bullet1 ROBERTO PIZZUTTI

I prati stabili con particolare riguardo alla pianura friulana


bullet2 Le diverse tipologie di prato stabile della pianura friulana

A seconda delle caratteristiche ecologiche del sito, ed in particolare del grado di evoluzione del suolo, nella pianura friulana possiamo trovare tipi diversi di prato stabile.

Formazione glareicola primitiva

Insediata sui greti alluvionali non più rimaneggiati dalle acque. Il cotico è discontinuo, a maglie rade che serpeggiano sulle ghiaie, con singoli individui distanziati fra loro. Le ghiaie non sono decalcificate ed il suolo è molto poco evoluto e superficiale. Le specie pioniere sono arbusti nani a spalliera tipo Globularia cordifolia e Dryas octopetala. Si consociano le endemiche (specie presenti solo in un territorio molto limitato) Euphorbia triflora ssp. kerneri, Centaurea dichroantha e Brassica glabrescens (quest’ultima solo nei Magredi del Cellina ed a Rivoli Bianchi di Venzone). A questa tipologia appartiene l’associazione vegetale Centaureo dichroanthe-Globularietum cordifoliae, distribuita nell’alta pianura friulana lungo i torrenti con ampio letto. Dei tre tipi magredili è quello che ha subito minore distruzione da parte dell’agricoltura, dato l’ambiente ostile alle coltivazioni, ma è stato notevolmente ridotto a causa delle opere idrauliche e delle estrazioni di ghiaia.

Magredo primitivo

L’evoluzione del suolo (ghiaie parzialmente decalcificate, maggiore ritenzione idrica, maggiore dotazione di elementi nutritivi), conseguente alla preesistente attività biologica (piante, animali, batteri e funghi) ed al dilavamento dei carbonati di calcio, consente la costituzione di un cotico erboso più o meno continuo, costituito da specie più esigenti. Vi troviamo fra le specie vegetali Globularia punctata, Stipa eriocaulis, Chrysopogon gryllus, Bromus condensatus, Cytisus pseudoprocumbens, Thesium divaricatum, Carex humilis, Brachypodium rupestre, Festuca rupicola, Sanguisorba minor. Anche diverse specie di orchidee sono in grado di svilupparsi in questi prati aridi. Nelle microstazioni in cui vi è un accumulo di materiale più fine, che determina una maggiore capacità idrica e limitati fenomeni di ristagno, sono presenti con una discreta densità Schoenus nigricans e Blackstonia perfoliata. A questa tipologia appartengono le associazione vegetali Schoeno nigricantis - Chrysopogonetum grylli, distribuita fra l’Isonzo ed il Cellina Meduna, più raramente nelle valli interne, e Satureio variegatae-Brometum condensati, presente nell’avanterra alpino.

Magredo evoluto

Il suolo su cui vegetano queste formazioni è relativamente profondo, generalmente ricco di argille ed elementi
nutritivi, dotato di una discreta capacità di ritenzione delle acque piovane, a volte anche acidificato.
Il numero di specie vegetali che costituiscono i magredi evoluti è molto elevato, pari a circa un centinaio. Quelle con maggior copertura sono Chrysopogon gryllus e Bromus erectus. Abbondante la presenza inoltre di Filipendula vulgaris, Peucedanum oreoselinum, di varie orchidee come Orchis morio, O. ustulata, O. tridentata, Serapias vomeracea, Cephalantera longifolia, Plathantera clorantha e P. bifolia (foto bis), Gymnadenia conopsea e Ophrys apifera, che qui trovano ideali condizioni di sviluppo. Di rilievo la presenza delle specie endemiche Dianthus sanguineus (localizata solo nei prati fra l’Istria ed il Piave), Rhinathus freinii, Knautia illyrica e K. ressmannii.
Consente fino a due sfalci all’anno, se abbandonato tende ad imboschirsi ad opera delle querce. Gli appezzamenti sono distribuiti in modo irregolare e localizzato, prevalentemente lungo fasce che fiancheggiano i principali corsi d’acqua, ma anche nell’ambito delle colline moreniche. Aree meno marginali, come per esempio il territorio del comune di Campoformido, conservano ancora una discreta superficie per la presenza di vincoli miliari e perché qui la proprietà agricola è molto frazionata e chi la coltiva ricava il proprio principale reddito da altri settori produttivi.
Due associazioni vegetali costituiscono questa tipologia, ossia il Chamaecytisus hirsuti-Chrysopogonetum grylli e l’Onobrychido arenariae-Brometum erecti. Si distribuiscono lungo un gradiente di umidità e di disponibilità di elementi nutritivi. Ritroviamo infatti la seconda associazione in prossimità delle risorgive, dove però il suolo non è mai intriso d‘acqua, oppure dove i terreni si sono evoluti da ghiaie ricche di silicati, come per esempio quelli presenti lungo i margini e sulle colline eoceniche prealpine o sulle colline moreniche.

Prato umido

Sui terreni impregnati d’acqua per fenomeni di risorgenza o perchè posti sul fondo di catini naturali troviamo dei prati umidi o delle vere torbiere (diverse tipologie planiziali di vegetazione erbacea in funzione del diverso grado di imbibizione del suolo), costituiti da essenze vegetali in grado di sopportare il ristagno idrico. Anche in questi ambienti troviamo delle specie endemiche della nostra regione, fra cui Erucastrum palustre, Armeria helodes, Euphrasia marchesettii, ed altre entità importanti fra cui Primula farinosa, Senecio fontanicola, Gentiana pneumonanthe, ecc. Fra i prati umidi troviamo i Molinieti (associazione Plantago altissimae-Molinietum caeruleae), che si insediano in posizione intermedia fra habitat palustri ed i prati asciutti, dove condizioni di ristagno idrico si alternano a periodi di siccità, e le Torbiere basse (nella nostra regione sono presenti due associazioni vegetali: l’Erucastro-Schoenetum nigricantis, tipica delle torbiere della bassa pianura centrale, e l’Euphrasio marchesetti-Schoenetum nigricantis, presente nella pianura pordenonese, nelle colline moreniche e nella bassa pianura orientale in residui lembi di limitatissima estensione) che si rilevano in condizioni oligotrofiche e di costante inbibizione del suolo.

Prato concimato

Con questo termine si indicano le formazioni vegetali erbacee che sono state abbondantemente concimate e che per questo hanno rese produttive molto elevate. Le particolari condizioni ecologiche favoriscono solo determinate specie (graminacee ad alta statura come Arrhenaterum elatius, Trisetum flavescens, Dactylis glomerata, Festuca pratensis, Holcus lanatus e altre). Le specie più pregiate invece, come le orchidee oppure quelle endemiche dei magredi evoluti, scompaiono perchè sopraffatte dalla concorrenza per la luce e per l’acqua delle specie a maggiore sviluppo. Il loro valore naturalistico è quindi minore rispetto a quello delle formazioni prima citate, ma svolgono comunque un significativo ruolo come habitat per varie specie faunistiche. Ricadono principalmente dove le condizioni locali non sono opportune per la coltivazione dei cereali (es. Piana di Cavazzo Carnico o Villa Santina) o presso aree militari date in concessione a privati come per esempio attorno al poligono del Dandolo (Maniago).