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I boschi del Friuli Venezia Giulia, la tutela non e' per tutti
Proprio nel momento in cui la nostra regione si attiva per
l'ecocertificazione dei suoi prodotti forestali, è sempre più
precaria la sopravvivenza di alcuni dei nostri boschi, fra i quali quelli
forse più preziosi.
Se è vero infatti che la normativa forestale regionale si conferma
una delle più attente in Italia, rimangono sostanzialmente esclusi
da questa tutela i boschi "esclusi dal vincolo idrogeologico".
Si tratta di superfici valutabili in decine di migliaia
di ettari di pianura di collina e di fondovalle. Fra questi vi sono
i Boschi Planiziali, presenti nella Bassa Pianura Friulana, ormai rarissimi
esempi dell’originale copertura forestale della Pianura Padana,
di cui quelli friulani sono fra gli esempi più rappresentativi.
In sostanza questi boschi possono essere tagliati senza il rispetto
di quelle norme tecniche che ne assicurerebbero la massima funzionalità
sia paesaggistica che naturalistica. Non solo, ma quei boschi che si
trovano nelle zone DOC del Collio, Colli Orientali e Carso possono essere
totalmente estirpati senza possibilità di recupero. Questa norma
fatta per l'incentivazione della viticoltura in realtà consente
l'eliminazione di boschi anche per tutt'altri fini, e la responsabilità
rimane tutta nelle mani degli Uffici Tecnici Comunali che però
comprensibilmente non sono tenuti a possedere le necessarie competenze
scientifiche e normative per la conservazione dei boschi. In questa
particolare circostanza è importantissima l’azione dell’esperto
ambientale scelto all’interno della terna di nominativi proposta
dalle associazioni ambientaliste, che deve analizzare attentamente ogni
proposta di intervento sui boschi, individuando immediatamente i possibili
scempi irreversibili, come ad esempio la distruzione dei citati rovereti,
oppure aceri-frassineti o querco-carpineti, che costituiscono ambiti
forestali assolutamente peculiari.
L’esperto ambientale in questa situazione svolge
un ruolo fondamentale nel guidare la valutazione dei componenti della
Commissione Edilizia Comunale e conseguentemente nell’indirizzare
la risposta alla richiesta di autorizzazione paesaggistica, decidendo
della vita o della morte di tali boschi.
Inoltre questi boschi a rischio sono proprio fra i più preziosi,
ad esempio i rovereti, boschi di querce considerati rari nel vicino
Veneto (Roberto Del Favero, 2000) sono presenti nelle zone pedemontane
del Friuli e se dovessero venire utilizzati con le attuali disposizioni
rischierebbero di trasformarsi nei ben più comuni e banali boschi
di robinia, con la perdita di un habitat frutto di secoli di evoluzione.
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