ambientale. Posso utilizzare questo credito per compensare un
intervento che invece diminuisce la qualità territoriale o
posso conservarlo in previsione di altri interventi futuri o anche
cedere a terzi tale credito. Non importa quindi chi fa gli interventi.
Importa invece che entro il territorio comunale vi sia una compensazione
tra interventi deteriori e interventi di miglioramento ambientale
in modo da mantenere e possibilmente migliorare la qualità
ambientale complessiva del comune.
• a fronte di una certa complessità insita nella redazione
del piano la sua applicazione risulta invece estremamente semplice:
gli elementi naturali sono individuati nell’unica cartografia
del piano; la possibilità o meno di intervenire su tali elementi
si legge nelle schede dell’ambito paesaggistico-ambientale entro
cui ricadono e così anche il VAP dei relativi interventi; se
è necessario redigere un bilancio ambientale si devono semplicemente
sommare e sottrarre i VAP specificati nelle schede per gli interventi
considerati; se si deve sanzionare un abuso la quantificazione della
sanzione deriva direttamente dalla riduzione di VAP (convertita in
€) conseguente all’abuso. Le sanzioni, approfittano della
doppia veste di regolamento comunale e di norma urbanistica del piano,
possono essere commisurate al valore reale del danno cagionato.
• il regolamento del verde urbano costituisce un capitolo a
parte ed è altrettanto circostanziato delle norme extraurbane:
utilizza un metodo parametrico per la determinazione del valore delle
piante ornamentali, è rivolto ad assicurare le condizioni spaziali
e edafiche necessarie alla crescita degli alberi di maggiori dimensioni
e a limitare l’apporto delle acque meteoriche nella rete fognaria
comunale, tutela gli alberi monumentali tramite l’inedificabilità
della relativa area di pertinenza (anche in caso di morte, non sempre
naturale, della pianta), ecc.. I suoi obiettivi sono: assicurare la
presenza e la crescita armonica (in senso biologico e conseguentemente
estetico) degli alberi monumentali; mantenere nel territorio un adeguato
numero di piante di valore paesaggistico-ambientale che, per ubicazione
e potenzialità, andranno a sostituire od integrare nel tempo
quelle monumentali; stimolare la corretta sistemazione delle aree
scoperte urbane (sia a verde che pavimentate) in particolare per quanto
riguarda i deflussi delle acque meteoriche.
Nelle illustrazioni allegate
si vede un estratto della cartografia del piano e della relativa legenda.
(Ndbrep: Il documento collegato
richiede una buona scheda grafica, se non l'avete consiglio
di aprirlo direttamente da Acrobat Reader - dall'esterno del browser
, è reperibile sul CD a: .../DOCUMENTI/Trice.pdf)
Attualmente il piano è vigente e, ad un anno
dall’entrata in vigore, sembra già dimostrare una sua efficacia
e funzionalità. A cavallo tra il 2003 e il 2004 verrà
redatta una relazione sullo Stato dell’ambiente del territorio
comunale di Tricesimo che analizzerà questo primo anno di
applicazione e evidenzierà gli eventuali miglioramenti da apportare
alla normativa del piano.
Ora, in una fase di ripensamento della legge urbanistica
regionale, mi auguro che la sperimentazione portata avanti a Tricesimo
possa indicare al legislatore una nuova via da seguire. Sono convinto
infatti, anche in base alle passate esperienze di pianificazione a livello
di PRGC e di aree protette (PCS, parchi comunali, ecc.) che sia pragmaticamente
più utile separare nella pianificazione territoriale gli aspetti
gestionali dell’ambiente naturale (nei suoi risvolti ecologici
e paesaggistici) da quelli inerenti il costruire, svolti quest’ultimi
in maniera esaustiva dai PRGC e dai regolamenti edilizi. Anzi, i primi
devono precedere i secondi e costituire la griglia dello sviluppo edificatorio
sostenibile. E’ di fatto giunto il momento di passare da una fase
di emergenza ambientale ad una di ordinarietà gestionale degli
elementi naturali, da attuarsi con strumenti innovativi di pianificazione
che risultino anche di facile applicazione. E questo non è un
augurio, ma una necessità.
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